Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Francesca Saverio Cabrini a cura di Ermes Dovico
L'APERITIVO

Cristiani e islam, ricordiamo la storia

I fatti drammatici di questi giorni non devono farci dimenticare la storia e gli errori commessi dai cristiani: la Chiesa non ha timore della verità né ha bisogno delle nostre bugie...

A TAVOLA 07_01_2011


In questi giorni, a motivo dei tragici eventi accaduti ad Alessandria d’Egitto, ho ripensato ai rapporti tra cristiani e musulmani. Ho sempre cercato di seguire questo imperativo: la Chiesa non ha bisogno delle nostre bugie, e, come disse Papa Leone XIII aprendo gli archivi vaticani, «la Chiesa non ha paura della verità».

Va dunque ricordato, ad esempio, che nel Nord Africa, una regione da cui sono venuti molti padri della Chiesa e, in fondo, anche l’invenzione del monachesimo, si verificarono scontri e lotte tra gruppi cristiani, tra i seguaci del Vangelo, divisi in chiese e chiesuole, gruppi, grupuscoli ed eresie.

È difficile accusare i «cattivi» musulmani di averci tolto l’Africa del Nord perché, soprattutto in Egitto, le varie fazioni cristiane erano divise su tutto tranne che sull’odio contro il dominio – anch’esso cristiano – di Bisanzio e dunque accolsero con battimani e archi di trionfo quel pugno di cavalieri arabi e musulmani venuti per conquistarli. Non opposero resistenza, ma anzi li ricevettero come dei liberatori perché mettevano fine alla dominazione bizantina.

Se ne pentirono subito, ma questo non può farci dimenticare che quella caduta fu dovuta alla mancata reazione dei cristiani stessi. Ricordiamo poi che storicamente la Francia, la «figlia primogenita della Chiesa», è sempre stata alleata con i turchi e come potenza coloniale ha sempre favorito l’islamismo e contrastato il cristianesimo.

Non dimentichiamo nemmeno il caso doloroso della Spagna: certa retorica esalta la Reconquista spagnola, dimenticando che i musulmani non avrebbero mai osato sbarcare nella penisola iberica se no perché chiamati dai visigoti cristiani, a motivo delle loro faide interne. Se la Spagna cadde come una pera matura fu perché i musulmani vennero favoriti dai visigoti cristiani.

Come pure sarà bene ricordare il ruolo delle Repubbliche marinare e delle città catalane, che mantennero sempre rapporti di amicizia e talvolta di complicità con i musulmani.

Ora che la questione si ripropone, dovremmo essere consapevoli che non siamo autorizzati a dividere il mondo in buoni e cattivi, perché i nostri antenati non sono stati, per così dire, sempre vigili. E dobbiamo attenerci alle parole di Gesù: «La verità vi farà liberi». Liberi anche da pregiudizi e ideologie nel rileggere la nostra storia.

(testo raccolto dalla redazione e non rivisto dall’autore)