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NUOVI “DIRITTI”

E ora la madre vuole essere riconosciuta come “padre”

“Freddy” McConnell, 32 anni, giornalista del Guardian, è una donna che si sente uomo e che nel 2018 ha partorito un bambino. Ha avviato una battaglia legale molto bizzarra, chiedendo di essere riconosciuta come “padre”. E potrebbe pure vedersi dar ragione, visto l’andazzo che va contro la biologia e il buonsenso.

Attualità 12_09_2019

Una donna "diventata" uomo, tenendo comunque l’utero per conservare la possibilità di restare incinta, ha avuto un figlio e adesso vuole esserne riconosciuta come il padre. Se non ci avete capito molto, niente paura: è normale. La vicenda di “Freddy” McConnell, 32 anni, giornalista del Guardian, ha infatti dell’assurdo. È la storia di una donna che all’età di 25 anni, per adeguarsi alla propria “identità di genere”, ha iniziato ad assumere testosterone sottoponendosi a diversi interventi fra cui uno di modellamento del torace, subito in Florida.

Tutto ciò, appunto, per "diventare" maschio, ad eccezione dell’apparato riproduttivo, lasciato intatto. Tant’è vero che nel 2018 McConnell ha dato alla luce un figlio. Ora, basterebbe già questo a sobbalzare e a chiedersi che razza di vicenda sia mai questa. Il punto è che non è tutto. Infatti la notizia di questi giorni, rimbalzata sui media britannici, è che il primo uomo transgender ad aver partorito - già protagonista di un documentario presentato al festival di Tribeca, a New York, nel quale racconta la sua storia - ha avviato una battaglia legale molto bizzarra, come se di bizzarro non ci fosse già abbastanza in questa storia: quella per essere riconosciuto padre del figlio che ha tenuto in grembo.

Una richiesta che McConnell è ‘costretta’ a formulare ai giudici a causa del fatto che le leggi, parole sue, «non sono rimaste al passo con la società». Naturalmente i media stanno presentando il fatto che costei non possa figurare come padre una grave ingiustizia, e la cosa peggiore è che in tribunale, visto l’andazzo, potrebbe pure vedersi dar ragione. Se ciò accadesse, si sentenzierebbe la presenza di un fatto mai accaduto nella pur lunga e travagliata storia dell’uomo: l’esistenza di un bambino totalmente senza madre.

La condizione del figlio del giornalista trans diventerebbe infatti differente - assai più grave, aggiungiamo - da quella di un orfano, dal momento che quest’ultimo è colui che una madre non l’ha più. Invece il bambino di McConnell, se il genitore la spuntasse davanti ai giudici, si troverebbe a essere riconosciuto figlio esclusivo di un padre. La figura materna, già culturalmente sbiadita dalle diciture “genitore 1” e “genitore 2” e concettualmente frammentata da pratiche quali la fecondazione in vitro e l’utero in affitto, ne uscirebbe così eliminata del tutto.

Un passaggio epocale e tragico di cui la donna inglese «diventata» uomo sembra non essere al corrente, dato che non fa che lamentarsi di una condizione che ritiene ingiusta. Come se fossero i documenti legali e medici a essere «transfobici» e non lui ad avanzare pretese che sfidano la logica, la biologia e il buonsenso - tutti assieme. Per non apparire troppo sentenziosi, evitiamo ulteriori commenti su questo fatto senza poterci comunque astenere da un’ulteriore considerazione che potrebbe apparire paradossale e provocatoria, anche se non lo è.

La considerazione è la seguente: quando chiede di essere riconosciuto come padre del bimbo che ha avuto in grembo, “Freddy” McConnell ha ragione; la sua è infatti una richiesta avanzata in un contesto sociale che, senza troppe difficoltà, gli ha già riconosciuto la possibilità di «cambiare» sesso e, ciò nonostante, di restare incinta e di diventare genitore. In altre parole, i più estremi desideri di questa persona - che verosimilmente andava fin da principio accompagnata in un percorso ben diverso da quello che poi ha intrapreso - sono stati già da tempo riconosciuti come diritti.

Perché, allora, mettersi ora a sottilizzare sulla sua richiesta di essere riconosciuto come padre del figlio? Ne va dell’assurda cancellazione del ruolo materno, come abbiamo detto, e del riconoscimento di un figlio geneticamente orfano. Vero. Ma in un mondo in cui l’assurdo è stato sdoganato non ha senso, adesso, far finta che così non sia. Meglio, quindi, andare fino in fondo. Se invece si ritiene questa scelta totalmente sbagliata - come in effetti è - non ci si può limitare a dire “no” alla richiesta di McConnell. Occorre il coraggio di affermare la verità dal principio: «Maschio e femmina li creò».