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Duomo di Cefalù, una "fortezza" costruita ex voto

La leggenda narra che Ruggero II, re di Sicilia, avesse fatto voto di erigere una cattedrale ovunque fosse sbarcato salvo da una tempesta. Nacque così la cattedrale di SS. Salvatore, a Cefalù, una vera fortezza che domina la baia.

Cultura 15_03_2014
SS. Salvatore, interno

La leggenda vuole che Ruggero II, re di Sicilia, sorpreso da una tempesta in mezzo al mare, avesse fatto voto di erigere una chiesa nel luogo dove fosse approdato sano e salvo e che, una volta sbarcato a Cefalù, avesse tenuto fede alla sua promessa dando ordine di costruire la meravigliosa cattedrale intitolata al SS Salvatore. Nell’anno 1131 iniziarono i lavori ma il primitivo progetto era così imponente da non venire, mai completato secondo la concezione originaria. L’edificio avrebbe dovuto, infatti, rappresentare la potenza della casata degli Altavilla che aveva riconquistato la Sicilia. Complessa fu, dunque, la vicenda costruttiva attraverso cui si giunse alla consacrazione definitiva della chiesa nel 1267.

Una delle principali peculiarità del tempio è la compresenza di elementi architettonici di diversa provenienza, tante erano le culture riunite sotto la stessa corona. Di derivazione normanna sono le torri in facciata che conferiscono alla chiesa l’aspetto di una fortezza, accentuato dalla sua posizione sopraelevata. Possenti, seppur alleggerite da monofore e bifore, sono l’una quadrangolare, l’altra ottagonale, rispettivamente rappresentanti, con le loro merlature diverse, il potere ecclesiastico, papale e quello temporale, imperiale. Alla fine del Quattrocento il magister lombardo Ambrogio di Como vi inserì un portico a tre arcate e colonne di granito, sotto cui si apre il monumentale portale, ovvero la Porta Regum, le cui ghiere sono decorate con motivi di ascendenza classica e araba. Classicheggianti sono anche i capitelli sopra le colonne che dividono il corpo interno in tre navate i cui archi, a sesto acuto e fortemente rialzati sono, invece, di gusto islamico.  Nei bracci sporgenti del transetto Ruggero II fece posizionare due sarcofagi di porfido, destinati alla sepoltura sua e della sua consorte.

Il profondo presbiterio è impreziosito dalla decorazione musiva che interessa una superficie di circa 650 mq. Si tratta di uno dei cicli meglio conservati di tutta la Sicilia, suddiviso in registri di successive cronologie. Fulcro della composizione è il meraviglioso Cristo Pantocratore del catino absidale con il Vangelo di Giovanni aperto nella mano sinistra, recante la duplice iscrizione, in greco e latino, del versetto Io sono la luce del mondo; chi segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita. Nel piano inferiore la Vergine orante è affiancata dagli Arcangeli, al di sotto dei quali, a  fianco della finestra centrale, i SS Pietro e Paolo sono accompagnati da Evangelisti e sottostanti Apostoli.  Con gli angeli e i serafini della crociera questi mosaici risultano essere i più antichi e risalgono alla committenza dello stesso Ruggero II che nel 1148 lì affidò a maestri bizantini giunti appositamente da Costantinopoli . Di fattura più tarda solo le immagini musive che ricoprono le pareti, con le icone di Santi, Profeti e personaggi dell’Antico Testamento.

Sublime testimonianza di architettura normanna, infine, è il chiostro addossato al lato settentrionale della Cattedrale, i cui eleganti e sobri colonnati presentano un ricco apparato scultoreo attribuito a maestranze romaniche pugliesi.