Dibattito fra vicepresidenti: Tim Walz appare bolso come Biden
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JD Vance contro Tim Walz, scontro televisivo fra i vicepresidenti, l'ultimo prima delle elezioni del 5 novembre. La stampa parla di pareggio, ma in realtà Walz è apparso molto più fragile del rivale repubblicano su aborto e immigrazione.
Due uomini si sono sfidati per il “ruolo più inutile del governo” come viene definita la posizione del vicepresidente. Eppure lo scontro fra JD Vance e Tim Walz, in onda il 1 ottobre sera (2 mattina, per l’Italia) sulla Cbs, ha catturato per una serata l’attenzione del pubblico americano. Molta, moltissima la carne al fuoco. In generale, dopo i botti del dibattito fra Trump e la Harris, l’incontro fra i due candidati vicepresidenti ha riportato un po’ di calma sul video: i due si sono affrontati con fermezza, ma senza mai scadere nell’attacco personale, riconoscendosi i meriti quando necessario.
E alla fine, Tim Walz ne è uscito con le ossa rotte, dimostrando di essere un secondo Biden, benché più giovane: confuso, smemorato, poco sul pezzo. Vance, che pure era considerato dai media una “cattiva scelta”, ha dimostrato invece equilibrio, capacità di reagire istantaneamente ad ogni sfida (anche delle moderatrici) e una pacatezza che non ci si attendeva. Che abbia “vinto” Vance lo si deduce, a contrario, dalla stampa liberal: quelle stesse testate che si erano affrettate a dare per vincente la Harris nell’ultimo dibattito presidenziale, ora si limitano a dichiarare un “pareggio”. Oppure che i dibattiti fra vicepresidenti “non contano”, nel senso che non condizionano la scelta degli elettori. Eppure… sebbene i vicepresidenti non si candidino a governare il paese (al massimo, a subentrare a chi governa, quando e se è necessario), l’impressione che dà un vicepresidente condiziona tutta l’immagine del “ticket” (la coppia di candidati) presidenziale.
Sui temi trattati, JD Vance si è distinto con particolare forza sull’aborto. Ribadendo, anche suo malgrado, la posizione più moderata di Trump (la decisione spetta agli Stati), Vance ha dichiarato che il Partito Repubblicano è il partito della famiglia, il partito della vita, a partire da quella del nascituro. Walz, al contrario, si è dilungato nella descrizione di una serie di “casi limite”, di donne che a causa dei divieti e dei limiti imposti all’aborto hanno subito conseguenze sanitarie terribili. Di fatto, pur negandolo, ha confermato che nel suo Stato, il Minnesota (di cui è governatore) si può abortire fino al nono mese: una volta incalzato, ha dichiarato che “è una scelta della donna e del medico che ha cognizione di causa”. Anche Vance è ricorso a esempi personali, fra cui quello di una sua amica intima. Cresciuto in una zona impoverita dalla de-industrializzazione, Vance conosce molti casi di donne che hanno abortito perché convinte che la loro vita sarebbe stata distrutta da una gravidanza indesiderata. Ma perché nessuno ha presentato o fornito loro alternative. E su questo Vance promette che un governo repubblicano “lavorerà meglio”.
Parlando di immigrazione, Walz ha cercato di battere il suo avversario rimproverandogli di aver inventato la notizia (mai confermata) degli immigrati che mangiano gli animali domestici dei residenti di Springfield, Ohio. «Il governatore repubblicano ha detto che non è vero - ha detto Walz - Ci sono conseguenze per questo. Ci sono conseguenze... e le conseguenze a Springfield sono state che il governatore ha dovuto inviare le forze dell'ordine dello Stato per scortare i bambini dell'asilo a scuola», per timore di disordini. La risposta di Vance, in questo caso è stata evasiva. Ma il vice di Trump, senatore dell’Ohio, ha riportato il discorso su un terreno a lui più favorevole: il tema dell’immigrazione illegale, un disastro per l’amministrazione Biden e soprattutto per Kamala Harris, che aveva una delega proprio sulla gestione del confine meridionale. «A Springfield, in Ohio, e nelle comunità di tutto il Paese, le scuole sono sature. Gli ospedali sono saturi. Gli alloggi sono totalmente inaccessibili perché abbiamo portato milioni di immigrati clandestini a competere con gli americani per le case che scarseggiano», ha detto Vance.
A questo punto sono state le moderatrici della Cbs a entrare in campo. Pur avendo promesso di non fare fact checking durante l’incontro, hanno voluto specificare che gli immigrati haitiani di Springfield sono in maggioranza regolari. Ma così Vance ha colto l’opportunità per lanciare un altro contrattacco: «Visto che state verificando quel che dico, credo sia importante dire cosa sta succedendo - ha detto Vance - C'è un'applicazione chiamata CBP One che permette di entrare come migrante illegale, chiedere asilo o libertà vigilata e ottenere uno status legale sull'onda di una legge di Kamala Harris sui confini aperti». Messe alle strette, le moderatrici hanno disattivato i microfoni (in un dibattito la cui regola era quella del microfono sempre aperto…).
Insomma, nonostante la televisione che ospitava il dibattito ce l’abbia messa veramente tutta per far perdere Vance, il senatore dell’Ohio ha tenuto testa all’avversario. Dal conflitto in Medio Oriente all'immigrazione, Vance ha ripetutamente cercato di collegare Harris alle politiche del presidente Biden, arrivando a etichettare l'attuale amministrazione come “amministrazione Kamala Harris”. «Quando l'Iran, Hamas e i loro proxy hanno attaccato Israele? È stato durante l'amministrazione di Kamala Harris - ha detto, per esempio - Quindi il governatore Walz può criticare i tweet di Donald Trump, ma una diplomazia efficace e intelligente e la pace attraverso la forza è il modo per riportare la stabilità in un mondo molto destabilizzato».
Mentre Walz è cascato sulla domanda più imbarazzante. Aveva dichiarato di essere stato a Hong Kong e in Cina durante il massacro di Piazza Tienanmen (4 giugno 1989) e di aver imparato molto da quell’esperienza. Ma la stampa di allora riporta che la sua trasferta iniziò in agosto, due mesi dopo. Dopo un lungo argomento circolare, Walz ha dovuto ammettere: «Sono arrivato lì quell'estate e mi sono espresso male». Come Biden, appunto. Ma più giovane.