Dermine: dimenticando il diavolo si nega anche la Redenzione
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Se non parliamo più del demonio, allora non si sa da cosa dovremmo essere salvati, osserva l’esorcista domenicano intervistato durante la Giornata della Bussola a Staggia Senese. E invita a non sottovalutare l’azione più ordinaria ma più pericolosa: la tentazione.
- La Bussola in Toscana, premio Viva Maria ad Angela Pellicciari, di Stefano Bimbi

Il diavolo esiste, lo affermano la Scrittura e la tradizione della Chiesa, nonché l’esperienza di chi lo combatte sul campo, l’esorcista domenicano François Dermine, che ha concluso la Giornata della Bussola Toscana con un seguitissimo intervento sulla demonologia prolungato dalle numerose domande del pubblico, a ulteriore smentita di chi la vorrebbe “superata”. Ci siamo ritagliati un momento di pausa nell’intensa giornata per una breve intervista a padre Dermine, che ha risposto con chiarezza cristallina – e un tocco di garbata ironia: «è la polvere, non è il demonio», commenta scherzosamente quando viene colto da uno starnuto. L’esorcista va dritto al punto: negare l’esistenza del diavolo significa negare anche il mistero della salvezza. E invita a non sottovalutare l’azione più ordinaria ma più pericolosa: la tentazione.
Padre Dermine, molti nostri contemporanei si chiederebbero perché parlare ancora del diavolo nel XXI secolo...
Se non ne parliamo la vita cristiana e il mistero dell'Incarnazione, della Redenzione non hanno nessun senso, perché Gesù si è incarnato «per distruggere le opere del diavolo» (1 Gv 3,8). Questo è il senso dell'Incarnazione. Se non esiste il demonio non si può parlare di mistero di salvezza, perché esso si riferisce alla salvezza da un essere più forte di noi, che si chiama appunto il demonio. Altrimenti Gesù Cristo che è venuto a fare? Non ha più senso. Noi dobbiamo essere salvati dalle opere del demonio. Ma se non esiste, non sappiamo da che cosa dovremmo più essere salvati: mistero di salvezza, da che cosa?
Se non si parla del demonio e degli angeli – quindi buoni e cattivi che siano – trascuriamo la fetta del creato più consistente in assoluto, cioè gli esseri angelici (buoni e cattivi). Mentre gli esseri umani per esistere hanno bisogno di uno spazio e quindi non possono essere creati in modo infinito da Dio, il problema non si pone per gli angeli che sono dei puri spiriti e quindi Dio ne può creare finché vuole. Lo scopo della creazione è creare il maggior numero possibile di persone che potranno diventare beate per l'eternità e Dio a questo ci tiene, per cui crea, crea, ma non può creare degli esseri umani come può creare degli angeli: non c'è posto qui sulla Terra. Se gli esseri umani fossero numerosi quanto lo sono gli angeli, noi saremmo stipati l'uno accanto all'altro.
Lewis che diceva che il diavolo ha due modi per ingannarci, uno è di far credere che non esiste e l'altro è di farci credere troppo e di farne parlare in maniera morbosa. Non vale forse anche per gli angeli buoni, quando vengono fatti oggetto di un approccio deformato, in senso New Age?
Sì, certo il New Age ha stravolto l'angelologia a suo favore e senz’altro questo rappresenta un pericolo, che però è abbastanza recente. Questa “prudenza” che si dovrebbe avere a causa dell'invasione di campo da parte del New Age è recente e non ci deve spingere a trascurare appunto un aspetto importante della cosmologia – perché, ripeto, se vengono a mancare gli angeli manca la fetta principale del creato – e tutt’altro che superfluo dal punto di vista della vita cristiana.
E riguardo agli angeli cattivi, perché si riscontra un interesse malato verso di loro? Per esempio quando si sente parlare di sedute spiritiche o di fatti di cronaca in cui c’entra il satanismo...
Senz'altro perché la figura del demonio attira e soprattutto i perversi hanno bisogno di un loro “santo patrono” – scusi l’espressione – quindi il più rappresentativo è Satana che si è ribellato contro Dio e che pur di fare di testa sua ha rifiutato la beatitudine eterna. Satana è il ribelle per eccellenza e allora fa comodo a chi ricerca figure del genere per dare consistenza alle proprie scelte.
Venendo al suo specifico ministero di esorcista, quali sono i danni peggiori che infligge il demonio?
L'esorcista si occupa dell'azione straordinaria del demonio, che se la prende con l'essere umano in maniera violenta, cosa che non fa abitualmente, poiché di solito agisce in una maniera molto più pericolosa che si chiama tentazione. Non dobbiamo esagerare l’azione straordinaria rischiando di sottovalutare la tentazione: mentre una persona vessata duramente, anche addirittura posseduta può salvarsi – un posseduto può salvarsi –, invece un peccatore che asseconda la tentazione non può salvarsi e allora stiamo attenti a non dare troppa attenzione, troppo peso all'azione straordinaria del demonio, che proprio perché straordinaria rischia di abbagliarci e di farci trascurare l’azione ordinaria.
E quindi ci farebbe illudere che che invece su di noi non ha potere... Quali sono i mezzi ordinari per difendersi, appunto, da questa azione ordinaria?
Consistono nel tendere alla santità, nel tendere a Dio e al prossimo. E la confessione.
Un'ultima domanda pensando al nome scelto dal nuovo Pontefice. Fu Leone XIII a volere la preghiera a San Michele dopo una visione di Roma infestata dai diavoli che minacciavano la Chiesa e il mondo. È ancora attuale quella preghiera?
A me è dispiaciuto molto che sia stata soppressa. In passato la si recitava dopo ogni Messa. Ho conosciuto quel periodo lì, era una ottima forma di protezione e di affidamento a Dio.
L’esorcismo: una grande esperienza della vittoria di Cristo
Cosa si prova a stare faccia a faccia col diavolo? «Il diavolo non ha una vera “faccia”. Il suo volto è menzogna», dice a La Bussola il neopresidente dell’Associazione Internazionale Esorcisti. Che in dieci anni sono quadruplicati.
“Solo Dio ci può salvare dal diavolo. E il Papa lo ha detto”
«La negazione dell’esistenza del diavolo è deleteria per l’uomo. E infatti Gesù lo esorcizzava, perciò chi non crede nel demonio non crede a Gesù». «Se non ci affidiamo al Signore diventiamo facile “preda” del demonio, spesso a nostra insaputa», facendo l’errore del razionalismo che esclude a priori il soprannaturale. La Bussola intervista il domenicano François-Marie Dermine, esorcista e presidente del Gris, soffermandosi su alcuni discorsi di papa Francesco sull’esistenza del diavolo.