Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Leonardo da Porto Maurizio a cura di Ermes Dovico
dicastero

Dall'ex Sant'Uffizio arriva l'elogio della monogamia

Ascolta la versione audio dell'articolo

Una sola carne, una sola moglie e 156 paragrafi: la Nota dottrinale sull'unità del matrimonio è un testo dall'ampiezza “papale”. «Non è un documento sulla poligamia», ripete il prefetto, ma il tema riaffiora anche durante la presentazione.

Ecclesia 26_11_2025
CARLO CARINO BY AI MID - imagoeconomica

In attesa che papa Leone tiri fuori dal cassetto la sua prima enciclica, il Dicastero per la Dottrina della Fede sforna la seconda Nota dottrinale in poche settimane. Dopo la tuttora discussa Mater populi fidelis è la volta di Una caro («Una sola carne»), approvata dal Papa il 21 novembre e pubblicata ieri, 25 novembre. La Nota è un Elogio della monogamia, come recita il sottotitolo del documento, la cui intenzione «fondamentalmente propositiva» è espressa sin dalle prime righe: «estrarre dalle Sacre Scritture, dalla storia del pensiero cristiano, dalla filosofia e persino dalla poesia, ragioni e motivazioni che spingano a scegliere un’unione d’amore unica ed esclusiva, un’appartenenza reciproca ricca e totalizzante».

È un testo dall'ampiezza degna di un documento papale – composto da sette capitoli e 156 paragrafi – ma si sa che da quando c'è alla guida il cardinale Víctor Manuel Fernández il Dicastero è divenuto straordinariamente prolifico. Un testo lungo (nella Mater populi fidelis i paragrafi erano “solo” 80) per sviscerare una delle due parole chiave sul matrimonio – «unità» – dal momento che sull'«indissolubilità» c'è già «un’abbondante bibliografia (…) nella letteratura cattolica». Consapevole tuttavia che la messe di documenti ecclesiali è abbondante ma i lettori sono pochi, il prefetto anticipa che «se si vuole cogliere soltanto una breve sintesi riflessiva per motivare la scelta di un’unione esclusiva tra una sola donna e un solo uomo, sarà sufficiente leggere l’ultimo capitolo e la conclusione della presente Nota, centrati sull’appartenenza reciproca dei coniugi e sulla carità coniugale».

L'invito di san Giovanni Paolo II a Kinshasa nel 1980 ad approfondire la monogamia è citato tra le «motivazioni» alla base della Nota, così come «i vari dialoghi con i vescovi dell’Africa e di altri continenti sulla questione della poligamia, nel contesto delle loro visite ad limina» e la constatazione della diffusione di unioni poliamorose in Occidente. Ma queste ultime «sono subordinate alla prima, perché, ben intesa, la monogamia non è semplicemente l’opposto della poligamia» e «la questione è intimamente legata al fine unitivo della sessualità, che non si riduce a garantire la procreazione, ma aiuta l’arricchimento e il rafforzamento dell’unione unica ed esclusiva e del sentimento di appartenenza reciproco». Wojtyla in particolare è ripreso in due distinti capitoli, sia come Pontefice, sia come autore di Amore e responsabilità.

Il tema è ripercorso dalla Genesi a Leone XIV, passando per padri e dottori della Chiesa, ma anche Tagore, Montale e Neruda, con «uno sguardo rivolto all’Oriente non cristiano», soffermandosi a titolo di esempio sull'India, dove «nonostante la monogamia sia stata abitualmente la norma e considerata un ideale nella vita matrimoniale, nel corso dei secoli la poligamia ha continuato a essere presente» e tuttavia antichi testi esortano ad avere «una sola moglie» ed esserle fedele. Per inciso, colpisce invece l'assenza di riferimenti alle aree di cultura islamica. Saltando alla nostra epoca, a fronte di «moltiplicazione dei divorzi, fragilità delle unioni, banalizzazione dell’adulterio, promozione del poliamore (…) i grandi racconti collettivi (romanzi, film, canzoni) continuano a esaltare il mito del “grande amore” unico ed esclusivo», rivelando che «il desiderio di un amore monogamico resta inscritto nel profondo dell’essere umano, anche quando i comportamenti sembrano smentirlo». In sintesi, «lo sviluppo del pensiero cristiano sul matrimonio», ripercorso nella Nota, mostra che «delle sue due proprietà essenziali – unità e indissolubilità – l’unità è la proprietà fondante», da cui deriva l'altra.

Nel corso della conferenza stampa di presentazione il cardinale prefetto ha ripetutamente chiarito che «Non è un documento sulla poligamia, ma sulla monogamia». E tuttavia la poligamia si riaffaccia inevitabilmente, anche nelle domande dei giornalisti presenti. Fernández fa riferimento alla necessità di «motivare» i giovani a una unione esclusiva, sollecitata dagli stessi vescovi africani che hanno posto la questione al Sinodo e consegnato un report parziale sulla poligamia. Ma quale approccio suggerisce la Nota ai sacerdoti operanti in terre di missione dove i destinatari dell'evangelizzazione hanno più mogli? Fernández rinvia alla molteplicità dei Paesi e dei contesti africani (e della conseguente maggiore o minore diffusione della poligamia tra aree rurali e aree urbane) e pertanto la soluzione devono trovarla direttamente loro che conoscono la realtà locale. Al Dicastero spetta dare le «motivazioni» (il verbo «motivare» è più volte ripetuto dal prefetto).

Una domanda in particolare fa riferimento alla nota 3 del testo («studi approfonditi sulle culture africane mostrano che le diverse tradizioni attribuiscono un’importanza speciale al primo matrimonio tra un uomo e una donna e, soprattutto, al ruolo che la prima sposa è chiamata a svolgere»), e sulla possibile contraddizione con quanto insegna la Chiesa circa l'obbligo di una sola moglie al momento della conversione. Fernández risponde che il diritto canonico resta immutato ma che ci sono stati casi in cui questo ha condotto alla violenza sulle mogli “non scelte”, abbandonate e lasciate morire nel deserto. Era forse il caso di aggiungere che il tragico epilogo, più che al diritto canonico e al matrimonio monogamico, andrebbe imputato all'ex poligamo evidentemente non troppo “convertito”.

Al cardinale viene chiesto inoltre se la Nota riguardi anche i «monogami dello stesso sesso». Fernández risponde che «nella concezione cattolica il matrimonio è un'unione tra un uomo e una donna esclusiva e indissolubile», «se si vuole parlare di matrimonio». «Se è una convivenza non è un'unione, non è un matrimonio; se non è tra un uomo e una donna non è precisamente un matrimonio; se non è esclusiva, se è tra 4 o 5, non è un matrimonio; e se non è indissolubile, se si fa per un tempo, non è un matrimonio». Però, aggiunge, «non vuol dire che in altri contesti non ci siano dei valori e che quello che diciamo qua non possa servire anche ad altre forme di unione», tra cui include (girandoci un po' intorno, visto che il senso della domanda era lampante) «anche un rapporto tra amici».

Il testo era «già quasi pronto parecchi mesi fa», ha detto Fernandez, ma si è atteso fino ad ora per non precedere la Dilexi te di papa Leone. Ed è il segretario del Dicastero, mons. Armando Matteo, a offrire ulteriori delucidazioni sul contesto e l'origine remota del documento: «insieme alla Nota sui titoli mariani e a questo sulla monogamia, il Dicastero porta avanti attualmente un altro studio sul tema della trasmissione della fede e poi porta avanti il compimento del suo lavoro in relazione al Sinodo del famoso Gruppo 5 sul tema della partecipazione delle donne alla vita e alla guida della Chiesa. (…) Con questi quattro documenti si chiude il mandato che ci aveva dato papa Francesco due anni fa e il Dicastero attende ora di incontrare a gennaio in maniera ufficiale e completa (…) papa Leone e di ricevere poi le istruzioni per i prossimi documenti». A sei mesi dall'elezione di Leone XIV, quindi, il Dicastero sta portando a termine i compiti assegnati da Francesco.



la nota

No a Maria Corredentrice, il Vaticano fa confusione

05_11_2025 Luisella Scrosati

Inappropriato parlare di Corredenzione, sentenzia il Dicastero per la Dottrina della Fede. Quel titolo, usato più volte da san Giovanni Paolo II, per Fernández rischia di «oscurare l’unica mediazione salvifica di Cristo». Ma di oscuro c'è solo l'ennesimo documento che confonde invece di chiarire, a partire da una ricostruzione scorretta che minimizza il contributo di santi e teologi.
- L'interventismo di Fernández per "blindare" la Madonnadi Stefano Chiappalone
- DOSSIER "CORREDENZIONE"

devozione

L'interventismo di Fernández per "blindare" la Madonna

La Nota sui titoli mariani viene a coronare una pioggia di interventi in poco più di un anno e non solo nei pochi casi critici o con esito negativo. Da quando c'è il prefetto argentino, Maria è sotto la lente dell'ex Sant'Uffizio. 

IL NUOVO PREFETTO

Con Fernandez nasce il Dicastero contro la Dottrina della Fede

03_07_2023 Stefano Fontana

Il nuovo prefetto della Dottrina della Fede è la copia carbone di Francesco. E nella lettera di nomina, il Dicastero chiamato a dire una parola definitiva diventa una fonte di "processi" e la porta per promuovere la benedizione di coppie omo, diaconato femminile, superamento del celibato sacerdotale.