Ecco l’eugenetica per via giudiziaria
Il Parlamento fa le leggi, i giudici le smantellano a colpi di sentenze. Ora ci risiamo: con un ultimo colpo, la Corte Costituzionale ha deciso di togliere il divieto alla diagnosi pre-impianto, alle coppie fertili, ma portatrici sane di patologie genetiche. Siamo all'eugenica per via giudiziaria.
La Corte Costituzionale ha accolto l’ennesimo dubbio di costituzionalità della legge 40, contro il divieto alla diagnosi pre-impianto degli embrioni prodotti in laboratorio tramite la fecondazione artificiale e a favore dell’accesso alla tecnica anche delle coppie non sterili. A ricorre sono state due coppie portatrici di anomalie genetiche trasmissibili, assistire dai legali dell'associazione radicale Luca Coscioni. Si apre così la strada all'eugenetica per via giudiziaria.
SANCITO IL DIRITTO AL FIGLIO, ANCHE A QUELLO PERFETTO di Giacomo Rocchi
Dopo la sentenza della Consulta che toglie il divieto della fecondazione assistita, e dunque alla diagnosi pre-impianto, alle coppie fertili, la logica della legge 40 è sempre più chiaro: gli embrioni prodotti non sono nulla, non sono uomini ma "materiale biologico" di proprietà di chi li ha prodotti; le tecniche servono per soddisfare desideri degli adulti e nessuno può mettere ostacoli.
NUOVO COLPO DEI GIUDICI, SMANTELLATI TUTTI I DIVIETI di Luigi Santambrogio
Il Parlamento fa le leggi, i giudici le smantellano a colpi di sentenze. Con certe leggi, poi, l’intervento togato pare ancora più distruttivo. Come per la Legge 40, quella che quando venne approvata poneva invalicabili confini alla fecondazione assistita. Ora ci risiamo: con un ultimo colpo, la Corte Costituzionale ha deciso di togliere il divieto alle tecniche di fecondazione assistita, e dunque alla diagnosi pre-impianto, alle coppie fertili, ma portatrici sane di patologie genetiche. Era l’ultimo fortino rimasto ancora in piedi di una legge ormai sfigurata dai continui interventi “giudiziari”.