Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Cecilia a cura di Ermes Dovico
Cristiani Perseguitati
a cura di Anna Bono
Induismo

Dalit e tribali chiedono giustizia per Sombaru Madkami, lo studente cristiano ucciso nell’Orissa

 

Secondo monsignor Nayak il ragazzo è stato ucciso perché insieme agli altri membri della sua famiglia si è convertito al cristianesimo e questo ha suscitato l’ira dei radicali indù

Il 16 giugno dalit e tribali cristiani hanno organizzato una manifestazione pacifica per chiedere giustizia per Sombaru Madkami, lo studente cristiano brutalmente assassinato in India, nell’Orissa, il 4 giugno scorso (“Un ragazzo cristiano vittima in India dei radicali indù”, Blog Cristiani Perseguitati, 08-06-2020). Si era detto che il ragazzo è stato ucciso dagli abitanti del suo villaggio, Kenduguda, convinti che praticasse la magia nera. Ma il vescovo di Berhampur, monsignor Sarat Chandra Nayak, non crede a questa versione dei fatti. La famiglia di Sombaru si è convertita al cristianesimo tre anni fa. Monsignor Nayak ritiene che una parte degli abitanti del villaggio, istigati dai radicali indù, non glielo abbiano perdonato. Da alcuni anni le conversioni di dalit e tribali al cristianesimo suscitano malumori e tensioni nel villaggio. Un mese prima dell’uccisione di Sombaru, un altro cristiano si era salvato a stento da un linciaggio e gli aggressori ne avevano saccheggiato la casa. Le caste superiori disapprovano che i dalit e i tribali, ovvero gli aborigeni, che nell’Orissa sono molto numerosi, si convertano al cristianesimo, non ammettono che ricevano una educazione scolastica, aspirino a migliorare la loro posizione sociale e ne acquisiscano i mezzi, sottraendosi alle rigide regole del sistema delle caste indù, forma estrema di razzismo. I dalit sono infatti i fuori casta, chiamati anche paria e intoccabili. I tribali condividono la stessa condizione. Per questo chi di loro sceglie di convertirsi al cristianesimo subisce discriminazioni sociali e politiche ancora maggiori e rischia di essere duramente perseguitato.