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RIVOLTA CONTRO L'UE

Elezioni nell'Est tedesco, reazione al nuovo Soviet

Il voto di domenica in due Stati della Germania orientale (ex DDR) è l’ennesima conferma delle scelte alle elezioni europee: i partiti tradizionali calano, i Socialisti sono in picchiata, patriottici e populisti crescono a doppia cifra. I popoli orientali, dopo aver subito il potere dei Soviet, non consentono a nuovi poteri di privarli del proprio futuro

Esteri 03_09_2019
Elettori dell'AfD in festa

Il voto di domenica 1 settembre in due importanti Laender (Stati) della Germania, parte della allora Germania dell’Est, è stata l’ennesima conferma del voto già espresso alle elezioni europee: i partiti tradizionali calano, i Socialisti sono in discesa libera, patriottici e populisti crescono a doppia cifra ad ogni appuntamento elettorale. La doppia ipotesi con la quale si era costruita l’alleanza europea di potere dei "visionari europeisti" (SOC-LIB-VERDI con il PPE a rimorchio) non ha raccolto i successi sperati. Da un lato si pensava che escludere da ogni incarico istituzionale i conservatori e i populisti per eliminarli dalla scena politica, avrebbe ridotto i loro consensi, invece li ha accresciuti: le ingiustizie non pagano mai e il popolo lo capisce. Dall’altro lato, pensare che la sola elezione della tedesca Von der Leyen potesse ricompattare i cittadini tedeschi intorno ai partiti tradizionali e a questa Europa, si è dimostrato sbagliato. Gli specchietti per le allodole non bastano più, anzi appaiono agli occhi dei cittadini come ulteriori insulti alla loro intelligenza. L’Europa deve cambiare a fondo, tornare cioè alle fondamenta e non spingersi verso ulteriori "rinascimenti" e "umanesimi’ esoterici.

I risultati sono chiari in entrambi gli Stati tedeschi dove si è votato. Nel Brandeburgo, dove governava una maggioranza di Socialisti e Sinistra, i Socialisti passano dal 31,9 al 26,2 % (-5,7); i Popolari dal 23 al 15,6 (-7,4); Sinistra dal 18,6 al 10,7% (-7,9), Verdi dal 6,2 al 10,8 (+4,6), la destra dell’AfD passa dal 12,2 al 23,5% (+11,3). Ora sarà impossibile replicare lo stesso Governo, la coalizione rosso-rosso, dovrà scegliere di allargare le proprie fila ai Verdi o aprire ai Cristiano Democratici.

In Sassonia, le cose non sono andare meglio per i partiti tradizionali.  Governava una maggioranza di Cristiano Democratici e Socialisti, con i primi al 39,4% e i secondi al 18.9%. Ora il quadro è cambiato: Cristiani Democratici al 32,1 (-7,3%); Sinistra al 10,4 (-8,5%), Socialisti al 7,7 (-4,7%), Verdi al 8,6% (+2,9) e destra di AfD che sale al 27,5% (+17,7).

La grande stampa tedesca ha salutato i risultati come un sollievo, l’AfD non è riuscita a vincere in nessuno degli Stati, una magra ed illusoria consolazione, la verità è ben altra, i tedeschi affidano sempre più le loro preoccupazioni e destini al partito che vuole difenderne l’identità, le radici culturali e religiose ed il benessere, anche contro una Europa guidata dalla Germania. L'AfD in Sassonia ha chiesto l’annullamento del voto, dopo che i problemi legali e pronunciamenti giudiziari li hanno costretti a rinunciare a diversi candidati nei collegi elettorali, invece di 61 ne hanno potuti presentare solo 30. Nonostante il risultato ottenuto del 27,5%, se l’AfD vincesse i ricorsi, il successo potrebbe persino ampliarsi.

Nei commenti a caldo, dopo il voto, la leader e Segretaria Generale della CDU Annegret Kramp-Karrenbauer ha escluso ancora una qualunque cooperazione con i populisti di destra di AfD. Alla domanda se la pensasse ad una possibile alleanza o collaborazione con la destra, Kramp-Karrenbauer ha ribadito di escluderla e anzi di esser certa che molti elettori abbiano votato i Cristiani Democratici proprio come baluardo contro i populisti.

Forse non c’è stato uno ‘tsunami’, ma il terremoto può aver scosso le fondamenta del paese. La vittoria delle destre di AfD (identitaria, pro vita e famiglia) è stata la prima vera risposta popolare al nuovo corso europeo e alla crisi economica alle porte in Germania.Nei giorni immediatamente precedenti al voto, la stampa tedesca, aveva cambiato la narrativa ed era passata dall’allarme per il pericolo fascista alla esaltazione del fenomeno dei Verdi, consci di un consenso alle destre che non poteva essere semplificato come malinconia del passato nazista. Non è chiaro se i risultati finali di domenica provocheranno una crisi politica nazionale, elezioni anticipate o se l’attuale governo si allargherà anche ai Verdi e ai Liberali, seguendo la logica della ‘conventio ad escludendum’ nei confronti della destra di AfD.

Il partito democristiano, almeno nel Brandeburgo, potrà scegliere se proseguire l’esperienza (di fatto fortemente ridimensionata dagli elettori) con Socialisti ed altri o, per la prima volta, sperimentare una inedita alleanza con la destra di AfD, seguendo la direzione che tornerà a prendere l’Austria dalle elezioni politiche del prossimo 29 settembre. Per ora si esclude una alleanza a  destra, ma mai dire mai… Dopo Sassonia e Brandeburgo, a fine ottobre prossimo, sarà la volta del Land della Turingia, anche qui l’AfD potrebbe duplicare i consensi e confermare il proprio ‘appeal’ popolare.

I socialisti dell’SPD e la CDU continuano ad ogni elezione a vedere un calo dei propri consensi, un calo che è molto più marcato per i Socialisti e la Sinistra. I Verdi sono sempre più angurie, ma i "rossi" che raccolgono sono solo una parte degli elettori che fuggono dai Socialisti e dalla Sinistra. I Cristiani-democratici sono davanti al dilemma, ancora più stringente vista la contrazione economica tedesca: far saltare il banco, tornare al voto e archiviare la Merkel, oppure accontentarsi del "Metodo Ursula" allargando le coalizioni regionali e quella nazionale ai Verdi e Liberali, assicurarsi potere e posti, nella speranza che i sentimenti identitari e popolari svaniscano nel nulla o, magari, si stemperino grazie alle politiche di sostituzione etnica e culturale suggerite dai Soros di turno.

L’Est Europa, come la Germani dell’Est, sopporta sempre meno inciuci e tentazioni totalitarie ed ideologie colonialiste. Il "polmone" e i popoli orientali, dopo aver subito per decenni il potere dei Soviet non consentono a nuovi poteri di privarli del proprio futuro. Nel resto dei Paesi europei, nonostante il metodo di eliminare in Italia Salvini e la Lega ed in Francia la Le Pen, i cittadini affideranno le proprie frustrazioni agli stessi partiti vittoriosi alle Elezioni europee. L’illusione del "visionari", europei ed italiani, di eliminare il problema del risorgente patriottismo, sovranismo, populismo, con un semplice colpo di spugna, con una "conventio ad escludendum" e con giochini di palazzo, non può e non sarà mai la risposta al malessere e agli ingiusti soprusi che le popolazioni europee percepiscono e contro le quali si ribellano. Il voto alle destre identitarie e patriottiche, nelle sue varie colorazioni, non è un voto per far rinascere il fascismo, è l’opposto. E’ necessario ribaltare il paradigma: molti cittadini europei, specialmente ad est ma non solo, votano per questi partiti perché percepiscono tutti i segni di un ritorno al passato, sentono ‘a pelle’ come sorde burocrazie ed ideologie neocomuniste vogliano privarli di dignità e libertà.