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Egitto, ucciso un cristiano Richiamato l'ambasciatore in Vaticano

Un poliziotto ha sparato su un treno diretto al Cairo uccidendo un uomo e ferendo altre 5 persone, tutti cristiani. Sconosciuti i motivi del gesto, ma si teme una ulteriore escalation della tensione. Intanto il governo accusa la Santa Sede di interferenze, e ri chiama l'ambasciatore. La Santa Sede smorza i toni.

Attualità 11_01_2011
egitto carta
Un copto ucciso in una sparatoria tutta da chiarire mentre il governo egiziano ha richiamato al Cairo il proprio ambasciatore presso la Santa Sede, per chiarimenti sulle presunte interferenze del Papa (vedi l’editoriale). E’ la cronaca delle ultime ore, che ha riportato l’attenzione sulla difficile situazione in Egitto.

Vediamo anzitutto il nuovo fatto di sangue. Secondo le informazioni fornite dal ministero dell’Interno un poliziotto non in servizio è salito nella città centrale di Samalut sul treno partito da Assiut e diretto al Cairo, e ha fatto immediatamente fuoco su alcuni viaggiatori, uccidendo un uomo di 71 anni e ferendo cinque donne, tra cui la moglie della vittima. Tutte le persone colpite sono cristiane, sempre secondo il ministero dell’Interno. Lo sparatore, Amer Ashour Abdel-Zaher, è immediatamente fuggito ma la polizia è risalita a lui e lo ha arrestato quando era già tornato a casa. I motivi dell’omicidio non sono chiari e la polizia ha subito interrogato l’assassino, ma finora nulla si è saputo sui motivi.

Non si sa dunque se la morte del cristiano sia casuale – non sapendo l’assassino chi fosse su quel treno – oppure una ulteriore provocazione contro la comunità cristiana egiziana a pochi giorni dalla strage nella chiesa di Alessandria che il 1° gennaio ha provocato 23 morti. Certo è che proprio la vicinanza tra i due eventi rischia comunque di scatenare reazioni. Il timore delle autorità è che si sia in presenza di un vero e proprio piano per destabilizzare l’Egitto, in concomitanza con la travagliata successione al presidente Mubarak, ormai molto anziano (83 anni) e con gravi problemi di salute. In ogni caso sono assai probabili altre reazioni di protesta dei cristiani che già all’indomani della strage di Capodanno avevano manifestato ad Alessandria e al Cairo.

Sul fronte diplomatico invece il governo egiziano ha richiamato l'ambasciatore presso la Santa Sede per consultazioni. Una decisione, ha spiegato in un comunicato il portavoce del ministero degli Esteri Hossam Zaki, presa «sullo sfondo delle nuove dichiarazioni del Vaticano concernenti gli affari interni egiziani». «Queste dichiarazioni - ha affermato il portavoce - sono considerate dall'Egitto come un'ingerenza inaccettabile nei suoi affari interni».
Che non si tratti però di una crisi diplomatica lo dimostra il fatto che lo stesso ambasciatore egiziano, signora signora Lamya Aly Hamada Mekhamar, prima di partire per il Cairo ha voluto incontrare il “ministro degli Esteri” vaticano, monsignor Dominique Mamberti, per spiegare l’iniziativa. Al termine dell’incontro la Sala stampa vaticana ha diffuso un comunicato che smorza notevolmente i toni: la Santa Sede – vi si legge - «condivide pienamente» la preoccupazione del governo egiziano di «evitare l'escalation dello scontro e delle tensioni per motivazioni religiose». La Santa Sede – ha detto mons. Mamberti al diplomatico egiziano - partecipa «all'emozione del popolo egiziano, colpito dall'attentato di Alessandria».