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Dove Maria sostiene sulla mano il globo terrestre

Il santuario di Santa Maria Regina di Anglona (Matera), è ciò che resta dell’antico borgo lucano divenuto sede vescovile di rito latino, prima dell’odierna diocesi di Tursi, per volontà di San Pietro o di San Marco.  Nel 1999 papa Giovanni Paolo I elevò il santuario a basilica minore, in memoria del Sinodo dei vescovi.

Cultura 01_08_2015
Il santuario di Santa Maria Regina di Angiona

Il santuario di Santa Maria Regina di Anglona, in provincia di Matera, è tutto quello che resta dell’antico borgo lucano divenuto sede vescovile di rito latino, prima dell’odierna diocesi di Tursi, per volontà di San Pietro o di San Marco.  Nel 1369 un violento incendio distrusse definitivamente la città, risparmiando solo il santuario che Papa Giovanni Paolo II, nel 1999, elevò a dignità di Basilica Minore, in memoria del sinodo dei vescovi. Una piccola chiesetta esisteva in loco fin dal VII secolo: il tempio attuale è frutto del rifacimento che di quell’originario edificio venne fatto tra l’XI e il XII secolo. 

Tracce della struttura romanica, sono, infatti, ancora evidenti. Materiale lapideo e cotto disegnano cromatiche decorazioni di archetti pensili e lesene sull’abside circolare esterna. Un campanile a base quadrata, poco slanciato, aperto in alto da bifore, sorge sul lato sinistro della facciata, a terminazione piatta, cui è addossato un nartece quadrangolare. Il fornice, ad arcata a tutto tondo, è rivestito da formelle in tufo calcareo con i bassorilievi dell’Agnello portacroce e dei simboli degli Evangelisti. 

Lo spazio sacro è a croce latina a tre navate di cui quelle laterali decisamente più basse e strette di quella centrale. L’ambiente è tripartito da una doppia teoria di arcate, a tutto sesto sul lato destro, ad archi ogivali sul sinistro. La discrepanza è dovuta al crollo che interessò il fianco settentrionale della basilica che causò la perdita degli affreschi con il Nuovo Testamento, parte di un più ampio ciclo che ricopriva interamente le superfici, compresa la controfacciata su cui si dipanava il racconto del Giudizio Universale. Sulle pareti del lato opposto sono ancora leggibili, invece, gli episodi del Vecchio Testamento suddivisi in due registri. 

L’intero ciclo era corredato da lunghe didascalie in lingua greca, oggi visibili a tratti. Le scene meglio conservate sono quelle dell’Ebbrezza di Noè e la costruzione della Torre di Babele con una vivace descrizione del cantiere degli operai al lavoro sulle impalcature. Riscontri stilistici hanno evidenziato una datazione tardo bizantina della decorazione, circostanziandola al XIII secolo. I Santi sui pilastri, Lucia, Rocco, Vito martire, Giovanni Battista e Leonardo, vennero ridipinti nel XV secolo.

La devozione verso Santa Maria di Anglona ha origini antiche. La leggenda vuole che ad un giovane sul colle Variante apparve una bellissima Signora che gli chiese di invitare i compaesani a venire a prenderLa. Il popolo ubbidì e portò la Vergine in Santuario. Da allora Ella attira a Sé numerosi pellegrini da ogni luogo. Oggi si venera una statua, realizzata alla fine del Settecento, che raffigura Maria seduta su un trono con in braccio il Bambino che con una mano benedice e con l’altra sostiene il globo terrestre. Gli abitanti della zona, che La festeggiano con celebrazioni solenni e processioni, da sempre implorano da Lei, in modo particolare, il dono della pioggia.  La Vergine Maria fu incoronata Regina nel 1901 e, successivamente, proclamata Patrona della diocesi di Tursi.