Fertility Day? Non più, il Pd vuole la sterilità
Il Senato ha approvato una mozione che obbliga il governo italiano ad abolire il nome "Fertility Day" per sostituirlo con "Discorso sulla salute riproduttiva per donne e uomini". Così le solite lobby hanno rovesciato le circostanze a proprio favore, dopo la concertata contestazione alla campagna per la giornata svolta il 22 ottobre.
Che la tendenza della nostra società sia quella di forzare attraverso la tecnologia la natura, promemoria del limite della libertà umana, è evidente da tempo. Ma l’incapacità che si ha di accettare la realtà sta producendo cortocircuiti mentali sempre più folli. Come quelli contenuti nella mozione numero 644 del Pd, approvata dal Senato la scorsa settimana e scritta per bandire il “Fertility Day”, che il ministro della Salute Beatrice Lorenzin aveva indetto lo scorso 22 settembre come rimedio all'allarme della denatalità.
La mozione, infatti, condanna l’immagine di una donna con la clessidra in mano, in ricordo ai limiti della fertilità, rifiutando appunto il termine “fertility” e proponendosi di ovviare al problema di un numero di parti ai minimi storici (secondo il Censis i nati in Italia nel 2015 sono solo 485.780, il numero più basso mai registrato, all'ultimo posto nella graduatoria dei Paesi europei con un numero di 1,35 nel 2015) incentrando “il discorso sulla salute riproduttiva delle donne e degli uomini”. Il testo approvato sottolinea che la salute riproduttiva è "uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale (…) che implica il fatto che le persone abbiano una vita sessuale soddisfacente e sicura, che abbiano la possibilità di procreare e la libertà di decidere se e quando farlo”. Dunque, al di fuori di queste condizioni, partorire sarebbe impossibile se non inappropriato.
Sicuramente la campagna della Lorenzin, che già includeva la fecondazione artificiale (che comunque scarta gli embrioni e concepisce la maternità come un diritto) come rimedio e che parlava sempre di “salute riproduttiva”, aveva almeno il pregio di ricordare a tutti una semplice verità, per dolorosa che fosse, che le donne oltre una certa età faticano a fare figli. Ma data appunto l’incapacità ad affrontare la realtà, un insieme di psicologi ed “esperti” della salute avevano subito protestato con una lettera aperta contro il ministro, preferendo continuare a cullare le donne nell’illusione che il corpo è un “diritto di cui disporre” insieme a quello “di decidere della propria fertilità secondo sentimenti e scelte personali". Sempre grazie alla provetta naturalmente. E non importa se le probabilità di rimanere incinta artificialmente sono basse e se diminuiscono con l’avanzare dell’età, perché l’unica preoccupazione di psicologi, esperti e politici pare appunto quella di non urtare la sensibilità del pubblico italiano, a costo di mentire sui rimedi alla denatalità.
E' così che il Pd ha addirittura chiesto di implementare l’educazione giovanile tramite servizi di informazione “sulla contraccezione, sulle malattie sessualmente trasmissibili”, introducendo ancora una volta il concetto del sesso come qualcosa da cui proteggersi date le conseguenze prolifiche. Fino al cortocircuito per cui per incrementare le nascite si dovrebbe applicare maggiormente la legge 194 sull’aborto, la vera causa dell’individualismo e quindi dell’inverno demografico per cui mancano all’appello oltre 6 milioni di italiani. Fra le mozioni avanzate dal Pd e approvate, la numero 626 spinge poi ad aumentare l’occupazione femminile, dimenticando che il vero dramma sta nel fatto che una donna nella maggioranza dei casi non può scegliere di restare a casa a curarsi della sua famiglia. In sintesi, la fuga dalla difficoltà anziché rimediare non fa che rinforzarne le cause.
Come nel caso della seconda immagine della campagna condannata dai media con ferocia e che appariva sull’opuscolo del “Fertility day” per invitare a non seguire le cattive abitudini (fumo, droga etc). Nella foto si contrappone una compagnia sana a una malvagia in cui compare fra gli altri un giovane di colore. Lorenzin si è presa quindi della razzista sebbene anche in questo caso sia un dato di fatto che la delinquenza proviene sopratutto dalla popolazione povera e diseducata e che spesso è immigrata. Sono quindi queste immagini a disturbare le coscienze politicamente corrette, molto più che i contenuti del “feritility day”, comunque molto deboli.
Peccato che fuggire la realtà per paura di essere attaccati o per timore del dolore che può provocare impedisce di analizzare veramente i problemi che ci affiggono e quindi di risolverli. Mentre lo scandalo della verità svela che l'unica via per arginare la denatalità è ricordare che l’aborto è una piaga che inganna le donne, che la provetta scarta i bambini ed è deleteria per la psiche, che la famiglia è bistrattata dallo Stato, che i giovani andrebbero educati alla responsabilità e alla bellezza dell’amore senza termine, e quindi al matrimonio in cui anche la sessualità fiorisce e smette di essere vissuta come qualcosa da cui proteggersi. Basterebbe un minimo di coraggio verso la realtà e quindi di raziocinio per comprendere queste semplici evidenze.