Dublino, la storia di due conferenze sulla famiglia
Ci sono due conferenze sulla famiglia che si tengono a Dublino questa settimana, praticamente a una strada di distanza l’una dall’altra. Una, ovviamente, è l’Incontro Mondiale delle Famiglie (Imf) 2018. L'altra è la conferenza del Lumen Fidei Institute. Nell'evento mondiale a cui presenzierà il Papa nel fine settimana, si parla di famiglia sottolineando la "diversità" e ospitando un relatore come James Martin, che non cela la sua visione sulle coppie gay. Mentre i laici del Lumen Fidei presentano la visione positiva della Chiesa su sessualità, matrimonio e famiglia.
DIRITTI DELL'UOMO SI', MA PRIMA VENGONO QUELLI DELLA FAMIGLIA di San Giovanni Paolo II
Ci sono due conferenze sulla famiglia che si tengono a Dublino questa settimana, praticamente a una strada di distanza l’una dall’altra. Una, ovviamente, è l’Incontro Mondiale delle Famiglie (Imf) 2018, che comprende migliaia di partecipanti da tutto il mondo, diversi cardinali e, sabato e domenica, lo stesso Papa Francesco. Ieri pomeriggio (l’altro ieri per chi legge, ndr), il primate di Irlanda e arcivescovo di Armagh, Eamon Martin, che sostituisce il cardinale di Washington Donald Wuerl (che si è ritirato perché sta affrontando il report sugli abusi in Pennsylvania) ha tenuto il discorso inaugurale: “Il benessere della famiglia è decisivo per il futuro del mondo”.
Nessuno ha qualcosa da obiettare su questo principio, nemmeno gli oltre 400 partecipanti alla conferenza alternativa del Lumen Fidei Institute. La differenza è semmai in cosa si pensi che sia il benessere della famiglia e il futuro del mondo.
Gli organizzatori della conferenza del Lumen Fidei, Anthony Murphy e John Lacken, dicono di aver realizzato che una qualche forma di alternativa fosse necessaria, almeno un anno e mezzo fa. I portavoce ufficiali dell’evento hanno iniziato a enfatizzare la “diversità”. Se noi traduciamo questo termine abusato nel linguaggio corrente, leggiamo “matrimonio” gay, cattolici impegnati in secondi matrimoni adulteri, transessuali e molto altro.
Alcune pubblicazioni cattoliche hanno semplicemente descritto l’incontro ufficiale come un evento “pro-Lgbt”. Non lo è, non del tutto. Gran parte della conferenza è dedicata a temi che non riguardano il sesso, come i senza tetto, i rifugiati, le famiglie dei detenuti, la sicurezza dei bambini su Internet. Ci saranno molte persone di buon senso in queste sessioni e sarebbe sbagliato coinvolgerle in una sorta di condanna generalizzata.
Però, uno degli oratori è padre James Martin. E gli organizzatori dell’incontro ufficiale hanno dovuto ritirare i primi opuscoli che facevano esplicito riferimento alle “coppie gay”. Curioso un recente appello al reclutamento di volontari: “Noi valorizziamo e abbracciamo la diversità e cerchiamo volontari da differenti comunità e retroterra. (…) Chiediamo solo che i nostri volontari siano sensibili e rispettosi della nostra etica cattolica”. Sarebbe bene che la gerarchia cattolica dica chiaramente quale sia questa etica. Invece, l’arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin, ha detto all’inizio di questa settimana, “Vi sono alcuni che vedono l’incontro mondiale come una sorta di manifestazione ideologica per celebrare un tipo di famiglia che probabilmente non esiste”. Si direbbe quasi che l’arcivescovo ritenga che la famiglia tipo, composta da marito e moglie sposati in chiesa, con i loro figli, sia così rara da essere trascurabile. Anche a una conferenza che, stando a quel che ha detto, accoglie le famiglie “nella varietà delle loro forme”, sicuramente ci deve essere una speciale attenzione per molte famiglie, famiglie tipiche, che probabilmente “esistono”, numerose, anche in Irlanda.
Tutto ciò viene detto mentre, come è noto, il mondo è diventato dolorosamente consapevole degli abusi sessuali, soprattutto omosessuali, nella Chiesa in molti paesi e il ruolo che preti, vescovi, arcivescovi e cardinali hanno avuto sia come autori diretti degli abusi, sia come loro fiancheggiatori nel coprirli. Non si può sorvolare sull’aspetto omosessuale di questa crisi. E’ vero, ma non è questo il punto, dire che gli adulti attratti da persone dello stesso sesso non commettono abusi. Sta di fatto che i gay sono una piccola parte della popolazione, ma costituiscono un’enorme percentuale (più dell’80%) dei molestatori. La simpatia che si può provare per coloro che sono attratti da persone dello stesso sesso non può nascondere questa semplice verità.
Stranamente, l’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità (e sull’aborto), fatta eccezione per l’ambiguo punto di vista di padre Martin, non compare da alcuna parte nel programma ufficiale. Nel 2015, l’Irlanda ha votato per legalizzare il “matrimonio” omosessuale e in maggio anche l’aborto. Nessuno di quelli invitati al Imf ha qualcosa da dire in merito?
La conferenza alternativa ha invece molto da dire, ma non mira a provocare l’Imf su questi e altri problemi, quanto a presentare la visione positiva della Chiesa su sessualità, matrimonio e famiglia. (Potete vedere i video delle sessioni, compresa la diretta, qui. Io parlo il giovedì pomeriggio, alle 16:15 ora irlandese).
Anthony Murphy ha aperto la sessione di oggi (ieri, per chi legge ndr) impostando la discussione sulla famiglia fermamente all’interno della tradizione cattolica. Ha avvertito, comunque, che non si deve permettere a nessuno di buttar via la lunga serie di insegnamenti dalla Genesi ai giorni nostri, etichettandoli come “tradizionali”. Perché ciò darebbe l’impressione che il matrimonio, così come è stato ampiamente inteso nel mondo, sia solo uno dei tanti tipi di famiglia, “nella varietà delle loro forme”. E non è così. Al contrario, la famiglia naturale è il disegno di Dio per la vita dell’uomo.
Se volete sentire una lezione veramente mozzafiato su questo argomento, potete cliccare sulla relazione di John Lacken di mercoledì. Oltre che a fare un’esaltante chiamata alla mobilitazione, ha osservato che nessun paese aveva mai avuto il “matrimonio” gay prima del 2000. Non c’è bisogno di essere teorici della cospirtazione per comprendere quali potenti elementi politici, economici e culturali abbiano indotto una rivoluzione così rapida, anche in parte dentro la Chiesa. Un dato significativo è che nessun vescovo irlandese abbia avuto qualcosa da ridire sulla presenza di James Martin alla Imf. E’ deplorevole, ma infonde fiducia, che dei laici debbano esprimere così tanta passione per la Buona Novella di Gesù Cristo anche all’interno della Chiesa stessa, vista la mancanza di leadership nel clero. Ma questa è, a quanto pare, la Chiesa (e il mondo) in cui ci troviamo oggigiorno.
Padre Thomas Weinandy, frate cappuccino, da tempo esperto teologo della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, nonché membro della Commissione Teologica Internazionale del Vaticano, ha dato una ricca spiegazione del perché l’azione dei laici è sia necessaria che teologicamente fondata. Visto che tutti partecipano all’azione salvifica di Cristo, e i tre ruoli di Gesù sono sacerdote, profeta e re, tutti i genitori hanno la responsabilità, da cristiani, di pregare, insegnare e governare nella famiglia, e per il bene del mondo e della Chiesa, “La santità della Chiesa dipende dalla santità della famiglia cristiana”, dal momento che la famiglia è “immagine vivente della Chiesa stessa”. Quando un frate cappuccino come padre Weinandy dice che “solo la voce del fedele può fermare l’ondata del male”, è un avvertimento a cui val la pena di prestare attenzione. Ed è una sfida per tutti noi.
Fedeli laici a Dublino, con un budget modesto e nessuna infrastruttura ufficiale, hanno mostrato che è possibile levare una voce di credenti, radunare 400 persone sul posto e diffonderla, online, in tutto il mondo. Troverete molto di più nei video di Lumen Fidei.
* Robert Royal, A Tale of two Conferences, pubblicato su The Catholic Thing, 23 agosto 2018
Traduzione di Stefano Magni