Denunciata scuola di Reggio Emilia per distribuzione di materiale porno
Dopo il caso sollevato da La Nuova BQ (leggi qui), scatta il procedimento contro l'Arcigay e alcuni docenti dell'Istituto Cattaneo di Castelnuovo ne' Monti, responsabili di aver distribuito ai ragazzi un opuscolo pornografico omosessuale.
Avvertiamo i lettori che in questo articolo si trovano citazioni di espressioni palesemente oscene. Le pubblichiamo a puro scopo documentale, perché i genitori sappiano che cosa alcune organizzazioni gay stanno distribuendo, o vorrebbero distribuire, nelle scuole italiane.
Questo giornale è stato il primo, grazie all’ottimo articolo di Andrea Zambrano (leggi qui), a dare la notizia di quanto accaduto all’istituto scolastico I.T.C.G. Cattaneo-Dall’Aglio di Castelnovo ne’ Monti, in provincia di Reggio Emilia. È poi seguito “Libero”, “Avvenire”, “La Repubblica” e “Il Fatto Quotidiano”.
La vicenda è nota. Presso il citato istituto scolastico, alcuni rappresentanti del Comitato Provinciale Arcigay “Gioconda” di Reggio Emilia, dopo aver tenuto in classe una lezione contro l’omofobia, hanno distribuito a studenti minorenni un opuscolo illustrativo intitolato “Safer Sex, Hiv e Infezioni Sessualmente Trasmissibili”, il cui contenuto denota un'evidente e sconcertante natura pornografica omosessuale.
I Giuristi per la Vita e Pro Vita Onlus hanno deciso di sporgere denuncia alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia nei confronti dei rappresentanti dell’Arcigay di Reggio Emilia, e di tutti gli altri eventuali concorrenti a qualsivoglia titolo, per i reati previsti e puniti dagli artt. 528 ed eventualmente dall’art. 609 quinquies del Codice Penale.
Vista l’affermazione di Fabiana Montanari, presidente di Arcigay Reggio Emilia, secondo cui «all’incontro erano presenti cinque professori, che hanno accettato la distribuzione degli opuscoli e ci hanno fatto i complimenti per l’attività svolta», si impone l’accertamento della responsabilità penale degli insegnanti, e la valutazione sull’applicabilità dell’aggravante di cui all’art. 61 n. 9 c.p. poiché la divulgazione del materiale è stata accettata ed agevolata dal corpo docente della scuola.
Circa l’oscenità del contenuto degli opuscoli non vi sono dubbi. L’ha riconosciuto lo stesso giornalista Gianluca Veneziani nel suo articolo intitolato “Lezioni di sesso anale: che bordello di scuola”, pubblicato da “Libero” il 18 aprile scorso, rifiutandosi di pubblicare i passi irriferibili degli stessi opuscoli: «Omettiamo, per ragioni di decenza, la seconda parte dell’opuscolo in cui abbondano frasi ai limiti della volgarità e fioriscono descrizioni di rapporti sessuali, le cui finalità educative ci sfuggono».
Ancora una volta siamo al parossismo della contraddizione. Ciò che non riesce a superare il limite minimo della decenza per la pubblicazione, diventa materiale educativo in classi frequentate da tredicenni e quattordicenni. Un déjà vu rispetto a quanto accaduto al Liceo Classico Giulio Cesare di Roma. In quel caso ciò che è stato ritenuto sconveniente ed irriferibile in un'aula parlamentare, è diventato letteratura edificante in un’aula scolastica frequentata da adolescenti. La contraddizione è certificata dalla lettera del 7 maggio 2014 inviata dal Presidente del Senato Pietro Grasso al senatore Carlo Giovanardi, per invitare lo stesso parlamentare ad eliminare dall’interrogazione che intendeva presentare i passi letterari della scrittrice Melania Mazzucco, considerati «sconvenienti» dall’art.146 del regolamento del Senato
Poiché per aver presentato una denuncia sul caso del Liceo Giulio Cesare siamo stati sommersi da una proluvie di insulti – ci hanno definiti «talebani ignoranti», «trogloditi letterari», «bigotti censori di opere d’arte», «culturalmente rozzi» – è assai probabile che anche nel caso di quest’ultima denuncia verremo tacciati di essere dei pericolosi irresponsabili, degli ottusi bacchettoni contrari alla prevenzione sessuale, e di non avere a cuore la salute degli adolescenti. Allora facciamola giudicare al lettore, la scientificità del contenuto degli opuscoli dell’Arcigay, e lasciamo a lui valutare l’opportunità che adolescenti di tredici o quattordici anni leggano cose simili. L’opuscolo, infatti, non solo mostra al suo interno immagini oscene, ma contiene, altresì, affermazioni del seguente tenore:
(a) «L’epatite B si trasmette principalmente nel corso di rapporti sessuali anali ed orali non protetti. Utilizzando un preservativo con un’adeguata dose di olubrificante a base d’acqua durante i rapporti anali e un preservativo durante i rapporti orali potrai evitare il contagio»;
(b) «L’epatite A la prendi ingerendo acqua o cibo contaminati o, nel caso di rimming (pratica sessuale che comporta il contatto della bocca con l'ano o con le regioni perianali, ndr), se la tua bocca entra in contatto con le feci (anche minime tracce) di un partner infetto. Per proteggerti dall’epatite A durante i rapporti oro-anali puoi utilizzare una normale pellicola trasparente ben aderente (dental dam) o un preservativo tagliato a metà e appoggiato all’ano del partner»;
(c) «Per l’epatite A e B esiste il vaccino che conviene fare. Inoltre la vaccinazione contro l’epatite B è gratis per i gay. Basta che tu dica al medico di essere gay»;
(d) «Se fai il pompino senza preservativo, non farti venire in bocca e non ingoiare, perché la concentrazione di virus HIV nello sperma è potenzialmente alta. Se però capita che l’altro ti venga in bocca, sputa lo sperma immediatamente, sciacqua la bocca con semplice acqua tiepida, non usare il collutorio e non correre a lavarti i denti (non irritare le gengive)».
(e) Per evitare il rischio di infezione della gonorrea, si invita ad «utilizzare un guanto di lattice per la penetrazione», e ad «evitare lo scambio di sex toys».
Siamo certi che il lettore medio saprà giudicare. Soprattutto se ha figli adolescenti dell’età dei poveri studenti dell’istituto scolastico I.T.C.G. Cattaneo-Dall’Aglio di Castelnovo ne’ Monti. E siamo certi che si sarà anche un giudice capace di fermare questa intollerabile fiera delle oscenità che sta dilagando nelle scuole italiane. Visto che il Ministero dell’Istruzione latita.