Dietrofront anche sul green pass, regna la confusione
L’idea del ritorno alla libertà grazie alla vaccinazione si sta rivelando un’illusione, e anche le ultime notizie sui vaccini non lasciano tranquilli. Il famigerato green pass, che ogni Stato membro applica a modo suo, sembra un colabrodo. Dopo la variante Delta il governo Draghi pensa di rendere valido il certificato vaccinale solo dopo la seconda dose.
Quando le informazioni sono contraddittorie, la gente crede a tutto e a tutti e si spaventa sempre di più, obbedendo anche alle norme più incomprensibili e immotivate. Questa, a prescindere dalla pandemia, è una regolarità storicamente riscontrata. La pia illusione del completo ritorno alla libertà grazie alla vaccinazione di massa sta lentamente lasciando il posto a un sano realismo, cioè quello di comprendere che convivere con il virus vuol dire vivere proteggendosi, ma senza ossessioni e senza esasperazioni ideologiche.
Le ultime notizie sui vaccini non lasciano tranquilli quanti credevano che con due iniezioni a distanza di due o tre settimane avrebbero archiviato la pratica Covid. In Israele, dove la percentuale di vaccinati è la più alta al mondo e dove i contagi e i decessi erano scesi a zero, stanno tornando le infezioni a causa della variante Delta. Le autorità dello Stato ebraico hanno dovuto prendere atto che il 40% delle persone colpite dall’ultima mutazione del virus avevano completato il ciclo vaccinale con due dosi di Pfizer. E nel resto del mondo si è sgretolata la certezza del “modello israeliano”, che era stato idolatrato da mezzo mondo.
In Italia, intanto, al di là del fatto che la macchina della vaccinazione nazionale marcia speditamente, permangono incertezze e, soprattutto, si moltiplicano i messaggi contraddittori destinati a disorientare e destabilizzare le persone. Il famigerato Green pass, vale a dire l’oggetto dei desideri di milioni di italiani, che da domani entra in vigore in tutta l’Unione europea (vedi qui), rischia di rivelarsi un colabrodo, per tutta una serie di ragioni. Anzitutto ogni Stato lo applica a modo suo.
Austria e Croazia, pur di avere turisti, accettano di accogliere anche chi ha fatto soltanto una dose di vaccino. Per entrare in Italia, invece, occorre la seconda dose immunizzante. All’interno del territorio nazionale, però, per quanto riguarda le situazioni nelle quali è richiesta la certificazione verde (feste di matrimoni, ad esempio) basta una dose. Invece, due giorni fa il sottosegretario alla salute, Pierpaolo Sileri, ha gelato tutti, sostenendo che la temutissima variante Delta dovrebbe portare a una rimodulazione del Green pass, per renderlo valido solo dopo la seconda dose di vaccino.
Nel frattempo, però, le vacanze scorrono via veloci e, in caso di inasprimento delle misure, la gente resterebbe imbrigliata in questa selva di restrizioni, lasciapassare e risistemazioni delle date della seconda inoculazione e a risentirne potrebbe essere proprio il mercato delle vacanze. Si pensi soltanto alle discoteche all’aperto, che sognano l’imminente riapertura e che potrebbero vedersi costrette a richiudere o a limitarsi alla musica d’ascolto, qualora l’eventuale dilagare della variante Delta inducesse il governo a fare marcia indietro rispetto ad alcune concessioni delle ultime settimane. «È possibile che con la variante Delta del Covid in Italia si debba rimodulare il Green pass dopo la prima dose di vaccino. Questo però lo lasciamo dire agli scienziati e aspetterei un paio di settimane. Ma se è vero che la protezione da questa variante c’è dopo due dosi di vaccino, è chiaro che, oltre a correre con le seconde dosi, dobbiamo rimodulare il Certificato verde. Al momento è prematuro dirlo. Bisognerà modificarlo se si conferma l’efficacia del vaccino contro la variante Delta con la seconda dose. A quel punto bisognerà introdurre un Green pass con una seconda dose fatta», ha detto Sileri, con riferimento alla necessità di attendere che dal Regno Unito arrivino i dati aggiornati sull’incidenza e la pericolosità della variante Delta, che in Italia è attualmente vicina al 20%.
In questo modo la gente sarà ancora più spronata a vaccinarsi, e ad accorciare i tempi tra la prima e la seconda dose. Lo conferma indirettamente Sileri: «Per quanto riguarda la seconda dose dei vaccini, cercherei di stare più vicino alle 3 settimane per il richiamo per Pfizer e 4 settimane per Moderna, rispetto ai 42 giorni. In maniera molto dinamica: se abbiamo allungato prima, per avere più dosi con la terza ondata in corso, adesso conviene stare più vicini ai 21-28 giorni per garantire la seconda dose quanto prima».
Come se non bastasse, nei canali riservati di Telegram e sul mercato nero della Rete si moltiplicano le offerte di documenti fasulli per aggirare le normative anti-Covid. Ottenere un Green pass per poter circolare con minori restrizioni è il miraggio inseguito da milioni di persone che non vogliono vaccinarsi ma vogliono sentirsi libere di viaggiare e fare qualunque cosa.
Ciliegina sulla torta: con la nuova certificazione digitale sono cominciate anche le truffe. I malviventi del web inviano un messaggio via Whatsapp del seguente tenore: «A questo link puoi scaricare il certificato verde Green pass Covid-19 che ti permette liberamente di muoverti in tutta Italia senza mascherina». Cliccando sul link si finisce in una fittizia pagina istituzionale (con tanto di loghi che imitano quelli originali) e la richiesta di inserire i propri dati, tra cui quelli bancari. A quel punto il conto corrente si svuota rapidamente ed è troppo tardi per rimediare. Ma ormai il delirio collettivo sta obnubilando le menti e la situazione sta completamente sfuggendo di mano.