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ROMA

Difendere Humanae vitae, il convegno internazionale

L'incontro internazionale sui 50 anni dell’enciclica Humanae Vitae all'Angelicum di Roma. Una conferenza organizzata da Voice of the Family, coordinamento di 25 associazioni a livello internazionale che si prefiggono la difesa dell’insegnamento morale cattolico. 

Vita e bioetica 29_10_2017

Un incontro internazionale sui 50 anni dell’enciclica Humanae Vitae si è svolto ieri presso l'Aula Magna della Pontificia Università San Tommaso d’Aquino (Angelicum) di Roma. Questa conferenza è stata organizzata da Voice of the Family, un coordinamento di 25 associazioni a livello internazionale che si prefiggono la difesa dell’insegnamento morale cattolico. L’aula magna, gremita di gente di ogni nazionalità, e molti giovani, ha visto alternarsi esperti da tutto il mondo nelle due sezioni, del mattino e del pomeriggio. In effetti è stato bello vedere come ci fossero molti giovani "normali", non persone "rigide" ma ragazzi e ragazze di oggi che hanno ascoltato pazientemente le relazioni svolte in tre lingue su temi non sempre di facile comprensione ma nondimeno così importanti per la nostra vita di tutti i giorni.

La conferenza si è aperta al canto del Veni Creator Spiritus, eseguito all'unisono da tutti i presenti e dalla preghiera iniziale guidata da Mons. Luigi Negri. I lavori sono stati aperti dalla prolusione del Cardinale Walter Brandmüller, che ha descritto il contesto dell’enciclica Humanae Vitae, soffermandosi in modo specifico sul tema della contraccezione (uno dei temi centrali dell'Humanae Vitae e che sarà poi naturalmente al centro di tutte le altre relazioni) con attenzione posta anche alle posizioni di altre confessioni cristiane in merito alla contraccezione stessa. La prolusione del Cardinale è stata accolta molto favorevolmente da tutti i presenti, come del resto tutte le altre relazioni in programma. 

John Smeaton (Direttore della Britannica Society for the Protection of Unborn Children), che ha presieduto la sessione mattutina di questo convegno, ha poi dato la parola al professor Roberto De Mattei, presidente della Fondazione Lepanto, il quale ha parlato del contesto storico della Humanae Vitae, sottolineando tra l’altro il ruolo avuto da teologi cattolici come Bernard Häring, Josef Fuchs e Louis Janssen e da istituzioni come l’Università di Lovanio nei cambiamenti nel campo della teologia morale rispetto agli insegnamenti cattolici tradizionali. 

Ha parlato poi il filosofo Professor Josef Seifert che ha presentato, con una relazione densamente analitica, un approccio filosofico all’enciclica del Beato Paolo VI, mettendo in luce i parametri di pensiero vitali che sono a fondamento del matrimonio cattolico. Il Professor Seifert nella sua relazione si è spesso richiamato anche all'insegnamento di San Giovanni Paolo II, con riferimento speciale all'enciclica Veritatis Splendor

È seguito poi l’intervento del teologo padre Serafino Lanzetta che ha parlato de “L’importanza teologica di Humanae Vitae per contrastare la secolarizzazione e la confusione nell’etica sessuale”, una lettura del documento alla luce della Rivelazione e della sana Tradizione Cattolica, con continui confronti, anche critici dove necessario, con altri documenti come Gaudium et Spes, Casti Connubi e Amoris Laetitia. Specie a questo documento, come era facile aspettarsi, viene dedicata un’ampia sezione nella conclusione della relazione, sottolineandole alcuni punti controversi.  Certamente l'Amoris Laetitia non è stata assente anche dalle altre relazioni, ma ci sembra che il padre Lanzetta ha voluto precisare con più forza alcuni problemi che provengono da questo documento o dalle sue interpretazioni. Alla fine della sezione mattutina gli oratori hanno risposto ad alcune domande poste dagli astanti, domande che hanno rivelato un pubblico estremamente attento e informato. 

A margine della conferenza, il professor Seifert ha presentato l’Accademia Giovanni Paolo II per la vita umana e la famiglia, fondata recentemente. Questa Accademia intende riunire studiosi che affrontino le sfide urgenti che riguardano la vita, riaffermando la forza della morale cattolica tradizionale. L'Accademia si rivolge anche a studiosi non cristiani, perché per affermare alcune verità si fa appello alla semplice ragione, senza immediata necessità della fede.

Nella sessione pomeridiana, presieduta da Don Shenan Boquet, Presidente di Human Life International,  sono state affrontate le questioni etiche da un punto di vista in qualche modo più pratico, mentre nella mattina ci si era soffermati più su contenuti dottrinali. 

Ha iniziato Jean-Marie Le Méné, presidente della Fondazione Lejeune in Francia, che ha esposto la visione sulla trasmissione della vita umana del servo di Dio Professor Jérôme Lejeune (1926-1994), genetista, pediatra e attivista, che fu primo presidente della Pontificia Accademia per la Vita. 

Successivamente un medico di base, Dr. Thomas Ward, fondatore e presidente della britannica National Association of Catholic Families che ha parlato della Humanae Vitae in relazione alle difficoltà della famiglia e agli attacchi verso cui questa istituzione è sottoposta. Ha colpito nell'appassionata relazione del Dottor Ward, la sua affermazione per cui gli ostacoli maggiori per implementare un insegnamento morale conforme alla tradizione Cattolica gli sono venuti spesso dal clero. Ma ha anche ricordato come il più grande incoraggiamento a proseguire nei suoi sforzi gli è venuto da Papa Giovanni Paolo II. 

Un altro medico ha fatto seguito, Dr. Philippe Schepens, segretario generale della World Federation of Doctors who Respect Human Life (Belgio) che ha dato la sua testimonianza soffermandosi sulle urgenti questioni di etica sessuale del nostro tempo dal suo specifico punto di vista, informato dal suo percorso professionale.

John-Henry Westen, Co-fondatore e Direttore di Lifesitenews, ha poi presentato una relazione dai toni molto forti già dal titolo: "La sovversione del Magistero: "autorizzare" il male intrinseco all'interno della Chiesa". Il relatore ha notato come alcune posizioni recenti della gerarchia non hanno aiutato a fare chiarezza ma hanno, in un certo senso, aumentato la confusione.

Monsignor Luigi Negri, Arcivescovo emerito di Ferrara-Comacchio, presente a tutto il convegno, ha concluso i lavori con un suo intervento, al quale ha fatto seguito il canto del Salve Regina, con cui i presenti si sono raccomandati alla protezione materna della Vergine Maria, alla sua intercessione per affrontare le sfide che un mondo secolarizzato ed una crisi della fede senza precedenti pongono in essere.