Da Città Eterna a Città della Paura
Cara Roma, ti supplico, torna a essere la Corona della Cristianità che sei stata creata a essere e a risplendere come essa. Non lasciar affondare la nostra unica grande barca nella tempesta del pessimismo.
Mai, nei miei 21 anni di soggiorno e lavoro in Italia ho visto Roma completamente in tilt. Certamente, di impedimenti e demoni da affrontare ne ho avuti a bizzeffe, ma mai ero stato testimone di una paura collettiva che paralizzasse l’intera città che io chiamo “casa”. Tutto questo per il Corona virus? Nemmeno dopo le minacce terroristiche globali, innescate dall’11 settembre, o, quando nel 2008, la crisi finanziaria innescò un’Ecoarmageddon, Roma si è pietrificata totalmente in questo modo.
Ebbene, da qualche giorno è proprio così, dalla conferenza stampa in prima serata del premier Giuseppe Conte, con la disposizione “resto a casa” per Roma e tutti i territori italiani. Per chi non mastica bene l’italiano “resto a casa” potrebbe essere reso con “arresti domiciliari”. E per i molti di noi che vivono qui, in un certo senso è così.
In ogni caso, in tutta la sua storia, Roma, la caotica caput mundi ne ha viste letteralmente di tutti i colori. Nei secoli la sopravvivenza di Roma è stata minacciata o temporaneamente controllata da malfattori, catastrofi naturali o dalla più classica cattiva amministrazione: Annibale, i Vandali, Hitler, alcune Grandi Piaghe e qualche papa medievale di gran lunga peggiore della media che l’ha lasciata a morire in occasione della fuga ad Avignone.
Eppure, Roma è sempre Roma. È la città che è, è stata e sempre sarà.
Roma è una sorta di Rocky Balboa biblico: anche al 15° round, quando viene steso da forti colpi ed è a terra per il conteggio finale, si rialza comunque, fissa negli occhi il suo avversario e poi urla di vittoria. Sempre. Per questo è la nostra Città Eterna.
E allora cosa è successo questa settimana in seguito ai decreti sicurezza ministeriali italiani, accompagnati dalle direttive dei vescovi aventi lo scopo di rispondere all’attacco del nuovo conquistatore di nome Covid19?
Cara Roma, è evidente che hai perso 2000 anni di ben meritata fiducia cristiana, che noi credenti chiamiamo speranza teologica. I tuoi leader – civili e religiosi – stanno lavorando in buona fede per tenerti lontana dalla scia del male. Eppure, i loro sforzi concertati per controllare l’avanzata di questo contagio invisibile, ti hanno chiaramente trasformata in una “Città della Paura”, senza Dio. Perdonate il gioco di parole, ma in questa Città della Paura c’è una paurosa scarsità e un pauroso bisogno di coraggio e speranza, a livello psicologico, spirituale ed economico.
I tuoi ministri del governo e, allo stesso modo, anche i vescovi, hanno indubbiamente esaurito la tua fiducia e la tua volontà di combattere attraverso la riduzione dei tuoi raduni solidali e anche dei tuoi viaggi. Sei bloccata in casa, sola e agitata. I tuoi leader hanno adottato misure di sicurezza estreme, alcune comprensibili, altre no, chiudendo scuole, teatri, musei e, ora, anche le tue magnifiche chiese. Non ci sono più nemmeno le processioni pubbliche per invocare l’intercessione dei santi, tradizione fortemente radicata in te, in occasione delle malattie e delle tragedie nazionali.
Cara Roma, la tua psiche, i tuoi cuori e la tua economia collettivi sono stati soggetti agli effetti collaterali di una leadership politica e religiosa discutibile. Mi spaventa che alcuni compagni romani abbiano chiuso le loro menti di fronte alla ragione comune e, ancora peggio, i loro cuori a Dio.
Col senno di poi, cara Roma, i tuoi leader sono colpevoli solo fino a un certo punto. La disperazione viziosa in cui sei immersa è cominciata con il peccato originale, quando l’uomo, dapprima rifiutò la sua fiducia in Dio e il Suo disegno d’Amore per la famiglia umana. Rammenta, il nostro primissimo peccato dell’Eden è stato quello di cercare di conoscere e, poi avere un eccessivo controllo del nostro naturale destino, proprio come adesso cerchiamo di avere il controllo del virus, ma non delle nostre paure.
Adamo ed Eva hanno dato il via al Panico Primordiale. E poi ci sono voluti secoli di duro lavoro per arrivare a conoscere e fidarsi nuovamente di Dio mediante la fedeltà ai comandamenti, alla Sua alleanza e ai vagabondaggi senza meta nel deserto. Ci sono voluti anni per recuperare un poco di quella fiducia nella Sua Provvidenza per poter camminare di nuovo fiduciosi con Dio mentre affrontiamo le nostre insicurezze. Non dobbiamo gettare alle ortiche tutta questa speranza messa in piedi nel corso della storia per via di un virus influenzale passeggero. Giusto?
Cara Roma, ti supplico, torna a essere la Corona della Cristianità che sei stata creata a essere e a risplendere come essa. Non lasciar affondare la nostra unica grande barca nella tempesta del pessimismo. Ora più che mai devi guidare il mondo con fiducia gioiosa. Questa prova, come tutte quelle che ti hanno assediato nel corso dei secoli, passerà presto. Guidati dal tuo scettro papale, tu sei, sei stata e sempre sarai la Città Eterna.