Faccia a faccia tra Burke e il Papa
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È durato mezz'ora l'incontro fra Bergoglio e il cardinale americano che non ha voluto rilasciare commenti – e che non ci sta a passare per "nemico" del Pontefice.
Un faccia a faccia, non una resa di conti. Quello andato in scena ieri nella Biblioteca privata del Palazzo Apostolico non è stato uno scontro tra due avversari, ma piuttosto l'occasione per dimostrare che tali non sono.
Il Papa ha ricevuto in udienza il cardinale Raymond Leo Burke a più di sette anni dall'ultima volta. Un gesto di distensione da parte di Francesco che arriva un mese dopo la conferma della decisione di fermare l'erogazione del piatto cardinalizio e di cancellare l'assistenza sanitaria e l'affitto agevolato al porporato statunitense.
Una mano tesa da parte di Santa Marta che deve aver fatto piacere a Burke, da anni impegnato a contestare l'etichetta di nemico personale del Papa che molti – in Vaticano e sui media – cercano di appiccargli addosso. Il prefetto emerito della Segnatura apostolica lo ha detto più volte nel corso di questi undici anni di non essere disposto a passare per chi "rema contro" Francesco, perché la sua preoccupazione è solo quella di difendere l'insegnamento della Chiesa ed esercitare quella funzione di principale collaboratore del Sommo Pontefice nel governo della Chiesa universale insita nella dignità cardinalizia.
I contenuti del colloquio di ieri mattina restano top secret, come è giusto che sia. Il cardinale ha declinato qualsiasi richiesta di commento pervenutagli dai giornalisti. Da fonti vicine alla Terza Loggia apprendiamo che l'udienza sarebbe durata circa mezz'ora, non di più.
Una prova di disgelo che segue la partecipazione del porporato statunitense alla Messa della notte di Natale nella Basilica di San Pietro. Prima del 24 dicembre risaliva al funerale del cardinale George Pell l'ultima volta in cui i due erano stati nello stesso posto, quasi un anno fa. Non è detto che sul tavolo della scrivania della Biblioteca privata ci sia stato il dossier casa, come molti si attendono. Le comunicazioni ufficiali per una vicenda simile non partono certamente dall'appartamento papale e saranno con ogni probabilità gli organismi economici competenti a gestire una situazione che non ha fatto fare una bella figura alla Santa Sede.
A livello mediatico è passato soprattutto il messaggio di una ritorsione del Papa nei confronti di un prelato a lui ostile. A Francesco non deve aver fatto piacere se con una certa energia si è affrettato a smentire di aver definito Burke un suo nemico. Tuttavia, non bisogna dimenticare l'esistenza del Rescritto dello scorso febbraio che ha dichiarato la fine della stagione degli affitti di favore per cardinali, capi dicastero e così via negli immobili della Santa Sede. Un provvedimento legato alle logiche di mercato care a chi è stato chiamato a gestire i conti e che in Vaticano non è stato certamente apprezzato dai prelati, a prescindere dalla solo sensibilità ecclesiale. Francesco lo ha mitigato aggiungendo una clausola di discrezionalità.
In ogni caso, l'incontro di ieri segna un passo favorevole nella direzione di un ripristino di un rapporto umano tra il Papa e Burke che non fa male a loro due e meno che mai alla Chiesa.
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