Dall’Italia alla Scandinavia, le tradizioni per santa Lucia
La fama di Lucia non è circoscritta all’Italia, ma è molto diffusa nei Paesi scandinavi, in particolare nella Svezia. Tema comune delle molteplici tradizioni legate alla santa, la luce che vince sulle tenebre.
La luce sconfigge le tenebre, sempre: semplice, acclarata affermazione che fa parte della nostra fede; fa parte della storia del Cristianesimo. La luce, la ricordiamo nella veglia della Santa Pasqua, quando all’accensione del cero pasquale viene fatta memoria del Cristo vincitore delle oscurità della morte; la ricordiamo in questi giorni d’Avvento e, soprattutto, nel Santo Natale del Signore. La sfavillante luce del Bambino Gesù rischiara le menti e i cuori non solo di quei pastori accorsi alla mangiatoia di Betlemme narrati dal Vangelo di Luca, ma anche i nostri, accesi da un avvenimento che ha cambiato il corso della Storia.
E se si parla di luce, fa breccia nella mente una santa, in particolare: santa Lucia, della quale oggi ricorre la memoria liturgica, martirizzata a Siracusa sotto l’impero di Diocleziano. La sua iconografia è nota a tutti: in una mano reca un piatto e, sopra questo, vi sono due bulbi oculari, in ricordo della tradizione che la vuole protettrice della vista; nell’altra mano, invece, stringe una lampada accesa, simbolo della luce necessaria per incontrare il suo Sposo, Cristo. Al riguardo, non può che venire in mente l’episodio - contenuto nel capitolo venticinquesimo del Vangelo di Matteo - delle vergine stolte e di quelle sagge: «“Ecco lo Sposo, andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si svegliarono e prepararono le loro lampade».
Santa Lucia e la “sua” Siracusa, un binomio inscindibile. Eppure la fama della santa della luce non è solo circoscritta alla terra siciliana; valica monti e mari, fino ad arrivare nei lontani e freddi paesi scandinavi. Ma com’è possibile? I santi - si sa bene - vivono non solo nella fede attraverso gli episodi legati alla loro vita, ma anche in tutte quelle tradizioni popolari che si tramandano da tempi immemori. Così è avvenuto per santa Lucia. Sono molte, infatti, le tradizioni popolari a lei legate, dall’Italia fino ad arrivare alle terre dove è forse maggiormente sentita - in maniera sorprendente - la sua festa: la Scandinavia e, in particolare, la Svezia.
Nelle campagne del Nord Italia, nella data del 13 dicembre - che prima dell’introduzione del calendario gregoriano corrispondeva al solstizio d'inverno - era diffusa un’usanza: chi aveva avuto raccolti più abbondanti ne donava una parte a chi aveva avuto una stagione meno propizia. La carità diveniva così luce di speranza per i bisognosi. Un’altra famosa tradizione proviene dalla città di Brescia: i bambini lasciano - nella notte del 12 dicembre - dei biscotti e del latte per la santa che, con il suo fedele somarello, passerà per le case della città, lasciando i doni ai bambini buoni. Anche nella terra d’origine della santa non mancano certamente le antiche tradizioni: una di queste è legata al ricordo della fine della carestia del 1646. Si narra che proprio nel giorno dedicato alla santa approdò a Palermo una nave carica di grano; tanto era affamata la popolazione, che il grano venne immediatamente bollito e condito solo con dell'olio per poterlo mangiare subito. Di qui la tradizione siciliana di non consumare cibo a base di farina per il 13 dicembre.
Dal caldo sole della Sicilia, trasferiamoci nelle fredde terre svedesi: qui, la figura di santa Lucia vive in un’affascinante atmosfera che ha tutto il sapore della poesia. È la luce ad essere al centro della suggestiva rappresentazione. La città di Stoccolma, soprattutto, è ammantata di immagini che sembrano fuoriuscire da un libro illustrato per bambini. Nella buia notte, ecco venir fuori dalle case alcune fanciulle recanti sul capo una corona d’alloro; solo una di loro porta sulla testa una corona di candele: è lei la “novella” santa Lucia che si aggira tra le strade della città. La seguono dei giovinetti con un cappello a punta: sono i Re Magi alla ricerca del Bambino Gesù. Questa suggestiva “cartolina” d’altri tempi assume un significato ben preciso: essendo quella tra il 12 e il 13 dicembre la notte più lunga dell’anno - almeno così vuole la tradizione - le forze del male potrebbero avere maggiore tempo per agire sul mondo; ed ecco, allora, che a contrastare queste forze maligne ci penserà la luce di santa Lucia, simbolo della Luce di Cristo. Queste immagini richiamano l’eterna lotta tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre.
Ma come nasce questa tradizione? Per trovare le prime tracce di questa festa nella terra scandinava bisogna risalire al Medioevo, al 1200 circa. È in questo periodo che santa Lucia “sbarca” in Scandinavia. Vi è poi un passaggio importante: il 1700, quando la tradizione figurativa (del tutto germanica) del Gesù Bambino rappresentato con una corona di candele in testa viene adottata dalla Svezia, ma con una piccola variante: il Bambino venne sostituito con una ragazza vestita di bianco. Fu allora che alcune famiglie aristocratiche del luogo cominciarono la tradizionale colazione del mattino del 13 dicembre: la figlia maggiore, vestita di bianco (a simboleggiare la purezza della santa) e con una cintura color rosso (il martirio vissuto dalla santa), recava in testa una corona di candele (la luce di Cristo). Così vestita, doveva servire la colazione a letto ai propri genitori. Fino a questo punto però le notizie sono un po’ frammentarie. Bisogna attendere il 1927 per avere un riferimento più preciso: un quotidiano di Stoccolma, infatti, lanciò il primo concorso per votare “la santa Lucia dell’anno”. I lettori dovevano scegliere tra alcune candidate la santa Lucia più bella.
Da quel momento in poi, la Svezia vivrà la tradizione - in ogni scuola, ufficio, comune - di eleggere la propria santa Lucia. Ma non solo: in queste città scandinave vivrà da allora la tradizione del cosiddetto Luciatåg (il trenino di santa Lucia), la processione della santa con le candele, animata da canzoni che celebrano la luce. E, proprio in merito ai brani cantati per l’occasione, ancora una volta troviamo un riferimento all’Italia, la sua terra d’origine. Non si comprende come il motivo della canzone “Santa Lucia”, scritta nel 1849 dal compositore napoletano Teodoro Cottrau, accompagni questa tradizionale processione; eppure, ogni 13 dicembre, tra le strade di Stoccolma si può ascoltare, di questo motivo, un adattamento del poeta scandinavo Sigrid Elmblad che dice: «Santa Lucia,/ Luminosa illusione,/ Diffondi nella nostra notte d'inverno/ Un barlume della tua bellezza./ Sogni di ali che frusciano su di noi in profezia,/ accendi le tue candele bianche, Santa Lucia».