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GAY FOLLIE

Da transgender a transpecie: ecco l’uomo cane

Gli uomini-cane si fingono animali scodinzolanti per ricevere coccole dai loro padroni, mangiare in una scodella, passeggiare a quattro zampe per le vie della città fingendo di fare pipì presso un palo della luce, essere tenuti al guinzaglio. Non di rado, hanno rapporti sessuali con i loro padroni. Succede in Inghilterra. 

Cronaca 13_06_2016
L'ultima follia gender: gli uomini cane

Se il cane è il miglior amico dell’uomo, quale modo migliore per diventare amico di un uomo se non quello di travestirsi da cane? Questo devono aver pensato i membri di una comunità nel Regno Unito, che conta circa 10mila simpatizzanti, i quali amano travestirsi e comportarsi da cani. 

Ne ha parlato il 25 maggio scorso il canale Tv inglese Channel 4 che ha mandato in onda un documentario dal titolo “La vita segreta dei cuccioli umani”. Gli uomini-cane si fingono animali scodinzolanti per ricevere coccole dai loro padroni, farsi dare da mangiare in una scodella, passeggiare a quattro zampe per le vie della città fingendo di fare pipì presso un palo della luce, essere tenuti al guinzaglio, ringhiare contro le persone moleste e assumere tutti quegli atteggiamenti che Fido conosce così bene. C’è solo un comportamento che difficilmente possiamo riscontrare nelle relazioni cane-padrone: i cuccioli umani non di rado hanno rapporti sessuali con i loro padroni.

Infatti, gli appartenenti di questa comunità di cinofili estremi provengono spesso dagli ambienti omosessuali maschili e in particolare sadomaso. Il passo è breve dal sentirsi una cosa, uno schiavo in balia della volontà del proprio padrone – uno dei principi ispiratori del sadomasochismo - al sentirsi un animale docile ai comandi sempre del medesimo padrone. Il documentario ha raccolto le testimonianze di alcuni patiti di questa vita da cani. Tom, ad esempio, racconta che «non devi preoccuparti dei soldi, del cibo o del lavoro. Ti godi semplicemente la compagnia di una persona». Una vita senza pensieri, senza responsabilità fatta solo di crocchette e corse nei parchi. 

Una specie di droga per fuggire dalla realtà umana: quella sì che è il vero canile, direbbero i nostri cinofili che inscenano un loro personale carnevale tutto l’anno. Tom ha mollato la fidanzata Rachele e la vita da bipede dopo che è entrato in un locale sadomaso omosex vestito da dalmata ed ha incontrato Collin il suo nuovo compagno-padrone il quale lo ha subito conquistato sussurrandogli alle orecchie canine: «Oh bene, quindi tu sei un cucciolo». Il maculato Tom ha così narrato il colpo di fulmine: «Ho avuto un momento di panico, perché un cucciolo senza un collare è un randagio; non ha nessuno che si prenda cura di lui. Così ho iniziato a chiacchierare on-line con Colin che si è offerto di prendersi cura di me». C’è chi disprezza l’anello matrimoniale perché gli ricorda un anello di una catena e chi invece predilige un vero e proprio guinzaglio.

Per David, scodinzolare e ricevere grattini sulla pancia è invece sprofondare in un mondo «totalmente non verbale. É pre-razionale, pre-cosciente. Si tratta di uno spazio emotivo istintivo. Ma all’interno di ogni cucciolo c’è una persona. Questo fa parte della mia identità, ma è solo una parte. Ma poi c’è altro nella mia vita: sono anche vegetariano, suono il pianoforte, coltivo pomodori…». Ecco che albeggia nelle parole di David un termine caro all’ideologia gender: “identità”. L’uomo può avere un’identità anche canina. «Per me l’identità cucciolo», spiega David, «si concentra sul legame tra me e Sidney, il mio padrone. Sono stato al suo collare per 10 anni. Se qualcuno gli si avvicina ringhio come un piccolo bull terrier».

Gli uomini cane fanno il paio con le donne gatto. Nano è una ragazza di vent’anni norvegese che indossa un cerchietto con all’estremità due orecchie da gatto e una coda vaporosa. Dice di essere un gatto perché vede meglio di tutti noi al buio, ha un udito finissimo e quando in strada incontra un cane inizia a soffiare come fanno i mici. Il suo psicologo dice che ne può uscire, ma lei ha replicato: «Resterò un gatto tutta la vita». Celebre invece la storia di Jocelyn Wildenstein la quale pare abbia speso circa 4 milioni di dollari in interventi di chirurgia estetica per assomigliare ad un felino.

Il legame di parentela bestiale tra gender theory e uomini cane è fortissima. Tom, infatti, in modo illuminante spiega che «ci si sente come può sentirsi un gay, un etero, un bisex, un trans ed essere accettati. Tutto quello che voglio è che la comunità dei cuccioli sia accettata nella stessa maniera. Non stiamo cercando di causare dolore al pubblico, o di causare dolore ai rapporti. Siamo proprio come qualsiasi altra persona sulla strada».

“Gay” è un acronimo che significa “good as you”, normale come te. Lo stesso deve dirsi per i Fido umani: chi lo dice che sentirsi cani è anormale? Come un maschio può essere attratto da un altro maschio o sentirsi legittimamente femmina, secondo il pensiero gender, così perché vietare che Tom possa sentirsi un dalmata? Dire che in lui qualcosa non va è un giudizio discriminatorio. Se l’unica cartina tornasole per comprendere se una tale scelta è buona o meno è il piacere che si ricava ad immaginarsi X, questa X potrebbe essere il sesso, un animale, una cosa (c’è chi ama sentirsi una bambola e farsi trattare da tale), una persona famosa, un personaggio storico (i pazzi che si credono Napoleone al confronto di questi uomini quadrupedi brillano per perfetta sanità mentale).

Quindi, l’identità non è un dato di natura – tu sei maschio e appartieni alla specie umana – bensì un costrutto psicologico. E come Tizio può travestirsi da donna perché si sente donna, Tom si può travestire da dalmata perché si sente dalmata. E come Luca può “cambiare” sesso diventando il transessuale Lucia, così Tom può cambiare specie diventando il transpecie Spot. Il salto da un sesso all’altro conduce al salto da una specie all’altra, da una natura razionale a una bestiale. Salto che in modo significativo è qualificato dal cambio di nome, sia nel transessualismo che nel transpecismo. Per il diritto naturale, e ancor prima per il buon senso, tutto questo significa mentire sulla tua identità. Per l’ideologia rivoluzionaria, all’opposto, significa scoprire la tua vera identità.

É il trionfo dell’autopoiesi, della costruzione dell’uomo nuovo, così nuovo e così superuomo che si fa animale. É la validazione, per paradosso, della teoria di Darwin. Concediamogliela: se l’uomo è solo materia, questa materia potrà seguire le vie dell’evoluzione, ma anche quelle dell’involuzione. Da scimmione che camminava aiutandosi anche con le mani, all’uomo eretto per poi concludere la parabola come uomo-animale che, con una inversione ad U, torna a camminare a quattro zampe. Questa la storia che ha portato all’odierno homo canis. 

É la celebrazione della volontà che vuole creare una realtà inesistente, volontà che si impone sull’intelligenza la quale invece è chiamata a riconosce il reale per quello che è. É l’utopia di realizzare tutto ciò che l’immaginazione e i sensi ci spingono a realizzare. I nipotini di Cartesio, Locke ed Hegel ne hanno fatto di strada, magari a quattro zampe, ma ne hanno fatta.

Infine gli uomini cane sono la dimostrazione plastica che l’uomo, asservito ai suoi istinti, diventa una bestia, e ne gode pure. Ama essere schiavo, dominato, trattato come un essere peloso e con zanne. Cristo ti vuole liberare e tu ti lasci mettere un guinzaglio sbavando come un mastino napoletano.  L’uomo da imago Dei si è trasformato in imago bestiae. Attenti al cane? Attenti all’uomo.