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AMBIENTE

Eco-sostenibilità: pregare, ma per cosa?

Dottrina sociale 08_09_2021

Il primo settembre scorso il Vaticano aveva diffuso il video nel quale Francesco invitava a pregare nel mese di settembre che stava iniziando. Il tema era il seguente: uno stile di vita eco-sostenibile: "Preghiamo perché tutti noi prendiamo le decisioni coraggiose, le decisioni necessarie per una vita più sobria ed ecosostenibile, ispirandoci ai giovani impegnati in questo cambiamento".

Ieri 7 settembre un comunicato stampa della Santa Sede informa che “per la prima volta, i leader della Chiesa cattolica romana, della Chiesa ortodossa orientale e della Comunione anglicana hanno avvertito congiuntamente l’urgenza della sostenibilità ambientale, del suo impatto sulla povertà e dell’importanza della cooperazione globale”. Essi quindi “invitano a pregare per i leader mondiali prima della Cop26 di novembre”: “Chiediamo a tutti di ascoltare il grido della terra e delle persone povere, esaminando i propri comportamenti e impegnandosi a compiere sacrifici significativi per il bene della terra che Dio ci ha dato”.

Dal punto di vista della Dottrina sociale della Chiesa, inviti alla preghiera di questo tipo non convincono e risulta molto difficile pregare Dio in questi termini e secondo queste intenzioni. La prospettiva sembra essere quella della “conversione ecologica” e non della conversione a Cristo. Le correzioni di rotta sembrano riguardare comportamenti dettati dall’ecologismo di maniera e non dalla lotta contro il peccato. L’appoggio ad iniziative politiche – come la prossima Cop26 – sembra eccessivo, dato che in passato quelle stesse iniziative hanno fallito soprattutto perché le basi teoriche su cui si fondavano erano imprecise (e lo rimangono).

Se poi si esaminano i singoli punti di queste dichiarazioni di preghiera, si nota che la loro analisi del problema ambientale è molto debole e a senso unico. L’inquadramento del problema è superficiale e perfino tendenzioso. Come si può pregare Dio per una causa non chiarita in modo sufficiente, non solo dal punto di vista teologico, ma prima ancora nei suoi dati di fatto? Se al problema ambientale si sovrappone una visione ideologica di parte, diventa difficile chiedere di pregare Dio affinché guidi e sostenga chi si impegna per il cambiamento.

Per esempio, se qualcuno mi invita a pregare per l’eco-sostenibilità, io subito gli chiedo cosa intenda con questo termine. Molti si dimostrano interessati all’eco-sostenibilità ma in modo sbagliato, per esempio favorendo la pianificazione delle nascite da parte del potere. Questa concezione di eco-sostenibilità è disumana e quindi anche non cristiana, perché considera l’uomo uno strumento per conseguire la stabilità dell’ecosistema, mentre la verità è l’opposto: bisogna stabilire l’ecosistema per l’uomo, ossia garantendo la sua “trascendente dignità” rispetto all’ambiente e il suo dovere di governarlo per il proprio bene.

Per dirla in altri termini ancora più chiari: non si può e non si deve chiedere di pregare per l’eco-sostenibilità come la intende l’ONU, o il presidente attuale degli Stati Uniti d’America, o l’Organizzazione mondiale della sanità …. Queste sono visioni di parte e interessate, deformanti la vera visione cristiana dell’ambiente per cui non è lecito chiamare in causa addirittura Dio. Ogni concetto di eco-sostenibilità che comprenda la diffusione dell’aborto, la valorizzazione dell’omosessualità in quanto non procreativa e quindi non “dannosa” per l’ambiente, l’impostazione disumana della procreazione tramite la fecondazione artificiale, oppure che offra anche piccole concessioni alla ideologia anti-specista che non accetta la superiorità dell’uomo sugli altri esseri viventi, oppure che dia vita a forme totalitarie di controllo e di tracciabilità delle persone con la scusa di evitare danni ambientali o eventuali pandemie, oppure che stravolga le priorità del comportamento morale accudendo i cani meglio che non i bambini … non merita certo la preghiera cristiana.

Questi inviti alla preghiera non sono quindi sufficientemente fondati nella verità delle cose e quindi non impegnano il credente cattolico. Propongono di pregare per una causa confusa e che si presta, proprio per la sua genericità, a interpretazioni ideologiche riduttive o completamente spagliate.

A ciò si aggiunga che molti concetti espressi in questi appelli non solo sono confusi ma anche errati. Per esempio il nesso tra Covid, eco-sostenibilità e povertà (il famoso “grido della terra e grido dei poveri”) è molto difficile da dimostrare e molti interventi considerati eco-sostenibili producono povertà anziché alleviarla. Per lottare contro la povertà sono stati mandati nei Paesi poveri vaccini e mascherine di cui non c’era bisogno, invece di aiuti molto più utili.

A me sembra che quando la Chiesa chiede di pregare il Signore lo debba fare in modo conveniente.