Fare presepi per beneficenza diventa "sconveniente"
L’associazione AIEA ha proposto un evento per raccogliere fondi a favore di un centro per l'infanzia in Namibia: un concorso di presepi. Ma le scuole lo rifiutano, perché può "urtare la sensibilità" dei non cristiani. E pochi giorni prima il Pd aveva obiettato a un ordine del giorno in difesa di Asia Bibi e dei cristiani perseguitati.
Aiutare Mammadù, un piccolo centro che assiste bambini orfani e di famiglie povere in Namibia. Per farlo l’associazione AIEA, da anni impegnata in Africa sia sul fronte della salvaguardia della fauna selvatica sia su quello del sostegno a iniziative in favore, sempre in Africa, di minori in difficoltà, ha deciso di creare un evento legato al Natale. Pensando ai piccoli ospiti di Mammadù, che in questo periodo dell’anno ritagliano e colorano stelline, alberelli di Natale e personaggi del Presepio con cui decorare il loro centro, al presidente dell’AIEA, Davide Bomben, è venuta l’idea di organizzare un concorso di presepi realizzati da bambini coetanei di quelli namibiani, rivolgendosi alle scuole della città in cui è cresciuto e ha studiato, Ivrea. Sembrava una buona idea. Ma si sbagliava. I dirigenti scolastici cittadini, che si pensava avrebbero accolto con entusiasmo il progetto, interpellati tramite l’assessore alle politiche sociali e scolastiche, Giorgia Povolo, hanno invece detto che no, non ritenevano bello proporre una iniziativa che poteva non essere condivisa da tutti gli allievi e che avrebbe potuto urtare qualcuno, creare imbarazzo. A causa della presenza di bambini non cristiani – hanno spiegato – ormai negli istituti scolastici non si augura neanche più “Buon Natale”, ma “Buone Feste”.
“Abbiamo percepito una forma di perplessità nell'appoggiare l’iniziativa, probabilmente per non rischiare di urtare la sensibilità di bimbi appartenenti a fedi religiose diverse” ha spiegato l’assessore Povolo ai mass media che l’hanno interpellata dopo che la notizia del rifiuto ha incominciato a circolare. Ma il progetto non è stato abbandonato, questo nuovo caso di tradimento delle tradizioni cristiane non ha scoraggiato i promotori dell’iniziativa. “Il Presepe rappresenta il simbolo di un periodo magico, è il simbolo della nostra cultura, della nostra tradizione ma soprattutto della nostra fede religiosa e credo che tutti noi abbiamo il diritto ma anche il dovere di mantenere vive le nostre tradizioni – spiega ancora l’assessore – l’AIEA inoltre ha presentato un progetto estremamente apprezzato proprio perché finalizzato a sviluppare nei nostri bambini i concetti di solidarietà e integrazione”. Così il progetto è stato modificato. Bypassando le Dirigenze scolastiche, è stato rivolto a quel punto ai gruppi di catechismo, alle parrocchie e in generale a tutti bimbi di Ivrea e del Canavese che lo desiderino. In questo modo è nato “Presepi in città, Concorso di Presepi a Ivrea” per bimbi di età compresa tra i 4 e i 13 anni, invitati a realizzare, utilizzando materiali di varia natura ma soprattutto la fantasia, presepi che verranno esposti e votati da una giuria. Ai vincitori sarà assegnato un bellissimo premio. “Ritengo che sia un importantissimo progetto – conclude l’assessore Povolo – una bellissima iniziativa che ci consente di tenere vive le nostre tradizioni ma soprattutto di portare un aiuto concreto migliorando un po’ le condizioni dei piccoli namibiani”.
La vicenda del concorso rifiutato arriva pochi giorni dopo un altro spiacevole episodio. Il 22 novembre i consiglieri comunali della Lega, parte della maggioranza di centro destra che amministra la città di Ivrea dallo scorso luglio, hanno presentato in consiglio comunale un ordine del giorno per chiedere di sollecitare il governo italiano a prodigarsi in favore di Asia Bibi, la donna cristiana assolta dall’accusa di blasfemia dopo nove anni di carcere, che tuttavia come è noto non sarà mai al sicuro se non lascia il Pakistan dove i fondamentalisti islamici la vogliono morta e dove difatti, dopo la liberazione dal carcere, vive protetta dal governo in una località segreta. Al governo italiano si chiedeva inoltre di impegnarsi, coordinandosi con tutti gli stati interessati, a renderne possibile il trasferimento all’estero, e al parlamento europeo di esprimersi a favore della sua libertà sociale e religiosa, in nome della libertà di religione e di credo che deve essere garantita in ogni luogo del mondo. Nell’ordine del giorno si chiedeva infine al Consiglio comunale “di esprimere vicinanza e solidarietà verso Asia Bibi e verso tutti i cristiani perseguitati nel mondo, colpevoli soltanto di appartenere a una religione diversa da quella praticata dalla maggioranza degli abitanti dei Paesi in cui vivono”.
Su questo punto è iniziata una interminabile discussione avviata dal gruppo consiliare del PD, disposto a votare l’ordine del giorno a condizione però che dal testo fosse eliminata la parola “cristiani”. L’espressione “cristiani perseguitati” diventava “perseguitati” e basta e quindi spariva anche la frase successiva: “colpevoli soltanto di appartenere a una religione diversa…”. In altre parole il Consiglio comunale, secondo i quattro esponenti della minoranza PD, doveva esprimere vicinanza e solidarietà a tutti i perseguitati, non solo a quelli cristiani. Non era un emendamento peggiorativo – sostenevano – al contrario, serviva, secondo loro, a correggere un atteggiamento discriminatorio che privilegiava i cristiani escludendo tutti gli altri perseguitati. Hanno insistito a lungo, senza spuntarla. Alla fine l’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità: i suddetti consiglieri lo hanno infatti approvato, ma con palese disappunto.