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PAROLE CHIAVE

Dire, fare, domandare: ecco il Google più cliccato

Per capire quali sono gli interessi degli Italiani il vero oracolo da ascoltare è Google. La classifica delle parole più cliccate dice si interroga Google soprattutto per saperne di più su tecnologia, media e cucina. Nella top ten, invece, nessuna parola a sfondo religioso, ma ci sono le grandi domande esistenziali.

Multimedia 18_12_2014
Il logo di Google

Altro che ricerche sociologiche per capire quali sono gli interessi degli Italiani. Il vero oracolo da ascoltare è Google. Questo Grande Fratello digitale che registra ogni nostra ricerca in rete e spia i nostri più reconditi desideri, ansie e curiosità, ci fa sapere quali sono state le parole più cliccate sul web nel 2014. La classifica è divisa in vari argomenti. “Cosa fare”, “parole”, “cosa significa”, “personaggi” sono le aree di ricerca sicuramente più interessanti. Dando un’occhiata generale a queste aree colpisce che l’italiano medio interroga Google soprattutto per saperne di più su tecnologia, media e cucina.

Infatti tra le parole più cliccate troviamo “selfie”, “Nfc” (è una particolare tecnologia wireless), “Umts” (è il sistema mobile di telecomunicazioni universale), “sms”, “iPhone6” e “istanze on line”. L’Homo technologicus usa Google come un libretto di istruzioni. Infatti, la ricerca in rete di questi termini è motivato soprattutto dall’esigenza di risolvere alcuni problemi che si hanno con il pc, lo smartphone o il tablet. A margine: la seconda parola più cliccata al fine di conoscerne il significato, dopo ”selfie”, è l’acronimo p.v., cioè “prossimo venturo” riferito a una data. Tanto per provare che la conoscenza di espressioni scritte della lingua italiana, una volta di uso corrente, oggi sono misconosciute.

L’altro polo che attrae il signor Rossi sono i media. “Mondiali 2014”, “Robin Williams” (ricercatissimo anche negli Usa a motivo della sua prematura morte per suicidio), “Schumacher”, il film La grande bellezza, la serie Tv Temptation Island, Sanremo, Oscar, la trasmissione Amici, Miss Italia, Lotteria, Grande Fratello, Coppa Italia fanno la parte del leone. L’attenzione al mondo dello spettacolo e vippaiolo è anche confermato dalla sezione “personaggi”. Nei primi dieci troviamo i nomi di attori, soprattutto morti quest’anno, ancora Schumacher, e cantanti tra cui il travestito Conchita Wurst. Papa Francesco manca, così come i nomi di politici, economisti, dirigenti d’azienda, uomini di cultura. Anche nella sezione “Perché” troviamo una conferma della passione degli italiani per la Tv: infatti occupa il secondo posto la domanda “perché Pepa muore?”, e Pepa è un personaggio di una soap. Monadi isolate nella ricerca on line sono parole che nel loro individualismo però dicono molto: “virale”, “ortodosso”, “ebola”, “Imu” che ondeggiano tra l’attualità adrenalinica (ebola) e la preoccupazione di non pagare in tempo le tasse.

Se infine andiamo a vedere cosa cercano gli italiani nella categoria “Come fare” si scopre che le ricette di cucina sono ai primi posti: ben quattro sono le pietanze ricercate nelle prime sei parole più cliccate. Al primo posto c’è il barbecue incalzato in seconda posizione dalle ciambelle. Diversa in questa categoria la risposta degli americani: Airdrop (è un software per la comunicazione), truccarsi, votare, baciarsi. Facendo una sintesi all’ingrosso potremmo dire che l’italiano medio vive di panem et circenses. Se ha lo stomaco pieno e si diverte, vive beatamente e non ha bisogno altro. Tecnologia, televisione e film, nonchè calcio sono i divertimenti più popolari per gli abitanti del Bel Paese e finito il divertimento possiamo tutti mettere le gambe sotto il tavolo per mangiare.

Nella top ten, invece, non c’è ombra di una parola a sfondo religioso. Non perché gli italiani sanno tutto di questo argomento, ma perché forse non ne vogliono sapere nulla. Anche la parola “sesso” e suoi affini però sono assenti. Ma anche qui viene da pensare che il sig. Rossi non è tanto interessato a leggere di sesso, ma semmai a vederlo o a farlo. Infatti l’Italia è al quarto posto in tutto il mondo per numero di visitatori del sito pornografico Youporn (dati più recenti sull’anno 2012) e le chat a scopo di incontro fioriscono come i prati in primavera.

Tendenze che forse già ci erano note. Ma forse c’è di più. Al quinto posto nella sezione “Come fare” troviamo il malocchio. Che si presti attenzione: tale parola non la troviamo nella sezione “Cosa significa”, ma in quella dedicata al come si fa un malocchio. Alcuni di certo avranno voluto sapere come si pratica un malocchio per sincerarsi di non esserne stati vittima, ma molti di più avranno voluto raccogliere informazioni per praticarlo. La magia, l’esoterismo, le pratiche vicine all’occultismo quindi pare che facciano breccia tra un invio di un sms e quattro salamelle cotte al barbecue.  Se poi andiamo a vedere i “perché” che non fanno dormire la notte il nostro signor Rossi, accanto al “perché vengono le blatte” (sono insetti) – che conquista il primo posto – e i pidocchi, troviamo anche domande di carattere esistenziale: perché piango sempre e perché si soffre. 

Per tentare di fare un commento davvero alla buona, verrebbe da dire che l’uomo della strada che calca i marciapiedi delle nostre città da una parte si stordisce con tablet, smartphone e Tv – tutti e tre spesso usati per seguire la partita - tenta di tamponare i piccoli contrattempi della vita che crescono tra i capelli dei figli o si insinuano dietro gli armadi di casa e dall’altra prepara in cucina qualche nuova ricetta. Ma poi alla fine della giornata si guarda nello specchio di internet e si domanda insieme al suo connazionale Leopardi: «ove tende questo vagar mio breve? Ed io che sono?». 

Il problema sta nel fatto che rivolge queste domande a Google. L’internauta italico spera di trovare risposte in rete a dilemmi che possono essere risolti solo nello sguardo di un altro che ti ama, nel silenzio di una chiesa o della propria anima, nel colloquio intenso con Dio, nell’ascolto fiducioso di chi ha fatto più strada di te, nella saggezza dei pensatori che riposa nelle pagine di libri fatti “di carne ed ossa”, nella bellezza del Creato o in quella cesellata dal genio degli artisti, nell’insegnamento di una mamma che si chiama Chiesa. Nulla di tutto questo. S’implora San Google per aver risposta alla propria vita che infarcita tra soap e ciambelle ha un sapore – chissà perché - sempre più insipido e scipito. Ci si arena su wikipedia perché illuministicamente persuasi che lì c’è il concentrato della sapienza universale. Siamo in bilico tra l’ingenuità, la farsa e il dramma.

Allora la classifica di Google ci restituisce forse, nella sua semplicità, un’immagine fedele dell’italiano più che medio: un’esistenza senza grandi pretese, dall’orizzonte limitato dai sensi che vogliono sempre assaporare, gustare e vedere, dal respiro corto, impasticcata da sentimenti di plastica visti in Tv e resa irreale perché vissuta nei mondi digitali del web e in quelli apparenti del piccolo schermo.  Ma sotto a un quotidiano dal gusto finto, con poco senso e quasi artificiale per la fame bulimica di tecnologia di cui è pregno, ecco palpitare una domanda bruciante di vita vera che, chissà, rimane l’ultima scialuppa di salvataggio: “perché si soffre?”.