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LA LETTERA

Equivoci sul Natale, la scuola e la falsa laicità

«Dobbiamo fare qualcosa con i ragazzi per il Natale, ma siccome siamo una scuola laica, dobbiamo usare dei termini “laici”, quindi non nominare Maria, Gesù o il Vangelo, perché quelli di altre religioni o non credenti potrebbero sentirsi a disagio». Cosa rispondere a chi vorrebbe così censurare il Natale?

Educazione 20_11_2015
La capanna della Natività

Caro direttore,

Una insegnate in una scuola elementare del Nord mi ha comunicato quello che è successo nell’incontro delle maestre per preparare la festa del Natale. Siccome questa è una questione che ritorna puntualmente ogni anno, sarà bene chiarire qualche punto. Diceva dunque la dirigente: «Dobbiamo fare qualcosa con i ragazzi per il Natale, ad esempio preparare una recita. Ma siccome siamo una scuola laica, dobbiamo usare dei termini “laici”, quindi non nominare Maria, Gesù o il Vangelo, perché quelli di altre religioni o non credenti potrebbero sentirsi a disagio». Tutte le maestre, anche l’insegnante di religione, erano d’accordo con la dirigente, tranne quella maestra di mia conoscenza. 

È lei che mi ha riportato il dialogo (si fa per dire) con la dirigente e le altre maestre. «Allora che termini usiamo?», dice la mia amica. Risponde la dirigente: «Ad esempio, immaginiamo il Grande Architetto che manda nel mondo un messaggio di pace e di fratellanza...». «Il Grande Architetto? Ma ti rendi conto di quello che dici? Questo è un termine massonico!». «Va be’, possiamo cambiare, magari prendendo lo spunto da una fiaba con vari personaggi... Avete qualche idea?». «Scusa», dice la mia amica, «ma se il Natale è una festa cristiana, perché non rappresentiamo il presepe vivente? Lì c’è un messaggio di pace, di salvezza per tutti, in un contesto di famiglia, di una famiglia provata, non accolta..». «Assolutamente no! Questa è una scuola laica, non cattolica! Ora chiudiamo la riunione. Pensate qualcosa e poi mi direte».

Allora ho detto alla mia amica: alla prossima riunione, vedi di portare il discorso proprio sulla laicità. La vera laicità consiste nel rispettare le diverse posizioni, religiose o politiche, purché siano nell’ambito della legalità. La scuola dovrebbe educare alla laicità, e cioè a far conoscere anzitutto i contenuti positivi che ci sono nella religione, e quindi insegnare a rispettarli e ad apprezzarli nell’arricchimento reciproco. Se il Natale è una festa cristiana, è giusto che lo si faccia conoscere come festa cristiana, in modo che anche chi non è cristiano la possa conoscere e prendervi quel messaggio universale che può arricchire anche lui. Del resto, se ci sono degli alunni mussulmani, essi non saranno certamente scandalizzati nel sentire parlare di Gesù e di Maria, perché anche il Corano parla della nascita di Gesù con grande rispetto». 

«Analogamente, quando i mussulmani fanno il Ramadan, sarà bene presentarlo a scuola, in modo che anche i cattolici o i non credenti possano conoscere perché è così importante per i mussulmani, e forse i cristiani comincerebbero a prendere un po’ più sul serio la Quaresima. Ancora, quando c’è una festa ebraica, bisognerebbe farla conoscere, anche se non c’è nessun ragazzo ebreo in classe, perché l’ebraismo è una delle radici della religione cristiana e anche mussulmana. Questo è il vero concetto di laicità: educare alla conoscenza di tutta la realtà umana, educare al rispetto della religione, non alla sua abolizione. Naturalmente bisogna distinguere quelle che sono le grandi religioni che hanno formato la cultura di interi popoli per interi secoli, da quelle che sono le sètte religiose più o meno recenti, che sono inficiate di fanatismo e di fondamentalismo».

«Hai ragione, ma per fare quello che dici ci vorrebbe troppa fatica! Le mie colleghe non hanno certo voglia di approfondire che cos’è la religione mussulmana o ebraica... A stento sanno qualcosa di cristianesimo, ma sono loro per prime a non credere più a niente, a essere “laiche” nel senso peggiore del termine. Quello che mi meraviglia è che anche l’insegnante di religione (cattolica) si sia appiattita sulle posizioni delle altre!». «In conclusione, dovresti dire che una scuola veramente laica, dovrebbe essere come lo Stato laico, che rispetta e tutela la religione. Sono gli Stati “atei” che vogliono eliminare la religione. La nostra deve essere una scuola “laica”, non “atea”, e perciò non solo potrebbe, ma dovrebbe rappresentare a scuola il Natale cristiano così com’è, senza stravolgimenti o camuffamenti»