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EDITORIALE

Europee, l'imperativo è votare

L'astensione dal voto o la preferenza alla politica del "vaffa" è la tipica forma di protesta di chi si aspetta dalla politica le condizioni per stare bene ed è disilluso. Ma noi andiamo a votare in forza di una speranza che non dipende dalla politica e abbiamo dei criteri chiari per costruire una società più umana.

Editoriali 25_05_2014
Urna elettorale

Anche se da ciò che si è sentito in questi giorni non sembrerebbe, oggi si va alle urne per rinnovare il Parlamento Europeo, oltre che una parte di amministrazioni locali in Italia. Ma in questo periodo, fatta eccezione per alcuni partiti che hanno fatto dell’uscita dall’Euro il loro cavallo di battaglia, di Europa si è parlato davvero poco. Le elezioni odierne sono state trasformate in una sorta di referendum sul governo Renzi, messo in pericolo dall’avanzata grillina (almeno stando ai sondaggi).

Anche questo, sicuramente, contribuirà ad alimentare il partito dell’astensione che si prevede in ulteriore crescita. Posizione comprensibilissima, visto anche il livello della nostra classe politica, ma non condivisibile.

Anzitutto perché molto spesso questo “distacco” è figlio di una concezione sbagliata della politica: ovvero, ci si aspetta che la politica risolva non solo i problemi di gestione della cosa pubblica, ma anche che crei le condizioni che ci permettano di stare bene, di sentirci bene. Ma la nostra salvezza, la nostra felicità non viene dalla politica. Una riforma istituzionale fatta bene magari ci semplificherà la vita, ma non ci dà la felicità. Quella viene da qualcosa o Qualcuno che sta ben prima ed è molto più grande della politica, e anche alla politica dà senso.

Si va a votare perciò non perché da lì (da un candidato o da un partito) ci viene la speranza, ma in forza della speranza che abbiamo. Da questo punto di vista, vale la pena sottolinearlo, c’è una sostanziale equivalenza tra il non voto e il voto alla politica del “vaffa”: c’è solo la distanza tra il rassegnato e l’arrabbiato.

Invece, crediamo che si debba votare per costruire e per questo la prima attenzione va a chi cerca di promuovere quei princìpi che nascono dalla consapevolezza che l’uomo è il vertice della Creazione, fatto a immagine e somiglianza di Dio. Famiglia, vita, libertà di educazione, libertà religiosa: princìpi che non sono confessionali ma che – come abbiamo detto molte altre volte – sono alla base di qualsiasi società che abbia interesse alla sua stabilità, prosperità e a durare nel tempo.

Nessun partito soddisfa o condivide totalmente questo approccio, però ci sono alcune linee di tendenza che ci permettono di fare una certa selezione, tenendo anche conto che per le Europee si può usare l’arma della preferenza.

Per questo motivo lunedì scorso abbiamo preparato un pagellone per far vedere – al di dà degli slogan elettorali – come hanno votato nella passata legislatura gli europarlamentari che si ricandidano, sulle risoluzioni legate ai princìpi di cui sopra. E per i nuovi candidati abbiamo fatto riferimento a due “manifesti” sui quali ai candidati è stata chiesta l’adesione.

Il quadro comunque che ne emerge è che sicuramente chi vota la sinistra sa in partenza che i “suoi” eurodeputati mai si spenderanno per vita, famiglia, educazione e libertà religiosa. Anche i cattolici dichiarati eletti nelle liste del Pd, hanno dimostrato nei voti presi in esame che la lealtà al Partito Socialista Europeo viene prima di qualsiasi altra considerazione. Come in un soviet qualsiasi. Stessa cosa, ovviamente, vale per i grillini, che addirittura hanno in mente un grande piano di statalizzazione dell’Italia, dalle scuole alle attività economiche.

Per le formazioni politiche del centro-destra è invece molto importante l’uso della preferenza, dato che tra i diversi candidati ci sono differenze anche notevoli sull’immagine di uomo e della società: si possono indicare due preferenze; anche una terza è possibile ma solo se uno dei votati è di sesso diverso dagli altri due (il regolamento parla di genere). Insomma, in questo senso gli strumenti che abbiamo indicato sopra (pagellone e manifesti firmati dai candidati) possono essere molto utili per orientarsi.