Due territori indiani hanno deciso di abolire la festa nazionale del Venerdì Santo
C’è preoccupazione e dispiacere tra i cristiani del Dadra e Nagar e Daman e Diu per la decisione delle autorità di cancellare la festività del Venerdì Santo su pressione dei fondamentalisti indù
In India per la prima volta nella storia del paese due territori hanno deciso di abolire la festa nazionale del Venerdì Santo. Dadra e Nagar e Daman e Diu sono ex colonie portoghesi situate sulla costa occidentale del paese. I cristiani nei due territori sono circa 100.000, riferisce l’agenzia di stampa AsiaNews. A Dadra e Nagar le chiese sono sette, a Daman e Diu quattro. I fedeli stavano già iniziando i consueti preparativi per la festa, che cade quest’anno il 19 aprile, e hanno saputo del tutto casualmente della cancellazione che li costringerà a chiedere un giorno di ferie se vorranno celebrare o partecipare alle cerimonie religiose. Il segretario generale della Conferenza episcopale indiana, monsignor Theodore Mascarenhas, contattato da AsiaNews, si è detto molto addolorato. “È un fatto gravissimo – ha commentato – è una palese discriminazione da parte degli amministratori. Chiediamo loro di rispettare il sentimento religioso della minoranza cristiana ed evitare questi metodi che creano divisione tra la popolazione”. Il fatto, secondo monsignor Mascarenhas è tanto più grave in quanto in India sono riconosciuti ufficialmente come giorni festivi solo il Natale e il Venerdì Santo. Nei due territori i cristiani sono una piccola minoranza – ha aggiunto – e proprio per questo i loro diritti devono essere rispettati. Monsignor Mascarenhas ha scritto al ministro dell’Interno, Rajnath Singh, chiedendogli di far revocare la decisione.