Denatalità, i numeri premiano la "cattiva" Ungheria
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Nonostante le pressioni ultraliberiste europee, Budapest mostra numeri impressionanti nella crescita demografica: 10 anni fa il tasso di fertilità era a 1,23, mentre nel 2021 era salito al 1,59. Un aumento del 25,6%, che fa dell'Ungheria il Paese con il più alto tasso di fertilità totale dell'UE.
La quinta conferenza internazionale o Budapest Demographic Summit, svoltosi dal 14 al 16 Settembre scorso, è il più importante forum strategico internazionale sulle questioni demografiche dal 2015 e si celebra ogni due anni. Quest'anno, 60 tra capi di Stato e di governo, leader ecclesiastici, opinionisti, personalità dei media e leader di ONG provenienti da quattro continenti hanno condiviso un programma ricchissimo di occasioni per favorire riflessioni e confronti su promuovere un futuro sicuro e fecondo per le famiglie.
Promotrice dell’evento, dapprima nella veste di Ministro per la famiglia e animatrice anche da Presidente della Repubblica, è Katalin Novak che ha ricordato nei suoi interventi di apertura come l’Ungheria sia divenuta la “Mecca” del pensiero e del confronto sulle varie esperienze di politiche famigliari, per le quali non sono necessari solo sussidi e incentivi finanziari, ma anche una vita sociale, civile e culturale orientata alla famiglia.
«Essere a favore della famiglia dovrebbe essere un minimo comune denominatore nazionale», ha sottolineato il Presidente della Repubblica Katalin Novák all’apertura della conferenza e proseguito elencando i 12 punti e impegni per la libertà delle famiglie ungheresi: «Dobbiamo avere la libertà di crescere i nostri figli, liberi da ideologie dannose. Non possiamo permettere che i nostri figli siano privati del loro senso di sicurezza basato sulla loro identità e autocoscienza.
Dobbiamo avere al potere un governo e legislatori favorevoli alla famiglia. L'Ungheria non deve dare il suo consenso a decisioni anti-familiari su questioni internazionali. Sicurezza per le nostre famiglie: gli asili, le scuole, i villaggi, le città, il Paese e i confini devono rimanere sicuri. Opportunità adeguate per chi ha figli: non dobbiamo permettere che chi ha un figlio rischi di essere trascinato nella povertà. Non dobbiamo permettere che le difficoltà economiche impediscano di avere figli. Dobbiamo avere rispetto per gli anziani. Dobbiamo garantire una vera libertà di scelta alle donne, evitare che debbano scegliere tra la famiglia e la carriera. Dobbiamo aiutare i giovani a trovare un alloggio per loro stessi. Dobbiamo avere un'istruzione pubblica competitiva, un'istruzione professionale, un'istruzione superiore e un sistema sanitario pubblico. Dobbiamo prestare attenzione alle famiglie ungheresi che vivono oltre i nostri confini».
«L'Ungheria è il paese europeo, insieme alla Polonia, più convinto e persistente sostenitore delle famiglie e della demografia nella politica nazionale ed internazionale e questo non cambierà nonostante le pressioni liberali», ha invece affermato il Primo Ministro Viktor Orbán nel suo ampio discorso di apertura. Orbán ha sottolineato che nonostante gli attacchi al Paese da parte del mondo liberale per il suo essere favorevole alla famiglia, come previsto dalla Costituzione per la quale «la madre deve essere una donna, il padre deve essere un uomo», il suo governo proseguirà nelle politiche pro-famiglia. Anzi, le critiche sproneranno Orban a «redigere il programma della politica familiare ungherese 2.0».
Non possiamo tacere che, ben al di là delle insulse polemiche che hanno visto prender di mira Giorgia Meloni per aver partecipato il 14 settembre, come altri Capi di Stato e Governo, ad un evento interazionale di così ampia portata e di così urgente interesse per il nostro paese, i primi risultati delle decennali politica ungheresi si impongono in tutta la loro portata.
Dal 2010, il reddito delle famiglie con un solo figlio è raddoppiato, mentre quello delle famiglie con più figli è triplicato. Una famiglia su cinque ha una nuova casa e i dati recenti dimostrano come tre bambini su quattro nascono in famiglia unita, mentre i nati fuori dal matrimonio diminuiscono. Se è vero che nel 2021, la Francia aveva registrato il tasso di fertilità più alto tra gli Stati membri dell'UE, con 1,84 nati vivi per donna, secondo Eurostat e la media per l'intera UE era di 1,53, nell’ultimo decennio a spiccare per il robusto trend di crescita del tasso di fertilità, a seguito delle massicce politiche famigliari e favorevoli alla natalità, è proprio l’Ungheria.
Il Segretario di Stato ungherese per la Politica familiare Ágnes Hornung, ha presentato i dati che dimostrano come il 75% dei bambini nati oggi proviene da coppie sposate, il Segretario di Stato ha sottolineato che l'istituzione del matrimonio è importante dal punto di vista demografico, perché la stabilità e sicurezza di una famiglia sono condizioni che favoriscono enormemente la natalità. Inoltre, gli ultimi 12 anni si è registrato il maggior aumento della disponibilità ad avere figli rispetto agli altri paesi d’Europa.
Dati confermati dall’eccellente Ministro Gergely Gulyás e che mostrano come nel 2010, quando il governo ha introdotto una nuova politica famigliare e demografica, il tasso di fertilità era pari a 1,23, mentre nel 2021 era salito al 1,59. Ciò rappresenta un aumento del 25,6%, che rende l'Ungheria il Paese con il più alto tasso di fertilità totale dell'Unione Europea nell'ultimo decennio. Credibile quindi la prospettiva ungherese, se si manterrà al governo una compagine di politici sensibili e pro attivi alle politiche per famiglia e natalità, di arrivare nel prossimo decennio al tasso di fertilità di 2,1 figli per coppia.
Avere figli è una decisione sovrana per le famiglie ma, compito di governanti e legislatori, oltre che degli uomini di cultura e dei mass media, è quello di migliorare le opportunità di giovani, genitori e famiglie, attraverso un ampio spettro di politiche che ne rispettino la libertà e sostengano il desiderio di posterità. Un anno dopo le elezioni politiche e a meno di 9 mesi da quelle europee, il Governo italiano vuol premiare la stabilità matrimoniale, incamminarsi verso progressive, coerenti e stabili politiche famigliari e vuole darne ragione chiara e completa alla nazione? Le opposizioni vogliono contribuire ad un “minimo comun denominatore nazionale” di politiche famigliari o no?