Dal rito amazzonico ai preti sposati, che solfa al Sinodo
Consegnate le relazioni dei Circoli minori, suddivisi in gruppi linguistici, per la maggior parte a favore del diaconato per le donne e dell’ordinazione di uomini sposati. Alcuni chiedono anche un rito amazzonico. E il Circolo portoghese “A” cita addirittura Küng, malgrado la condanna delle sue posizioni teologiche sotto san Giovanni Paolo II.
La maggior parte dei Circoli minori, suddivisi in gruppi linguistici, si è espressa a favore dell’ordinazione diaconale delle donne e dell’ordinazione degli uomini sposati. Questo è il bilancio delle relazioni consegnate alla Segreteria Generale del Sinodo. Dai testi resi pubblici venerdì dalla Sala Stampa della Santa Sede, è emersa in maniera più chiara la discussione che ha avuto luogo finora in aula tra i partecipanti al Sinodo sull’Amazzonia.
Nel Circolo italiano “A”, ad esempio, a dispetto di “alcuni padri sinodali” che hanno chiesto l’ordinazione di “persone mature, rispettate e riconosciute, di preferenza indigene, celibi o con una famiglia costituita e stabile, a fine di assicurare i Sacramenti che garantiscono e sostengono la vita cristiana”, “altri padri sinodali” hanno fatto presente che “la proposta concerne tutti i continenti” e “potrebbe ridurre il valore del celibato, o far perdere lo slancio missionario a servizio delle comunità più distanti”. Per questo, gli scettici hanno chiesto che, proprio “in virtù del principio teologico di sinodalità”, la questione venga sottoposta “all’opinione di tutta la Chiesa” suggerendo lo svolgimento di “un Sinodo universale a riguardo”.
Un’alzata di scudi significativa che pare diretta a scongiurare il rischio di trasformare l’introduzione di un’eccezione, discussa a proposito di un contesto particolare, in una regola universalmente valida.
La lettura delle 12 relazioni, inoltre, ci conferma il ruolo primario che il tema dell’inculturazione della fede ha assunto durante i lavori dell’assise. Il Circolo spagnolo “E”, quello portoghese “A” e quello italiano “B” hanno chiesto d’istituire un “rito amazzonico”. In particolare, il citato gruppo di lavoro in lingua lusitana, al punto 10, ha avanzato la necessità di “rispettare i riti di ogni popolo” e di conservare anche “il ruolo dei loro capi religiosi (gli sciamani)”. Poco più sopra, sempre nella relazione del già citato Circolo, i partecipanti hanno voluto inserire una citazione di Hans Küng, cioè del professore di origine svizzera che, come recita una disposizione del 1979 della Congregazione per la Dottrina della Fede, “non può più essere considerato teologo cattolico né può, come tale, esercitare il compito di insegnare”.
Sulla stessa questione, una menzione speciale merita la relazione del Circolo italiano “B”, in quanto moderato dal cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. I partecipanti hanno chiesto che «il Sinodo faccia propria l’istanza secondo la quale i popoli dell’Amazzonia possano intraprendere la nuova via di un proprio “Rito Amazzonico” con cui esprimere il patrimonio liturgico, teologico, disciplinare e spirituale che le appartiene». In questo stesso gruppo, inoltre, ala presenza del custode dell’ortodossia, non è mancato chi ha espresso “perplessità circa la mancanza di riflessione sulle cause che hanno portato alla proposta di superare in qualche forma il celibato sacerdotale come espresso dal Concilio Vaticano II (PO 16) e dal magistero successivo”.
Tra i Circoli minori ha prevalso anche il sostegno all’ordinazione di diaconesse. Indicativo, a tal proposito, quanto scritto nel documento del gruppo “B” di lingua portoghese: "dato che la presenza delle donne è decisiva nella vita e nella missione della Chiesa in Amazzonia e che il Concilio Vaticano II ha restaurato il diaconato permanente per gli uomini - perché è buono e utile per la Chiesa - pensiamo che lo stesso argomento valga per la creazione di un diaconato per le donne nella Chiesa in Amazzonia”.
Sullo stesso tema si sono mostrati molto più prudenti, invece, i partecipanti al Circolo portoghese “D”, di cui è stato relatore monsignor Wilmar Santin e moderatore monsignor Alberto Taveira Corrêa. La loro relazione ha voluto riaffermare “il valore del celibato e la necessità di un maggiore impegno nella cura pastorale” e ha definito il diaconato femminile e i viri probati “due punti” che richiedono “ulteriore maturazione e approfondimento”. Il Circolo spagnolo “B” ha scritto, invece, come questo Sinodo abbia fatto propria la diagnosi sulla realtà dell’Amazzonia fatta dalla Repam, sottolineando come l’istituzione di “nuovi ministeri” sia la soluzione ai problemi portati all’attenzione dal lavoro della Rete nata nel 2014.
Alla fine, nonostante gli inviti ricorrenti all’opinione pubblica a non soffermarsi sui singoli temi, dalle relazioni dei Circoli minori è emerso come viri probati, diaconato femminile e istituzione di un rito amazzonico abbiano tenuto banco nella discussione dei partecipanti. Le relazioni non vanno considerate un documento ufficiale del Sinodo, ma saranno sicuramente tenute in considerazione dalla commissione incaricata della redazione finale.