E l'Europa abbraccia i salafiti
Esponenti del partito salafita al-Nur, candidato in Egitto, sono in Europa per un tour elettorale (alla ricerca di voti degli emigrati) ma anche per stabilire un rapporto diretto con i governi europei. Che scelgono gli estremisti come interlocutori.
«[Il partito al-Nur] non si presenterà come alternativa politica al Partito Libertà e Giustizia né a qualsiasi altro partito politico» e «ha intenzione di raggiungere il mondo e le comunità egiziane all'estero, per portare un lume di speranza e cercare di convincerle a partecipare alla costruzione della nazione dopo la rivoluzione». Queste parole sono state pronunciate da ‘Amr al-Makki, noto membro del partito salafita al-Nur egiziano, alla vigilia del tour europeo di dieci giorni, iniziato lo scorso martedì 7 maggio, che vedrà una delegazione del partito recarsi in Belgio, nei Paesi Bassi, in Germania, Austria e Francia. Il tour europeo non è solo pensato per essere una campagna elettorale tra gli egiziani che vivono all'estero, ma ha anche lo scopo di stabilire contatti diretti con i politici e le istituzioni dei paesi europei.
Il sito della televisione satellitare Al Arabiya ha riferito che il partito salafita avrebbe chiesto a Saad al-Din Ibrahim, attivista egiziano per i diritti umani e fondatore dell’Ibn Khaldun Center for Development Studies del Cairo, di aiutarli a entrare in contatto con i politici sia negli Stati Uniti che in Europa. Saad al-Din al-Ibrahim ha dichiarato che "i salafiti, a un anno dalla presa di potere dei Fratelli Musulmani, si sono resi conto di essere stati usati dalla Fratellanza per raggiungere il potere e di essere trattati come schiavi nell’antica Roma. Ultimamente hanno iniziato a contrapporsi a questo atteggiamento e hanno iniziato a cercare i canali indipendenti per raggiungere gli egiziani all'estero e il mondo esterno ".
Ebbene, nelle elezioni parlamentari del 2011-2012 il Partito al-Nur si è attestato come la seconda più potente forza politica in Egitto, dietro la Fratellanza Musulmana. Insieme, la Fratellanza e il partito al-Nur incarnano l'ascesa degli islamisti dopo la caduta di Hosni Mubarak. Le elezioni parlamentari del 2013 avrebbero dovuto iniziare lo scorso 22 aprile, ma sono state rinviate alla fine di quest’anno, probabilmente al mese di ottobre. Il tour europeo, senza dubbio è destinato a fare conoscere la loro visione e le loro idee politiche agli egiziani che vivono in Europa. Se lo scorso ottobre il Partito al-Nur ha partecipato a una visita nei Paesi Bassi con una delegazione di cinque partiti egiziani, con il Partito Libertà e Giustizia, il partito nazionalista liberale Wafd, il partito liberale degli Egiziani liberi e il partito socialista Tagammu, questa è la prima volta che organizza una delegazione separata.
Si tratta di un evento importante e interessante sotto molti punti di vista. In primo luogo, significa che i salafiti hanno perfettamente compreso che i Fratelli Musulmani, in generale, e il presidente Morsi, in particolare, si trovano in una posizione difficile. Problemi interni, sia sociali sia politici, hanno indebolito il Partito Libertà e Giustizia. Le accuse di corruzione contro i Fratelli musulmani potrebbero portare alle prossime elezioni a uno spostamento del voto "islamico" verso i salafiti, ovvero verso l'estrema destra. In secondo luogo, la scelta dei paesi evidenzia non solo gli Stati europei con una comunità egiziana consistente, ma anche quelli in cui le idee salafite sono già note e diffuse. È anche interessante il fatto che Italia, Spagna e Regno Unito siano stati lasciati da parte.
Il motivo potrebbe risiedere anche nel fatto che in Spagna e nel Regno Unito la comunità non è numerosa, mentre in Italia, anche se è la più numerosa comunità egiziana in Europa, da un lato è costituta in gran parte da copti, dall'altro da noi il salafismo non è ancora radicato. Ultimo, ma non meno importante, è il punto di partenza del tour europeo del partito al-Nur ovvero una conferenza sulla transizione nella sponda sud del Mediterraneo organizzata dalla Carnegie Europe, in collaborazione con il Dipartimento federale degli affari esteri svizzero, il Parlamento europeo e l’Egmont - l'Istituto Reale per Relazioni Internazionali. Alla conferenza, che si è tenuta il primo giorno presso il Parlamento europeo, il secondo giorno presso la Fondation Universitaire di Bruxelles, erano presenti quasi esclusivamente i partiti islamici, dai Fratelli Musulmani - compresi il partito tunisino al-Nahda, il partito egiziano Libertà e Giustizia, i partiti marocchini Giustizia e Carità (illegale, ma tollerato dal governo marocchino) e Giustizia e Sviluppo - ai salafiti, rappresentati dai partiti egiziani al-Nur e al-Asala, quest’ultimo ultra-conservatore. Praticamente assenti i partiti di opposizione, come se non fossero parte integrante dello scenario politico e sociale.
Non si è tenuto conto che paesi come l'Egitto e la Tunisia sono ancora in fase di transizione e in continuo fermento e che la lotta per il potere politico non si svolge solo in seno ai “blocchi” islamici, ma assiste anche a una sfida aperta tra il blocco islamico e quello laico. Sembra che l'Europa abbia fatto la sua scelta: gli islamisti. Dal canto loro anche gli islamisti hanno fatto la loro scelta: l'Europa. L'Europa dovrebbe ricordare che il partito salafita al-Nur è composto prevalentemente da giovani e che Nader Bakkar , uno dei suoi membri di punta, invitato alla conferenza di Bruxelles, ha solo 28 anni. La sua giovane età e la rapida carriera politica di Bakkar sono legati al fatto che il partito ha imposto sin dall’inizio una quota del 20 per cento per i giovani al di sotto di 35 nelle alte cariche. Questo fatto è in perfetta sintonia con la diffusione del salafismo tra i giovani musulmani europei, soprattutto in paesi come la Germania, che rappresentano quindi un terreno fertile per la propaganda delle idee del partito al-Nur.
Per concludere, il tour salafita in Europa dovrebbe essere preso molto sul serio e dovrebbe essere seguito con estrema attenzione dalle autorità e dagli organi di sicurezza europei al fine di individuare le aree con una presenza salafita, che di solito è sinonimo di mancanza di integrazione. Le istituzioni europee, dal canto loro, dovrebbero rendersi conto che i partner politici della sponda sud del Mediterraneo non sono solo i partiti islamici e che nel complicatissimo periodo di transizione l'opposizione deve essere presa in considerazione nella sua totalità. Ricordiamo che la campagna elettorale in Tunisia e in Egitto è già iniziata e il territorio europeo diventerà un terreno chiave per la propaganda, quindi dovremmo garantire, per par condicio, a tutti gli attori in gioco uguale visibilità e importanza.