Diciamolo francamente
Sia fatta la tua volontà (Mt 6, 10)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». (Mt 6, 7-15)
La terza richiesta del Padre Nostro esprime due desideri riguardo alla volontà del Padre. Innanzitutto la volontà dell'uomo di aderire a quella divina. Questa adesione dell'uomo, per essere vera, deve essere senza condizioni e totale. Inoltre la volontà divina si esprime anche nella legge morale per mezzo della quale Dio manifesta la Propria volontà senza imporla con la forza, ma attendendo la libera adesione dell'uomo. In entrambi i casi recitare il Padre Nostro ci impegna a uniformare la nostra volontà a quella divina. Diciamolo francamente: spesso con le labbra diciamo di fare la volontà di Dio, ma vorremmo esattamente il contrario, cioè che fosse Dio a fare la nostra volontà.