Fermato il dottore che tentò di prelevare il dna di Osama
I servizi segreti pakistani hanno arrestato Shakil Afridi, un medico
che cerò di prelevare il dna di Osama
bin Laden. Ingaggiato dalla CIA, aveva tentato di penetrare nel rifugio
di Abbortobad, dove si nascondeva
lo sceicco del terrore", con la scusa
di una finta campagna di vaccinazioni.
WASHINGTON – I servizi pachistani hanno arrestato un medico che per conto della Cia aveva cercato di prelevare un campione di Dna di Osama Bin Laden nel rifugio di Abbottabad. Il dottore – secondo quanto rivelato dal Guardian – aveva mascherato la sua missione dietro una campagna di vaccinazioni contro l’epatite B e la polio. Per non dare sospetti Shakil Afridi - questo il suo nome - si è offerto di sponsorizzare l’assistenza medica per conto di una società di Islamabad e ha iniziato in un villaggio poco distante da Abbottabad. In seguito ha raggiunto la cittadina compiendo almeno due visite. Una in marzo e l’altra in aprile. Durante queste missioni Afridi ha pagato dei funzionari locali perchè autorizzassero il suo personale a passare di casa in casa per somministrare i vaccini.
In realtà il vero obiettivo era la palazzina dove la Cia sospettava potesse nascondersi Bin Laden. Un’infermiera, secondo il piano, avrebbe dovuto vaccinare i bimbi (tra loro anche i nipoti del terrorista) che vivevano nella casa-rifugio e prelevare in qualche modo campioni di Dna. Reperti che sarebbero stati poi confrontati con quelli dei parenti di Osama conservati in un laboratorio Usa. Secondo la ricostruzione una delle infermiere è riuscita a entrare nell’abitazione del capo qaedista ma non è chiaro quale sia stato l’esito. E' probabile che l'operazione sia fallita, dato che il Pentagono ha sempre sostenuto di aver identificato il «bersaglio» solo dopo il blitz. Un altro risvolto misterioso riguarda una borsa consegnata da Afridi alla donna affinché la portasse all’interno della palazzina. E’ possibile che contenesse delle microspie.
Il medico è stato arrestato dopo l’uccisione di Osama nell’ambito di un’indagine condotta dall’Isi, i servizi segreti pachistani. Un’inchiesta che ha portato al fermo di numerose persone sospettate di aver aiutato la Cia nell’Operazione Geronimo. Le rivelazioni sull’arresto sono ulteriore conferma dei pessimi rapporti tra Washington e Islamabad. Gli Usa hanno congelato una parte consistente di aiuti militari mentre il Pakistan ha posto dei limiti all’attività degli 007 statunitensi. Infine, sempre a riguardo del dossier Osama, la Cia ha rivelato di aver spostato e posto sotto protezione l’analista che per anni ha gestito le informazioni sulla caccia a Bin Laden. Una risposta alla pubblicazione della sua foto su un sito. Gli 007 avrebbero raccolto segnalazioni su una possibile rappresaglia da parte di Al Qaeda.
Dal Corriere della Sera del 12 luglio 20101