Danimarca, ecco la "Bibbia" politicamente corretta
La Danish Bible Society, legata ai luterani, ha pubblicato una traduzione integrale della Bibbia sostituendo moltissime volte la parola “Israele” con “noi“. Il motivo? Per la Dbs il “lettore medio” non capirebbe. Cambiate anche le parole “peccato”, “grazia”, “misericordia”, “alleanza”. Insomma, la Verità viene travisata ed edulcorata per piacere all’ideologia dominante.
Una Bibbia, Antico e Nuovo Testamento, per piacere a laici secolarizzati e islamici? No, grazie. Già nel 2012 la Danish Bible Society (Dbs) aveva pubblicato un Nuovo Testamento rivisto omettendo completamente la parola “Israele” o sostituendola con “ebrei” o “noi”. La strana ragione di questa incredibile decisione fu già allora quella di “impedire ai cristiani luterani danesi di confondere il biblico popolo di Israele con il moderno Stato di Israele”. I cristiani danesi allora avevano protestato con veemenza.
Imperturbabile, nelle scorse settimane la Dbs ha pubblicato la Bibbia completa, la medesima versione “anti-israeliana” del Nuovo Testamento, più una traduzione dell’Antico Testamento, sostituendo la parola “Israele” con “noi”. Tutto taceva sino a quando lo scorso 21 aprile Jan Frost, un danese ebreo che ama la Bibbia (vera), ha presentato i dettagli della falsa Bibbia su YouTube. Questa volta, lo stesso Stato di Israele ha protestato. Avendo difeso e spesso pagato il caro prezzo del sangue per amore della Sacra Scrittura, Israele ha dichiarato di “non accettare il revisionismo della Sacra Scrittura”.
La “Dbs Bible 2020” è un assalto alla fede di ebrei e cristiani e un attacco alla storia di Israele e al popolo ebraico, in fondo un travisamento della Verità. Vi immaginate di leggere che Dio, invece di chiamare Giacobbe con il nome di “Israele” (Gen 32:28), lo chiami “noi”? Ebbene, di assurdità simili, Jan Frost, nel solo Nuovo Testamento, ne ha contate 59 sulle 60 volte in cui si cita Israele. Nel Vecchio Testamento invece, “Israele” è stato sostituito ‘solo’ nel 9% dei casi, diversamente non si sarebbero potuti pubblicare interi libri di profeti. L’operazione della Danish Bible Society di cambiare “Israele” con “noi” non significa ‘solamente’ sostituire una parola con un’altra; cambia il concetto e dunque il significato. La Dbs porta il “noi” al centro della scelta divina, noi tutti e cioè chiunque. Il destinatario originale, Israele, è stato sostituito e privato dei privilegi della chiamata originaria di Dio.
L’ideologia sostitutiva è anche un’eresia per tutti i cristiani. Gli islamisti invece, ancor oggi impegnati con ogni mezzo a sostituire lo Stato di Israele, non possono che applaudire alla falsificazione revisionista e censoria della Bibbia. Infatti, la “Bibbia 2020 anti-israeliana” riflette i recenti sviluppi nella società danese, non ultima la crescita costante della popolazione musulmana arrivata nel 2019 al 5,5% (320.000) dell’intera popolazione nazionale. Non per nulla, gli ebrei danesi sono stati esposti a un crescente sentimento di ostilità da parte di una crescente comunità di immigrati musulmani, non tutti ovviamente. Nel 2019, la comunità ebraica danese era scesa a 6.000 persone; erano 8.500 nel 2016.
La Dbs sembra voler assecondare quell’atteggiamento sociale anti-israelita che riguarda sia parte della comunità musulmana sia altre parti della società danese.
A caso scoppiato, la falsa traduzione della Sacra Scrittura da parte della Danish Bible Society è stata accolta con un crescendo di proteste internazionali che chiedono il ritiro del testo. Il 26 aprile scorso, la Bible Society in Israel (Bsi) ha rilasciato una dichiarazione educata ma inequivocabile chiedendo di “prendere misure per correggere” la traduzione gravemente sbagliata: “Siamo rimasti molto sorpresi e delusi dall’approccio adottato dai traduttori riguardo al termine Israele […]. Anche se fosse fatto per assecondare un maggior pubblico laico, il significato della parola di Dio non deve essere compromesso. Riteniamo che la sostituzione e la rimozione del termine Israele, nel modo in cui è stato fatto nella Bibbia, sia stata una decisione dannosa che ha ferito molti che amano la parola di Dio, in Israele e in tutto il mondo. Crediamo che la Danish Bible Society […] prenderà seriamente in considerazione il nostro richiamo, che fa eco alle voci di molti, e adotterà misure per correggere la propria traduzione, ove necessario”.
Nella sua risposta alle critiche, la Dbs ha ammesso che lo scopo della traduzione era proprio quella di invogliare i “lettori secolari con scarsa conoscenza della Bibbia e della sua storia, della chiesa tradizionale e del suo linguaggio biblico. Ciò significa che molte cose sono tradotte in modo diverso rispetto alle traduzioni bibliche tradizionali. Ad esempio, non usa le solite parole danesi per «peccato, grazia, misericordia, alleanza» e molte altre parole tipicamente bibliche, con il cui significato un lettore danese medio non avrebbe familiarità. Si usa «il popolo ebraico, gli ebrei, il popolo eletto di Dio o semplicemente il popolo» per tradurre «Israele», poiché la maggior parte dei lettori danesi non saprebbe che è il popolo di Dio con cui [Dio] ha stretto un’alleanza”. Di male in peggio.
Le ombre ora si addensano sui mandanti che potrebbero essere alcuni autorevoli responsabili della Chiesa Luterana. In ogni modo, in Danimarca abbiamo un cattivissimo esempio di come, per ragioni ideologiche e politicamente corrette, si vuole stravolgere ed edulcorare anche la Parola di Dio per “piacere” ai lettori. Ma la Bibbia non è una “nostra favola”, bensì la Verità.