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intervista a bignami

«Danneggiati e cure: la Commissione Covid indagherà a 360°»

«La Commissione Covid avrà gli stessi poteri della magistratura e indagherà anche su cure domiciliari e sulle reazioni avverse al vaccino. Nessun processo, ma dobbiamo capire se i governi di allora fossero in possesso di tutti gli elementi per decidere con trasparenza e conoscenza». Intervista al viceministro Bignami sulla bicamerale dedicata alla gestione della pandemia: «Se il Pd dovesse buttarla in rissa, pronti a varare una monocamerale al Senato».

Attualità 23_01_2023

La Commissione Covid indagherà anche sulle reazioni avverse da vaccino e sulle cure domiciliari. La conferma arriva alla Bussola da Galeazzo Bignami, viceministro alle Infrastrutture e primo firmatario del Ddl istitutivo della bicamerale che sarà calendarizzata giovedì prossimo. L’esponente di Fratelli d’Italia spegne così sul nascere ogni tipo di illazione sollevata in questi giorni dalla sinistra sul raggio d’azione limitato dato alla commissione.

Bignami, la commissione deve ancora partire e già si litiga su quello di cui si dovrà occupare...
Il Pd non vuole farla, è evidente, la lingua batte dove il dente duole.

Si teme una caccia alle streghe?
Noi non vogliamo processare nessuno, ma soltanto indagare e nell’indagine la commissione si doterà dei medesimi strumenti della magistratura. Bisogna sottoporre a verifica tutto ciò che ha deciso il ministero e le scelte compiute dal governo.

Verificare in particolare che cosa?
Che le decisioni prese fossero in scienza e coscienza le uniche che si potevano prendere, capire ad esempio se il governo aveva altri elementi o altre strade da percorrere. Lo spirito con cui si muoverà la commissione sarà questo.

È stato scritto che la Commissione non si occuperà di reazioni avverse da vaccino. È così?
Io l’ho detto fin dall’inizio: questa commissione ha gli stessi poteri della magistratura e dovrà verificare tutto e per tutto si intende anche ciò che in evidenza che sta emergendo. Non sono un medico, ma è evidente che se una parte della medicina sostiene che ci sono reazioni importanti e ci sono cittadini che stanno male, questo andrà appurato.

E il governo di allora come verrebbe coinvolto?
Nell’appurare se c’è stata o no una volontà politica di eludere i controlli o di minimizzarli.

Chiamerete anche esterni?
Certamente, non vogliamo fare un processo, ma essere sicuri che il decisore politico avesse in mano tutti gli elementi per decidere. Il dubbio che sorge è che ci sia stata presentata una decisione che in realtà poteva essere un’opzione, senza indagare altro.

Qualche altro esempio?
Ad esempio sulle cure domiciliari. L’unica scelta è stata quella della ormai tristemente nota Tachipirina e vigile attesa, ma bisogna che ci venga spiegato il perché, dato che nel frattempo l’esperienza sul campo stava dando riscontri in termini di cura precoce. Non discutiamo le scelte dei medici, ma la trasparenza e la genuinità del ministero nel portare avanti una strada piuttosto che un’altra.

Sta emergendo a Davos che Moderna fosse già pronta col vaccino ancor prima di dare un nome al covid. Ci sarà anche un focus sul ruolo delle case farmaceutiche?
Sì, a cominciare dagli accordi con il governo italiano. Ricordo che Speranza aveva detto di aver proceduto personalmente alla stipula dei contratti con Astrazeneca dopo aver convinto i ministri della salute degli altri Paesi, poi si è scoperto che i contratti erano stati siglati – e coperti – in sede di commissione europea. Quindi a chi dobbiamo credere?

Un errore?
Oppure una volontà di ascriversi meriti non suoi o addirittura qualcos’altro?

Green pass. Oggi sembra un lontano ricordo, ma ci si è dimenticati che la polizia ha dato la caccia ai runner in spiaggia? C’erano amministratori – come l’assessore della sua regione, Donini - che dicevano che non c’era necessità, ma bisognava dare l’esempio...
Cercheremo di capire quali elementi il governo aveva in mano per adottarlo, inducendo in un clamoroso errore il presidente del consiglio Draghi che disse che con il GP «abbiamo la garanzia di trovarci tra persone non contagiose». È stato smentito dai fatti, ma dovremo capire se e quali informazioni in questo senso erano state date al governo.

Forse Draghi stesso...
Lo appureremo.

Ci saranno resistenze?
Non mi preoccupano, alla fine la verità trionfa. Ricordo le vignette e gli insulti a cui venivamo sottoposti noi di Fratelli d’Italia, ci accusavano di mettere in discussione la scienza, poi abbiamo scoperto che il Green pass non serviva a nulla, se non come strumento induttivo al vaccino.

O coercitivo...
Ognuno dà i messaggi che vuole e già in questo c’è una scelta politica.

E voi che messaggio volete dare con questa bicamerale?
Che non dobbiamo dare per scontato che il periodo della pandemia sia stato un momento di trasparenza e conoscenza, che sono i criteri che devono ispirare il legislatore secondo la decisione 108 del 2013 dell’Unione Europea.

Che cosa farete se il Pd non dovesse condividere la vostra impostazione di indagine a 360 e ostruisse la nascita della commissione?
Se ci accorgiamo che si vuole buttarla in cavalleria abbiamo già una soluzione.

Quale?
Il senatore Zaffini sta portando avanti una commissione monocamerale al Senato.

Perché?
Perché temiamo le tecniche dilatorie del Pd. La creazione della bicamerale ha bisogno di due passaggi per l’approvazione, uno alla Camera e uno al Senato. Se vediamo che si tende a tenerla lunga o a buttarla in rissa, apriremo la strada per una monocamerale con le stesse funzioni.