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IL VERTICE

Europa, Il polmone orientale ha le idee chiare

Altro che gruppo Visegrad: al summit dei Paesi del blocco orientale europeo è emerso che l’Europa deve essere più sussidiaria e devolvere alcuni poteri ai singoli paesi, l’Europa a velocità differenziata non è accettabile, è necessaria invece più "sussidiarietà e più cooperazione. Con uno sguardo all'eredità spirituale.
-IL DOCUMENTO: PORTE APERTE SOLO A CHI NE HA BISOGNO 

Esteri 06_05_2019

Altro che gruppo di Visegrad (Polonia, Slovacchia, Rep.Ceca e Ungheria), a Varsavia nei giorni scorsi è cambiato il paradigma con cui "leggere, interpretare e costruire" l’Europa di domani. "Insieme per l’Europa", questo il motto del Summit di alto livello svoltosi a Varsavia il primo Maggio per ricordare i 15 anni dell’entrata nella Unione Europea della gran parte dei paesi del ‘blocco’ centro orientale. I Primi Ministri di Polonia, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Lituania, Malta, Romania, Ungheria, Cipro, Lettonia, Slovacchia e Slovenia hanno preso parte alle celebrazioni e al confronto serrato sui destini europei a pochi giorni dall’appuntamento elettorale.  

Il Primo Ministro Polacco Mateusz Morawiecki nel concludere i lavori del Summit ha sintetizzato i contenuti essenziali: l’Europa deve essere più sussidiaria e devolvere alcuni poteri ai singoli paesi, l’Europa a velocità differenziata (progetto Franco-Tedesco con Olanda, Belgio, Svezia etc.) non è accettabile, è necessaria invece più "sussidiarietà e più cooperazione".  Tale messaggio finale è stato il cuore del documento finale che tutti i paesi e primi ministri presenti hanno approvato e che verrà presentato da tutti i 13 paesi al Summit PanEuropeo che si svolgerà il prossimo 9 maggio a Sibiu, in Romania. Il vicepresidente della Commissione europea Jyrki Katainen rappresentava la Commissione al vertice di Varsavia, dando prova della consueta statura diplomatica, non ha trovato di meglio che attaccare a muso duro la Polonia, accusandola di considerare l’Europa come una "vacca da mungere" e di "mettere in pericolo i principi dello Stato di diritto". 

Accuse che sono apparse disdicevoli a tutti gli ospiti e leaders presenti che hanno ribadito come “l'UE debba urgentemente cambiare rotta dopo le elezioni del Parlamento europeo di maggio”. La risposta alle recenti crisi, da quella economica alla Brexit, non è la centralizzazione dei poteri (perseguita da Bruxelles), né una valutazione con ‘doppi standars’,  ma il ritorno a trasparenza, responsabilità e “sovranità nazionale". "L'UE deve reinventarsi" per dare "nuova speranza" agli elettori europei. Gli europei hanno bisogno di un'UE socialmente sensibile; ambiziosa e innovativa,  dura contro i monopoli e il protezionismo. La cosa più importante è che l'UE deve tornare alle sue radici come unione di nazioni forti, uguali e libere", ha aggiunto il Premier Polacco. 

"L'Europa è stata fondata sull'idea che i suoi stati membri siano uguali all'interno dell'alleanza. Solo una volta che l'Europa diventerà veramente un gruppo di stati uguali e rispettosi, il continente potrà diventare una superpotenza”. "Abbiamo bisogno di un'Europa veramente forte, ma di un'Europa di paesi membri forti", ha osservato il primo ministro ceco Andrej Babis, aggiungendo che il Consiglio UE dovrebbe avere la voce principale nell'UE e non la Commissione che ora decide tutto. Il presidente sloveno Borut Pahor, ha dichiarato: "Non posso immaginare che vivremo altri cinque anni di stallo nell'UE".

La stampa internazionale ha snobbato il Summit di Varsavia compiendo anche l’errore di descriverlo come una riunione di politici anti europeisti. Un errore doppio e grave. Il secondo polmone di cui parlava San Giovanni Paolo II non solo è vitale per il futuro dell’Europa ma è oltremodo vivo e funzionante. Per i leaders dei paesi del centro ed est Europa, eccenzion fatta per Malta, descrivere l’Europa come nostra casa, futuro e bene comune ha un senso compiuto e reale. Solo coloro che non sanno nulla e nulla hanno letto delle testimonianze e delle sofferenze di quei popoli sotto i regimi comunisti, può immaginare che i leader riunitesi a Varsavia parlassero di Europa con la medesima supponenza e superficialità del francese Macron, dell’olandese Rutte o dello spagnolo Sanchez. La "gente di Varsavia" non scherza, grazie a Dio, la nostra Europa la vogliono davvero riformare e, con buon pace del ‘club dei visionari’ di Soros, ce la faranno. Chi temeva il blocco dei paesi di Visegrad ora dovrà ravvedersi, c’è ben altro spirito e idem sentire europeo che questi paesi interpretano e non si faranno certo intimorire dal tandem franco-tedesco.