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Omoeresie

Famiglie Lgbt in parrocchia, una svista "oculata"

In una parrocchia viene stampata una locandina LGBT per la Domenica delle famiglie. Poi la locandina viene cambiata.

Gender Watch 23_02_2018

La parrocchia di San Gelasio Papa in Roma organizza da molti anni un momento di festa per la Famiglia. Non sarebbe una notizia, se non fosse che per il prossimo appuntamento previsto per domenica 11 marzo il sito della comunità ha pubblicizzato la giornata in una maniera un po’ insolita e se vogliamo ardita.

Come? Ha pensato anzitutto di chiamarla Domenica delle Famiglie e in quel plurale ci passa, come i lettori della Nuova BQ sanno ormai bene, un mondo di declinazioni moderne per intendere la famiglia. Infatti a fianco dell’annuncio della Domenica delle Famiglie, il responsabile della notizia sul sito ha pensato di corredarla con una foto che rendesse bene il senso della giornata.

Eccola qui a fianco. Si tratta dell’immagine che ricorre spesso quando gli estensori dei nuovi diritti (dagli Lgbt alle Cirinnà) vogliono propagandare forme famigliari diverse da quella naturale fondata sul matrimonio. Infatti a contarle a una a una ci sono stilizzate tutte le casistiche delle cosiddette nuove famiglie: maschio-maschio-bambino; femmina-femmina-bambino; femmina-femmina; maschio-maschio; femmina-maschio-bambini-femmina-maschio-bambino (o altrimenti detto poliamore). E ancora: maschio-bambino e infine femmina-bambino.

A molti è sembrato uno spot alle unioni civili. A molti altri persino un incentivo a promuovere le adozioni da parte dei gay. E l’immagine ha iniziato così a girare nel mare magnum della rete, con tanto di sorrisini e sfottò. Financo di indignazione, tanto che qualcuno ha pensato di farla avere al vescovo ausiliare di Roma Guerino di Tora. Il prelato è intervenuto immediatamente e ha convenuto, d’accordo con il parroco, di eliminare immediatamente la fotografia e di ripristinare la dicitura Domenica della Famiglia.

Ovviamente, stando a quanto ha appreso la Nuova BQ, che ha contattato il parroco don Giuseppe Raciti, si è trattato di una svista. “Quella immagine è comparsa senza alcuna malizia, purtroppo con molta semplicità, chi l'ha inserita per animare la notizia degli incontri mensili delle famiglie che facciamo da 5 anni a questa parte tutte le domeniche, non si è accorta dell'ambiguità dell'immagine”, ha spiegato il sacerdote.

Una svista? Sarà, anche se sembra davvero una inavvertenza, diciamo così, molto oculata. Con tutte le immagini di famiglie al plurale, ma naturali, che Google image offre, l’occhio è caduto proprio su questa che da molto tempo a questa parte è, più che un’immagine, un manifesto delle varie declinazioni di amore. Legittimo dunque sospettare, come ha fatto la rete, che in parrocchia ci fosse qualche irriducibile fan delle unioni civili e con adozioni annesse. Ma se qui diamo conto del qui pro quo è solo per contribuire a fermare l’incontrollata ridda di sospetti che in queste ore si sta addensando sulla parrocchia.

In questi giorni infatti, le attenzioni sono giustamente altrove. Proprio domenica prossima la parrocchia avrà l’onore di ricevere la visita nientemeno che di Papa Francesco. Comprensibile dunque che la testa sia altrove e non certo a queste quisquilie. E ospitare il santo Padre con in casa certe immagini sarebbe sembrato davvero troppo.

Tutto è bene quel che finisce bene, dunque? A noi piace pensare che il patrono della parrocchia sia intervenuto con tutta la sua autorevolezza e abbia favorito l’agnizione finale. San Gelasio infatti fu uno strenuo difensore della retta dottrina, combattè l’eresia manichea e trasformò i licenziosi Lupercalia nella festa della fertilità di Maria, che oggi possiamo associare anche alla festa della famiglia. Non è escluso che quell’immagine abbia dato fastidio prima di tutto a lui, che, non avrà un sito internet da curare, ma se ne deve essere accorto ben prima del parroco.

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