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L’Ema ha annunciato che le campagne di vaccinazione contro il Covid-19 potrebbero diventare annuali, come quelle antinfluenzali, che si svolgono all’inizio dell’inverno. Una sconfessione di quanto dichiarato nel 2021.
L’Ema, l’ente regolatore europeo chiamato a dare il via libera ai farmaci, ha annunciato che le campagne di vaccinazione contro il Covid-19 potrebbero diventare annuali, come quelle antinfluenzali, che si svolgono all’inizio dell’inverno. Lo ha dichiarato il farmacologo Marco Cavaleri, un italiano che presso l’Ema è responsabile di un ufficio dedicato alla strategia per le minacce sanitarie e i vaccini. Cavaleri ha trascorso diversi anni in multinazionali con il ruolo di ricerca e sviluppo di farmaci. Il suo incarico era quello di valutare i medicinali prima di chiedere l’autorizzazione all’ente regolatorio. In particolare si è occupato delle procedure per l’autorizzazione di vaccini. Il suo ruolo nell’Ema è diventato centrale quando sono arrivate le prime richieste di autorizzazione dei vaccini, con l’approvazione dei prodotti mRNA e la bocciatura del vaccino russo Sputnik.
Negli scorsi giorni Cavaleri ha incontrato la stampa internazionale durante uno dei periodici briefing dell’Ema. In tale circostanza, pur sottolineando che la situazione epidemiologica in Europa è in costante miglioramento, con un netto calo del numero di nuove infezioni, ricoveri e decessi, documentato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, che sono ai livelli più bassi osservati nell’Ue negli ultimi 12 mesi, il dirigente dell’Ente europeo ha tuttavia incoraggiato i fragili alla vaccinazione. «Covid-19 rappresenta ancora un onere significativo per i sistemi sanitari – ha dichiarato -. La scarsa diffusione delle dosi di richiamo vaccinale tra i gruppi vulnerabili all’infezione e alle sue conseguenze più gravi è motivo di preoccupazione per la sanità pubblica». Per questo «incoraggiamo gli anziani, le donne in gravidanza e i pazienti immunocompromessi che non sono stati rivaccinati con un vaccino anti-Covid adattato alle nuove varianti a farlo».
Il funzionario dell’Ema ha inoltre rilasciato alcune dichiarazioni a proposito della variante Kraken, ammettendo che tale variante sembra non aver causato un carico eccessivo di malattia, ma nonostante ciò ha affermato che «è importante non abbassare la guardia mentre il virus continua ad evolversi. Mentre accogliamo con favore le tendenze epidemiologiche positive nell’Unione europea, continuiamo dunque a monitorare la situazione molto da vicino». Pertanto la vaccinazione anti Covid deve proseguire anche per i prossimi anni, assumendo la caratteristica di una vaccinazione annuale e stagionale, con un costante aggiornamento dei vaccini. Esattamente come avviene per l’influenza, con vaccini che cambiano di anno in anno.
Ormai è quindi evidente che i messaggi di inizio campagna vaccinale del 2021, che asserivano che «ne saremmo usciti col vaccino», e più precisamente con due dosi, sono stati soppiantati completamente da una nuova narrazione: il virus sarà sempre con noi, anche negli anni venturi, mutando costantemente e i creativi al servizio dei media saranno impegnati nel trovare sempre nuovi nomi evocativi e spaventosi; verranno sempre evocati i ricordi delle terapie intensive e dei pazienti pronati, si continuerà ad insistere che non ci sono cure, e si continuerà a proporre ogni anno una campagna vaccinale.
C’è solo una possibile variabile di scenario, in senso peggiorativo: l’arrivo di nuove pandemie. E’ il caso dell’influenza aviaria, sulla quale i media mainstream hanno cominciato a battere la grancassa. Anche su questo argomento il farmacologo italiano si è pronunciato: «Stiamo monitorando molto da vicino ciò che sta accadendo con l'influenza aviaria, per la quale nell'ultimo periodo sono stati segnalati casi anche nei mammiferi, e ovviamente anche con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie e altre autorità sanitarie pubbliche stiamo cercando di capire cosa sta succedendo. Oltre a monitorare strettamente l'epidemiologia, dobbiamo considerare qual è il nostro portafoglio di opzioni. Abbiamo alcuni vaccini approvati per l'influenza aviaria, basati essenzialmente sul ceppo H5N1, e questi potrebbero essere utilizzati nel caso in cui vi sia un salto di specie nell’uomo». Insomma, la minaccia dell’aviaria, di cui si parla da circa 20 anni, è ancora solo teorica, ma c’è già pronta la soluzione.