Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
IL LIBRO

Elisa, una conversione di ascolto e sorpresa

Nel libro “Ama e fai quello che vuoi” Elisa Fuksas, una giovane donna del terzo millennio, figlia del celebre architetto, in passato convintamente atea, racconta con brio ma non senza sofferenza il suo cammino verso un imprevisto incontro con quel Padre a cui non aveva mai pensato prima. Fino al Battesimo, che le ha insegnato ad affrontare la lotta tra il bene e il male.

Cultura 01_03_2021

“Oggi io - che sono piena di dubbi- sento di poter affermare: credo davvero. Benché sia strano per quelli di sinistra come me, sempre così ideologici, pensare che la Chiesa sia uno spazio di libertà, soprattutto per una donna”. Così dichiara con decisione e coraggio Elisa Fuksas nel suo libro-testimonianza edito da Marsilio, che sta incontrando il favore di un vasto pubblico. Si legge tutto di un fiato proprio per lo stile giovane e disinvolto che corrisponde alla sua personalità schietta, complicata ma sinceramente tesa a una vita autentica. Racconta la storia non comune di una ragazza che arriva a 37 anni con alle spalle una esistenza decisamente confusa, come quella di tanti giovani che si avviano alla maturità nei giorni nostri. Elisa infatti, aldilà del cognome importante (il padre Massimiliano Fuksas è un archistar di fama e ingombrante, pur nella “distanza” vissuta con la figlia), cerca di trovare la sua strada con il fidanzato Giacomo con cui convive, ma in un rapporto che per lei manca di “mistero”. Vuole guadagnare con fatica l’indipendenza economica con lavori precari di scrittrice e regista e riconosce con disincanto tutte le contraddizioni del mondo borghese e vagamente alternativo in cui è inserita.

Ma deve arrivare la sferzata di quella che per lei non credente sembra quasi una proposta impossibile (“Ti sposo in chiesa”), perché cominci ad aprire gli occhi davvero. La spudorata richiesta, infatti, non è partita dall’indolente fidanzato convivente, ma da Luca, un uomo divorziato con due figli, che ha conosciuto a lezione di yoga. Reazione di Elisa: “Non sono battezzata”. Così nelle sue giornate irrompe “la prima incursione del soprannaturale e del miracoloso” . Ma lei stessa dovrà riconoscere che “il Mistero prende il volto delle cose che possono parlarci”, come Luca, con la sua richiesta di nozze religiose. O più tardi l’incontro sconvolgente (insieme con il fidanzato Giacomo che non sparisce affatto, ma con cui il rapporto si trasformerà) con la morte, quella di una ragazza in tuta da jogging e stesa a terra esanime. Elisa ha paura, paura della vita come della morte. L’amore di Giacomo non basta. Le è venuto in mente che vuole battezzarsi e lui non capisce, anzi la mette in guardia, perché “aderire alla Chiesa” significa che “ci sono regole”. Per due sregolati come loro... Eppure resta “la potenzialità del cambiamento”, la morte incontrata per strada, e quella affermazione sconvolgente di Luca: “ti vedo come una cosa eterna e ti voglio sposare”. Elisa continua la sua ricerca, da donna moderna qual è. E “chiede” notizie sul battesimo a Google... Scoprendo così  che per battezzarsi bisogna rivolgersi alla parrocchia di appartenenza.

Lei però non ha parroco, non ha chiesa, nemmeno un’appartenenza. Non ha niente. Le chiese sono per lei solo  luoghi di architettura, arte, genio. Come le ha insegnato suo padre. Da bambina per Elisa i santi erano “signori col cappello giallo”. Si scopre totalmente ignorante e perciò si procura una Bibbia di Gerusalemme su Amazon. D’altra parte la sua famiglia d’origine era rigorosamente atea, a scuola nell’ora di religione ha sempre fatto altro. Quindi le domande, i dubbi e le irrisioni su preti e Chiesa sono tante, sedimentate dal tempo dell’infanzia. La quotidianità va avanti con le sue contraddizioni. Tuttavia il mutamento continua, insieme con la “curiosità religiosa, misteriosa e inspiegabile”. Proprio ora dovevo pensare a Dio? si chiede la Fuksas, che desidera però sempre di più che la realtà le parli del Mistero. Comincia ad entrare nelle numerose chiese di Roma, dove addirittura guarda con invidia chi si confessa. E inizia il tempo delle scelte. Lascia Giacomo e cerca un prete per imboccare seriamente un cammino di fede. Scrive a don Francesco (figura che allude all’arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori), il sacerdote che ha sposato i suoi genitori: hanno preso questa decisione inspiegabile dopo una vita insieme. Eppure Elisa era certa che suo padre non credesse in Dio. È un loro segreto dunque, senza alcun motivo apparente. Ma già in quella occasione, che non l’aveva coinvolta fino in fondo, aveva sentito parole che ora assumono il loro vero valore. “L’uomo di fronte al Mistero ha un solo atteggiamento conveniente: l’ascolto”.

Elisa impara ad ascoltare persino le richieste a cui non aveva mai fatto caso, anche quelle della scorbutica nonna quasi centenaria, che è caduta e verso la quale non sa neppure se prova affetto. Eppure anche lei, che è stata comunista tutta la vita, ora vuole un prete. La nipote glielo cercherà e saprà starle vicino, così come si impegnerà a costruire un rapporto con Luca, il possibile nuovo compagno, i cui due figli però le creano un grande disagio. Una strada non facile dunque, in cui sarà aiutata da Elia, il giovane prete a cui don Francesco la affida. “Mostrati. Dio. Mostrati. Mi senti? Sto dubitando. Fatti vedere, Invisibile”. Sono le implorazioni sofferte di Elisa, che supplica per la prima volta. Sarà proprio don Elia ad allargarle lo sguardo. “La fede è guardare con occhi che permettono di vedere una realtà che non è immediatamente percepibile”. La guiderà nell’incontro con Gesù senza pretendere che diventi un’altra. Questo è stato chiaro fin dall’inizio e le scarpe Vans, nonché la montatura elegante e modaiola degli occhiali del giovane sacerdote, aiutano la ragazza a non sentirsi catapultata in un mondo troppo diverso. È ridicolo, pensa: si vuole battezzare proprio quando in realtà aumentano i casi di chi invece si vuole “sbattezzare”. Il cammino della catecumena è segnato da euforia e dubbi, benessere imprevisto e sfiducia, ma l’amico prete le ricorda che un percorso di fede è sempre pieno di incertezze e infedeltà. Occorrono pazienza e coraggio. Tanto più che la famiglia non capisce il cammino spirituale di Elisa e il vecchio fidanzato in perenne difficoltà richiede ancora assistenza: tanto che lei decide persino di ospitarlo in casa sua sul divano.

È un percorso tortuoso quello di questa giovane donna verso il Battesimo, accompagnato dalla diffidenza di amici e familiari. Ma il Mistero non cessa di aprirle dei varchi nelle sue giornate, con la compagnia intelligente di don Elia, che risponde alle sue domande ma la lascia libera e rispetta i tempi di una vita che può uscire solo lentamente dalla confusione e dall’angoscia. Così Elisa arriva a spalancarsi sempre più allo stupore, all’amore per gli altri e per Dio. La sua preparazione al sacramento del  battesimo non è solo catechismo, è un’avventura che racconta nel suo diario quotidiano, scritto con un linguaggio “da social”, ma con spunti di una profondità impressionante che ben si accordano con la suddivisione dei capitoli in tempi liturgici. Giunge a scoprire la “contemporaneità” di Cristo nella sua esistenza, proprio nella difficoltà di scegliere il bene e il male nelle situazioni quotidiane. E tutto in una prospettiva di guarigione, di salvezza per lei, che pensava che diventare grande significasse essere indipendente, cavarsela da sola. Invece intravede un orizzonte inaspettato: la vita è vocazione, come le dice don Elia. Siamo chiamati da Qualcuno nella nostra realtà concreta: ci tocca soltanto aderire a un disegno di bene su di noi. È un cammino che nessuno può fare al nostro posto. Diventa una faccenda estremamente seria.

Arriva finalmente la notte di Pasqua del 2019, la notte del Battesimo. Nel Duomo di Firenze. Elisa diventa creatura nuova, rivestita di Cristo, con tanto di veste bianca. Un anno dopo si ammala, viene operata e per grazia di Dio guarisce. Ha raccontato questo drammatico momento, affrontato in contemporanea con l’esplosione della pandemia, nel film “iSola”, che ha presentato all’ultimo festival di Venezia. La vita è sempre difficile (“vivere è un casino”, come dice lei sempre schietta e diretta). Riconosce con sincerità: “Ho sempre paura di morire, ho sempre paura di vivere. Anche se ora, forse, un po’ di meno”. E noi lettori, alla fine dell’impetuoso torrente del racconto di conversione di Elisa, non possiamo che comprendere la sua fatica, che è quella di tutti noi, ma soprattutto la ringraziamo perché ci ha mostrato quanto il Signore ci può essere vicino in qualunque situazione, anche la più contorta e apparentemente lontana dal suo amore.