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BEL VEDERE

Filippo Lippi, la Natività

Al Museo Diocesano di Milano è esposta fino al 30 gennaio questa straordinaria opera del frate fiorentino, una Adorazione del Bambino con lo sguardo rivolto al Giudizio finale.

Bel Vedere 18_12_2010
Filippo Lippi, Natività con San Giorgio e San Vincenzo Ferrer
opera d'arte

E’ stato Antonello da Messina il primo protagonista de “Un Capolavoro per Milano”, l’iniziativa che il Museo Diocesano ospita da diversi anni, accogliendo un’opera esterna al suo già ricco percorso museale, valorizzandola con un allestimento speciale, monografico, attraverso cui la offre all’attenzione del pubblico. Dopo Beccafumi, Caravaggio, Mantegna, Botticelli e Lotto è Filippo Lippi l’ospite illustre di questa edizione.

Del frate fiorentino è esposta la Natività proveniente dal Museo Civico di Prato che Vasari ebbe modo di vedere, come lui stesso ricorda, nel Duomo della città toscana. Datata intorno al 1456, la tavola è frutto di un ripensamento creativo da parte dell’artista che ne modificò le dimensioni, in origine più piccole e allungate rispetto a quelle attuali, conferendole un’impostazione più da pala d’altare che da tabernacolo. La committenza domenicana chiese, infatti, di inserire accanto alla Sacra Famiglia la figura di San Vincenzo Ferrer, all’epoca appena canonizzato, controbilanciandolo nel dipinto con un S. Giorgio simmetrico che qui appare, stranamente, senza il consueto, terribile drago che lo contraddistingue.

E’ proprio il santo domenicano che racchiude la chiave di lettura di questa scena, senz’altro non riducibile al semplice racconto dell’ episodio evangelico. Apparentemente i personaggi sono colti nelle solite posizioni iconografiche: la Vergine è inginocchiata davanti al Suo Bambino, fasciato nel lino e adagiato sullo stesso manto della Madre, accanto alla stalla con asino e bue. San Giuseppe, per quanto vigile, è profondamente assorto in preghiera. I pastori suonano corno e cornamusa mentre gli angeli cantano in coro nel cielo. Tutto è avvolto in un silenzio immobile.

La scena è sospesa nel tempo, il tempo della commozione per il Dio che si è fatto uomo. E’ un’Adorazione quella alla quale assistiamo che trova, però, compimento nel  monito che sopraggiunge dalla citazione apocalittica riportata sul libro nelle mani di S. Vincenzo. Essa così recita: “Timete Deum quia venit hora iudicii eius” ossia “abbiate timore di Dio, perché viene l’ora del Suo giudizio”. Lo sguardo del Santo, infatti, non è rivolto verso il Bambino in fasce ma verso il Cristo nella mandorla, che è il Cristo risorto. Gesù viene a portare pace e salvezza, come lo splendido e luminoso profilo di Maria sembra annunciare, ma la sua venuta non può prescindere dalla consapevolezza che Egli morirà e risorgerà per giudicare i vivi e i morti. Questo è il senso della predicazione del Santo domenicano e questo il senso dell’Adorazione proposto nel dipinto di Prato così distante, iconograficamente, dalle altre Natività di Firenze e Berlino realizzate dal frate pittore.

UN CAPOLAVORO PER MILANO. La Natività di Filippo Lippi
Milano, Museo Diocesano
Fino al 30 gennaio 2011
Orario:da martedì a domenica  10 – 18; chiuso lunedì
ingresso: intero € 8; ridotto € 6
info: 02 89420019