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ELEZIONI

Flop a cinque stelle e risurrezione del centrodestra

Il voto delle amministrative per il rinnovo di sindaci e consigli in 1004 comuni d'Italia, regala qualche sorpresa. Cala l'affluenza, insuccesso clamoroso del Movimento 5 Stelle, che viene espulso al primo turno persino a Genova, la città di Beppe Grillo. E il centrodestra, dove si presenta in coalizione, dimostra di avere ancora forza. Ma attenzione a non trarre conclusioni affrettate: le comunali sono una cosa, alle politiche si vota con altre logiche.

QUANDO DON GIUSSANI... di Peppino Zola

Politica 12_06_2017
Beppe Grillo al voto

Cala l'affluenza, flop Cinque Stelle, sfida centrodestra-centrosinistra nelle principali città chiamate al voto per il primo turno delle elezioni amministrative. I primi verdetti delle urne sembrano molto chiari e netti. E fanno mordere le dita a centrodestra e centrosinistra per la mancata approvazione della legge elettorale per Camera e Senato. Vista l’aria che tira, forse le elezioni anticipate a settembre-ottobre avrebbero potuto sconfiggere il pericolo pentastellato e invece, con un voto a scadenza naturale, nella primavera prossima, non è detto che i Cinque Stelle non possano recuperare posizioni, anche in ragione della manovra finanziaria che il governo Gentiloni dovrà varare entro fine anno.

I pentastellati fanno segnare una battuta d’arresto, rimangono fuori dai ballottaggi più importanti, in particolare a Genova, città di Beppe Grillo e negli altri tre capoluoghi di regione (L’Aquila, Palermo e Catanzaro). Il Pd paga in alcune realtà la scissione dei bersaniani, ma riesce a portare al secondo turno quasi tutti i suoi candidati. Il centrodestra mostra segnali di ripresa, mentre i centristi, laddove presentano candidati propri, non vanno al ballottaggio. Questi gli orientamenti dominanti sulla base delle proiezioni nei 1004 comuni nei quali si è votato ieri.

Le interpretazioni degli opinionisti sono varie, ma la più ricorrente è quella di un appannamento dell’immagine del Movimento Cinque Stelle a causa degli scarsi risultati raggiunti da Raggi e Appendino a Roma e Torino e delle divisioni mostrate al suo interno tra i trattativisti e gli intransigenti al tavolo della riforma elettorale. Forse la dialettica un po’ troppo dialogante praticata dai grillini negli ultimi mesi li ha penalizzati elettoralmente, e quindi c’è da prevedere un nuovo cambio di strategia da parte dei proseliti dell’ex comico, in funzione “barricadera” e anti-sistema. In ogni caso sarebbe un errore dei partiti tradizionali quello di cantare vittoria e di considerare un trend nazionale il parziale insuccesso dei Cinque Stelle nelle elezioni amministrative. In periferia prevalgono le logiche territoriali e maggioritarie, mentre su base nazionale, qualora si dovesse votare con il proporzionale, non è detto che gli elettori non puntino sui grillini come segnale di cambiamento. Non c’è automatismo tra elezioni comunali e elezioni politiche.

Uno dei pochi sindaci conquistati nel 2012 dai Cinque Stelle, Federico Pizzarotti, è stato di fatto cacciato dal Movimento e alle elezioni di ieri si è ricandidato come candidato civico ed è stato il primo classificato. Si contenderà la guida della città di Parma con Paolo Scarpa, avversario del centrosinistra.

A Catanzaro ballottaggio tra i candidati di centrodestra e centrosinistra, Sergio Abramo – sindaco uscente – e Vincenzo Ciconte. Il primo è al 38,74%; Ciconte, consigliere regionale, è al 30,90%. La grillina Bianca Laura Granato si è fermata al 5,74%. A Genova si conferma che il vento è cambiato. Dopo la vittoria alle regionali di Giovanni Toti, anche alla guida del capoluogo ligure si profila una supremazia del centrodestra con Marco Bucci, che appare in vantaggio su Giovanni Crivello, del centrosinistra.

A Taranto sarà ballottaggio tra Stefania Baldassarri, sostenuta da liste civiche di centrodestra col 22.28%, e il candidato di Pd, Psi e altre liste civiche di centrosinistra, Rinaldo Melucci, al 18,19%.

A Verona il candidato di centrodestra Federico Sboarina, è avanti con il 29,26% sostenuto da Fi, Lega, FdI, pensionati, lista Indipendenza noi Veneto e due civiche. Andrà al ballottaggio con Patrizia Bisinella, sostenuta da liste civiche e da Fare! di Flavio Tosi (sindaco uscente), al 23,54%. In terza posizione il centrosinistra di Orietta Salemi, sostenuta da Pd e due civiche, al 22,48%. Il M5S si ferma al 9,52, con Alessandro Gennari.

A L’Aquila, a Padova, a Monza e a Lecce sarà un’avvincente sfida, il 25 giugno, al ballottaggio, tra centrodestra e centrosinistra. A Verona in particolare, fa rumore l’esclusione della compagna del sindaco uscente Flavio Tosi dai ballottaggi. A Palermo, invece, dove vige una legge che consente a chi prende il 40% di diventare sindaco, Leoluca Orlando, primo cittadino uscente, sembra prevalere già al primo turno, senza bisogno di ballottaggio.

Tra il primo e il secondo turno i leader nazionali, in particolare Renzi e Berlusconi dovranno spendersi molto per vincere i ballottaggi e, soprattutto, dovranno fare accordi con i centristi, che sono fuori da quasi tutte le sfide.  

Sicuramente le prossime due settimane saranno contrassegnate da una forte polarizzazione e quindi fino al 26 giugno non si parlerà più di tavoli elettorali o altro. Ciò allunga inevitabilmente i tempi e rende sempre più improbabile lo scioglimento anticipato delle Camere.