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LA LETTERA

Eugenetica, un darwinismo deviato

L’eugenetica, oltre ad essere un orrore disumano dal punto di vista etico, è una bestialità dal punto di vista darwinista. Ecco perché...

Charles Darwin

Caro Direttore,

sono il padre di un ragazzino con gravissima disabilità, che nel primo anno di età non era in condizioni migliori di quelle di Alfie Evans.

Come padre, come cattolico praticante e come scienziato (sono fisico teorico dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), sono sgomento di quanto sta succedendo nel Regno Unito (ed in modo meno clamoroso in altri paesi) nei confronti delle persone con gravi disabilità, bambini in particolar modo.

Sono molto grato di quanto la Bussola ha fatto per cercare di aiutare concretamente Alfie Evans e di quanto continua a fare per porre in evidenza la disumanità della deriva etica che dall’aborto e dall’eutanasia ora è arrivata alla soppressione dei malati per ordine dello stato.

Ho letto con molto piacere il suo editoriale “Alfie ‘scartato’, la radice del male sta in Inghilterra” sulla Bussola del 23 aprile. Finalmente qualcuno parla delle origini dell’eugenetica e di come, prima che in Germania, si sia affermata nell’Europa del Nord e negli Stati Uniti. Vorrei fare qualche commento in proposito.

Da molto tempo penso che l’eugenetica, oltre ad essere un orrore disumano dal punto di vista etico, sia una bestialità dal punto di vista darwinista: “guidare” la selezione in modo da migliorare la razza umana è profondamente anti-darwiniano. Infatti, la cosa migliore da fare per assicurare che la selezione naturale migliori la razza umana è NON FARE NIENTE, perché se i supposti “migliori elementi della società” hanno un successo riproduttivo inferiore ad altri elementi, dal punto di vista darwinista NON sono affatto i migliori. In definitiva, oltre ad essere inficiata da un indebito (e pericolosissimo) salto dal piano scientifico-biologico al piano etico, l’eugenetica è fondata sull’idea antiscientifica e luciferina di poter fare meglio della natura (o di Dio, diremmo noi credenti). A me questa sembra una considerazione ovvia, e sono certo che qualcun altro l’ha fatta prima di me, ma non ne ho mai trovato traccia.

Nell’editoriale scrive molto correttamente, “in realtà il movimento eugenetico non se ne è mai andato”. Infatti, ben oltre la metà del secolo scorso, le sterilizzazioni forzate (a volte anche gli aborti forzati) sono continuate in paesi “civilissimi” come Giappone (fino al 1996), Russia (2009), Svezia (1976), Svizzera (1987), USA (1981), Canada (1972). Gradualmente la strategia è cambiata: l’enorme diffusione dell’aborto “eugenetico” è sotto gli occhi di tutti. L’arma per contrastarla è una corretta informazione, che rimarchi la continuità delle azioni del presente con gli orrori del passato.

Cordiali Saluti,

Massimo Campostrini