Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Galdino a cura di Ermes Dovico
cristianofobia

Devasta chiesa gridando Allah. “L'Osservatorio serve”

Il magrebino che ha semidistrutto la chiesa di Mazara del Vallo al grido di Allah Akbar è stato snobbato come vandalo sbandato. Invece è stato un altro episodio di cristianofobia. Parla alla Bussola Laura Corrotti, la consigliera del Lazio che ha presentato un progetto di legge per un Osservatorio a difesa della fede cattolica. 

Libertà religiosa 06_10_2020

Chiamarlo atto vandalico è una scusa che non regge più. Si fa presto a dire che era ubriaco, ma se entri in chiesa spaccando il portone e dopo aver frantumato alcuni vetri e spaventato la suore barricate nell’attiguo convento, ti metti anche a urlare Allah Akbar (Allah è grande), puoi anche non chiamarla Cristianofobia, ma il succo è questo.

Ennesima aggressione ai danni di una chiesa, ennesima sottovalutazione della stampa e dell’opinione pubblica, ennesimo corto circuito che fa scandalizzare per gli atti di razzismo inventati o di omofobia costruiti a tavolino e tace su chi di questi tempi subisce la propria appartenenza alla fede cattolica con gli attacchi.

Non è necessario che ci scappi il morto. Anche quello che è accaduto a Mazara del Vallo nel week end appena trascorso è sintomatico di quanto il clima si stia facendo pesante per i cattolici in Italia.

Il giovane magrebino ha sfondato la porta d’ingresso della chiesa e del convento Cuore di Gesù, nel centro storico di Mazara del Vallo. Le suore della Congregazione Figlie di Maria Missionaria erano al piano di sopra nel convento che pranzavano e all’inizio non hanno sentito l’effrazione del portone. Fortunatamente, perché si sono accorte del balordo soltanto verso la fine, quando dopo aver distrutto tutto quello che incontrava non è stato scovato da carabinieri e la polizia che lo hanno arrestato.

Merito di un dirimpettaio del convento che, vedendo l’uomo forzare la porta d’ingresso della chiesa, ha allertato le forze dell’ordine che sono accorse in pochi minuti.

Nel mentre l’uomo, clandestino, ha compiuto il finimondo attirando l’attenzione delle religiose terrorizzate: è salito al primo piano e poi si è nascosto fino a quando l’Arma non lo ha acciuffato. Il giorno dopo, la superiora del convento, suor Marcella, spiega alla Bussola che «lo spavento è stato grande e i danni sono ingenti». 

Chiediamo se si siano rese conto di chi fosse: «No, l’abbiamo soltanto visto quando veniva portato via dai carabinieri, però sì, urlava in continuazione Allah Akbar, Allah Akbar…

Nelle ore immediatamente successive l’aggressione di sabato, quando la notizia si è sparsa per il Paese, le suore hanno ricevuto le telefonate di tanti fedeli che frequentano il convento per accertarsi delle loro condizioni di salute.

Mentre la giustizia farà il suo corso, le religiose non hanno proceduto a denunciare l’uomo, che dovrà rispondere d’ufficio di svariati reati, compreso quello di danneggiamento dato che la rottura dei vetri e del portone è stata ingente.

Al di là della solidarietà però, da parte delle istituzioni non sono arrivate denunce particolari. Neanche dal sindaco di Mazara che – riferisce suor Marcellina – non ha nemmeno telefonato. Il copione è il solito: aggrediscono una chiesa, ma per tutti il caso è il vandalismo: il responsabile viene di volta in volta definito pazzo, ubriaco o vandalo o squilibrato. E l’episodio non viene mai inquadrato per quello che è: un atto di cristianofobia.

Imparare a chiamare le cose con il loro nome invece è uno degli obiettivi che invece si prefigge la consigliera della Lega nella Regione Lazio, Laura Corrotti (foto) che ha depositato recentemente un progetto di legge regionale (QUI) per l’istituzione di un Osservatorio permanente sulla Cristianofobia.

«Ho preso spunto proprio dagli articoli che la Bussola dedica a questi fatti – ha spiegato l’esponente leghista -. Mi auguro che venga presto assegnata alla commissione affari costituzionali». 

Secondo la Corrotti se ci fosse un atto contro una moschea o contro una sinagoga, nessuno si azzarderebbe a chiamarlo semplicemente un atto vandalico, ma si condannerebbe il gesto come un attacco a quella fede. Invece, quando ad essere prese di mira sono le chiese o i sentimenti religiosi, nessuno evoca mai l’attacco diretto alla fede cattolica o peggio ancora il satanismo, ma si derubrica tutto a vandalismo. Niente di più sbagliato».

L’esponente del Carroccio si augura che «questa proposta contribuisca a cambiare una mentalità e ad affermare il principio che un’aggressione a un luogo religioso è sempre un atto contro quella fede. «Se rubi Ostie consacrate e le getti prima dell’arrivo della Polizia – come è successo recentemente sempre in Sicilia - evidentemente c’è qualche intento diverso dal mero atto vandalico, perché diversamente questi vandali ogni tanto rivolgerebbero le loro attenzioni verso edifici pubblici, ma magari di proprietà del Comune o dello Stato. Invece, guarda caso si tratta sempre di chiese…».

L’Osservatorio, così come concepito nella proposta della Corrotti, dovrebbe essere costituito dalla giunta regionale e composto oltre che da consiglieri anche da esperti di sociologia, giurisprudenza e economia e avrebbe una dotazione diretta della giunta per potersi finanziare e iniziare così la sua opera tracciatura degli episodi che via via cominceranno ad emergere. «Per chiamare le cose col suo nome – conclude – e così poter intervenire anche con apposite denunce».