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Islam

Essere cristiani in Mauritania

Nel paese non esiste libertà religiosa e i cristiani hanno il permesso di praticare la fede solo in privato evitando qualsiasi forma di proselitismo

 

 

La Mauritania è uno stato musulmano, il suo nome ufficiale è Repubblica islamica di Mauritania. Più del 99% dei suoi 4,2 milioni di abitanti sono musulmani. Il numero dei cristiani è incerto. Probabilmente sono da 10 a 11mila, circa 4.500 dei quali cattolici. Per lo più si tratta di stranieri, africani e di altri continenti, alcuni però stabilitisi nel paese anche da decenni. La legge mauritana, nel rispetto delle prescrizioni islamiche, giudica apostasia rinunciare all’Islam, un reato che prevede la pena capitale. Chi si convertisse al Cristianesimo d’altra parte incorrerebbe nel biasimo generale, con la conseguenza di essere rinnegato da parenti e amici. Ai cristiani ovviamente è proibito svolgere opera di evangelizzazione. Per questo, ad esempio, possono aprire degli asili nido, che frequentati anche da bambini musulmani, ma non delle scuole. Possedere una Bibbia è consentito, ma nel paese il libro non può essere stampato e neanche venduto. La norma vale anche per ogni altro materiale religioso. Riunirsi per pregare o per altri scopi, anche in case private, richiede molta cautela perché può essere inteso come occasione per evangelizzare e conseguentemente perseguito. Questo rende molto difficile ai cristiani incontrarsi e praticare il culto insieme. Lo scorso novembre la circolazione di un video che riprendeva un battesimo ha creato scandalo e collera, addirittura la richiesta che i responsabili fossero messi a morte. Le autorità hanno arrestato 18 persone che sono state rilasciate solo a fine dicembre. “The Christian Post” riferisce che nei loro confronti non sono state mosse accuse e che le autorità hanno detto loro di andare a casa, praticare la fede in cui credono, ma in privato e con discrezione per non incorrere nelle ire dei vicini di casa. Ai confini orientali della Mauritania sono attivi dei gruppi jihadisti, alcuni dei quali legati ad al Qaeda, e in quelle zone i cristiani sono in pericolo, per quanto discretamente pratichino la fede.