BIOETICA
Croazia, arriva provetta selvaggia
Annunciato dal governo il progetto di legge che liberalizza la fecondazione assistita. Con l'idea di promuovere
il turismo procreativo dall'Italia.
Attualità
16_02_2012
Presto in Croazia vederemo il trionfo di Erode. Come se infatti non bastassero i quasi 900mila aborti legali eseguiti dal 1978 a oggi in applicazione della legge jugoslava «sulle misure sanitarie destinate all’attuazione del diritto alla libera decisione sulla nascita dei figli», tuttora vigente in Croazia, la nuova coalizione di governo di sinistra a guida socialdemocratica (gli ex-comunisti) sta per presentare in Parlamento un progetto di nuova legge sulla fecondazione artificiale ritenuta tra le più liberali in Europa. Essa modificherà quella attuale, approvata nel 2009 dalla precedente maggioranza di centro-destra dell’HDZ, la quale, pur non essendo certo conforme alla legge morale cattolica, ha il pregio tra l’altro di vietare la fecondazione eterologa e il congelamento degli embrioni, invece autorizzati dal nuovo progetto di legge.
Tale progetto è stato annunciato dal nuovo Ministro della Salute Rajko Ostojic in un’intervista di inizio gennaio. Con tono arrogante il ministro ha infatti affermato che «per tutti i nostri cittadini che ritengono … che la vita inizi con l'unione dei gameti maschili e femminili … rimarrà questa rigida, conservatrice legge del XX secolo». Per chi invece è convinto «che la vita inizia con la nascita del bambino, con il primo pianto o quando la mamma sente dentro di sé i primi movimenti … permetteremo il congelamento degli embrioni». È necessario dare, conclude il ministro, la possibilità di scelta: «Non devono esserci le discriminazioni che sussistono ora: ai cittadini che desiderano leggi e conoscenze del XXI secolo daremo la possibilità di congelare gli embrioni». Contemporaneamente il ministro ha destituito sei dei sette esperti della Commissione nazionale per la fecondazione medicalmente assistita, incaricata di redigere il nuovo progetto di legge in materia, solamente perché ritenevano che la vita umana inizia con il concepimento, avvertendoli della destituzione solamente via e-mail - al loro posto sono stati nominati esperti più docili dal punto di vista ideologico.
Le dichiarazioni del ministro Ostojic hanno provocato sconcerto nel mondo cattolico, ma solamente l’associazione cattolica Vigilare di Zagabria ha reagito immediatamente organizzando, nonostante il silenzio assoluto dei media, un'iniziativa chiamata I ja sam bio embrij (Anch'io ero un embrione) che in due settimane ha visto una grande mobilitazione di cittadini, invitati a inviare una e-mail di protesta al Primo Ministro chiedendo le pubbliche scuse del Ministro della Salute e una dichiarazione pubblica che chiarisse se le dichiarazioni di quest’ultimo fossero anche la posizione ufficiale del governo sul momento in cui la vita ha inizio.
Dopo che il premier Zoran Milanovic ha definito in Parlamento queste e-mail di protesta come “piccoli spam”, cioè spazzatura, l’associazione Vigilare è passata alla seconda fase dell’iniziativa invitando i cittadini a una nuova spedizione di e-mail di protesta al premier dal titolo «Io non sono uno SPAM, bensì un cittadino che era un embrione» con la richiesta che il premier si incontrasse con i portavoce dell'iniziativa. È stato anche realizzato un documentario di 5 minuti postato su Youtube, e una pagina Facebook.
Alla fine anche i vescovi croati hanno fatto sentire la loro voce, il 24 gennaio, venti giorni dopo l’intervista del ministro Ostoji?, e al termine dell'assemblea della Conferenza Episcopale hanno espresso il loro «stupore a proposito delle dichiarazione del Ministro della Salute … circa l'inizio della vita umana, che presso l’opinione pubblica sono echeggiate come incompetenti, disumane e motivate ideologicamente». Tre righe in tutto, ma sufficienti per fare finire la vicenda e l’iniziativa di Vigilare su tutte le prime pagine dei giornali, evidentemente interessati a un possibile primo conflitto tra i vescovi e il nuovo governo di sinistra, così che la questione è divenuta di interesse nazionale. A questo punto il ministro Ostoji? si è visto costretto a incontrare una delegazione della Conferenza Episcopale (nessun vescovo era tuttavia presente).
Appena due giorni dopo tale incontro i giornali hanno pubblicato le linee-guida di questo nuovo progetto di legge, lasciando incredulo il mondo cattolico. Con il pretesto che la Croazia deve attenersi alle direttive in materia dell'Unione Europea, il nuovo disegno di legge autorizza la fecondazione eterologa e il congelamento degli embrioni in sovrappiù creati dal procedimento di fecondazione artificiale – degli 8 embrioni, 2 saranno reimpiantati nell’utero della donna, e gli altri 6 subito congelati. Questi ultimi verranno conservati a spese dello Stato per 5 anni, e successivamente i genitori dovranno decidere se sostenere essi stessi le spese di conservazione per altri 5 anni; in caso contrario perderanno ogni diritto su tali embrioni, che potranno venire “adottati” (leggi: venduti) «a coppie che non possono avere un figlio per via naturale».
Vi sono diversi aspetti di questo progetto di legge a dir poco sconvolgenti: il congelamento di massa di embrioni, relegati nei frigoriferi di ospedali e cliniche, veri e propri ipertecnologici campi di concentramento del XXI secolo; l’alta probabilità che, se non più richiesti dai genitori, dopo cinque anni gli embrioni vengano gettati nella spazzatura o venduti - il termine ufficiale di “adozione” rappresenta un sovvertimento della realtà e un crudele inganno, poiché le coppie “adottanti” pagheranno denaro sonante ai genitori per acquisire gli embrioni. Considerando i tempi in cui viviamo, non è neppure da escludere che, a motivo del compenso previsto per la loro vendita, nasca un’”industria” degli embrioni, con donne disposte a concepire embrioni per poi “farli adottare” dopo cinque anni. Inoltre, la vaghezza del concetto di “coppia che non può avere figli in modo naturale” finirà sicuramente per includere tra i fruitori degli embrioni “adottati” anche coppie omosessuali.
Il ministro Ostojic ha sottolineato le possibilità di affari e di riduzione del debito della Croazia offerte da questa nuova legge, in questo modo mostrando come il nuovo governo croato di Zoran Milanovic intende lucrare su questa nuova e spregevole tratta di esseri umani e sul turismo “per fecondazione artificiale” di coppie etero e omosessuali proveniente da Paesi nei quali, come l’Italia, le norme di legge in materia sono molto più restrittive.
Se escludiamo le tre righe inserite nel comunicato del 24 gennaio, a tutt’oggi i vescovi croati non hanno ancora elevato la propria voce contro questo nuovo progetto di legge, forse per il fatto che dopo anni di consociativismo con il governo dell’HDZ, essi non hanno ancora preso le misure del nuovo governo di sinistra. Le eccezioni a questo atteggiamento sono rappresentate dal vescovo ausiliario di Zagabria, Pozaic, e dal vescovo di Veglia, Župan, i quali per altro non rappresentano figure di peso all’interno della Conferenza Episcopale.
Župan, che già lo scorso anno in occasione della visita a Zagabria di papa Benedetto XVI aveva chiesto una modifica, se non l’abolizione, della legge che legalizza l’aborto, e sottolineato il diritto dei figli di chiamare i loro genitori «con il loro nome naturale di mamma e papà», nell’omelia pronunciata nella Cattedrale di Veglia lo scorso 5 febbraio in occasione della Giornata della vita ha avvertito i genitori cattolici: «Con tutta probabilità vi troverete di fronte a certi programmi scolastici che cercheranno in ogni modo di indirizzare i vostri figli e insegnare loro cose non corrispondono né alla verità né al bene o all’utile dei bambini. Vi sono periodi nella vita quando Dio pone ogni uomo davanti a una decisione e a una scelta alla quale non si può sfuggire … Sicuramente anche voi, cari genitori, arriverete al punto di dovere prendere posizione e decidersi: o per ciò che è verità per la quale Dio fa da garante, o per delle invenzioni umane. È chiaro come all’inizio della creazione Dio creò l’essere come uomo e come donna e nulla di più. Non vi era una terza, e neppure una quinta o una decima opzione, e neppure un’opzione secondo la quale l’essere umano non era né uomo né donna. Questa è la verità sull’uomo, mente tutto il resto non è verità. Oggi, in occasione della Giornata della vita, ma non solamente oggi, è necessario dire questo chiaramente, e tutti devono sapere che ciò che si oppone a questo, si oppone anche a Dio e all’uomo».
Župan, che già lo scorso anno in occasione della visita a Zagabria di papa Benedetto XVI aveva chiesto una modifica, se non l’abolizione, della legge che legalizza l’aborto, e sottolineato il diritto dei figli di chiamare i loro genitori «con il loro nome naturale di mamma e papà», nell’omelia pronunciata nella Cattedrale di Veglia lo scorso 5 febbraio in occasione della Giornata della vita ha avvertito i genitori cattolici: «Con tutta probabilità vi troverete di fronte a certi programmi scolastici che cercheranno in ogni modo di indirizzare i vostri figli e insegnare loro cose non corrispondono né alla verità né al bene o all’utile dei bambini. Vi sono periodi nella vita quando Dio pone ogni uomo davanti a una decisione e a una scelta alla quale non si può sfuggire … Sicuramente anche voi, cari genitori, arriverete al punto di dovere prendere posizione e decidersi: o per ciò che è verità per la quale Dio fa da garante, o per delle invenzioni umane. È chiaro come all’inizio della creazione Dio creò l’essere come uomo e come donna e nulla di più. Non vi era una terza, e neppure una quinta o una decima opzione, e neppure un’opzione secondo la quale l’essere umano non era né uomo né donna. Questa è la verità sull’uomo, mente tutto il resto non è verità. Oggi, in occasione della Giornata della vita, ma non solamente oggi, è necessario dire questo chiaramente, e tutti devono sapere che ciò che si oppone a questo, si oppone anche a Dio e all’uomo».