LIBERTÀ RELIGIOSA
Cristiani divisi in Grecia
L'annoso problema con la Chiesa ortodossa continua, e talora anzi si approfondisce.
Attualità
28_01_2012
Nel 2009, l’agenzia Zenit ha pubblicato un’intervista a mons. Nikolaos Foskolos, Arcivescovo di Atene e Presidente della Conferenza Episcopale Cattolica Greca, il quale affermava che in Grecia: «La mancanza di un'ecumenismo a livello ufficiale e delle strette relazioni tra Chiesa ortodossa e Stato greco, porta tuttavia come conseguenza a una sorta di discriminazione religiosa. La Grecia ha una popolazione che si aggira sugli 11.000.000 di abitanti, di cui quasi il 97% professa la fede cristiana ortodossa. Per questo l’articolo 3 della Costituzione riconosce come religione ‘dominante’ quella della Chiesa Orientale Ortodossa, Chiesa ufficiale dello Stato. Conseguenza: per la maggioranza degli ortodossi greci, chi non è ortodosso non è considerato veramente greco. Le altre confessioni cristiane e le altre religioni sono chiamate ufficialmente ‘religioni straniere’. Esistono poi una minoranza musulmana, soprattutto in Tracia (in prossimità con la Turchia), una piccola comunità ebraica e diversi gruppi di confessioni protestanti. Negli ultimi anni, inoltre, è molto sentita la presenza di diverse sette d’origine americana».
I cattolici greci sono circa 50.000 fedeli, ossia lo 0,5% della popolazione, costituendo quindi una minoranza religiosa, non etnica. Specialmente nelle isole i cattolici condividono con gli ortodossi gli stessi nomi, gli stessi cognomi e le stesse tradizioni. La maggior parte dei cattolici greci si trova (purtroppo) ad Atene, in una città di circa 4 milioni di abitanti. Un numero rilevante si concentra nelle isole Cicladi, specie a Syros (8.000) e a Tinos (3.000), ove si incontrano dei villaggi interamente cattolici. Poi a Corfù, a Patrasso, a Salonicco, a Giannitsà, a Kavala, a Volos e in altre città della Grecia continentale. La presenza di cattolici greci continua in diverse altre isole (Creta, Rodi, Kos, Naxos, Santorini, Samos, Chios, Cefalonia, Zante, ecc.).
La quasi totalità dei cattolici greci appartiene al rito romano; 2.500 circa al rito bizantino e alcune centinaia di fedeli di rito armeno.
Mons. Foskolos sottolineava che: «Negli ultimi decenni è in continuo aumento la presenza di cattolici provenienti da diverse parti del mondo, che si sono insediati in maniera definitiva in Grecia. Il loro numero oggi dovrebbe superare quello dei cattolici greci. Per lo più sono donne (moltissime le italiane) che si sono sposate con un greco conosciuto quando questi frequentava gli studi o lavorava all’estero. Anche il turismo ha favorito molti matrimoni misti. Oltre a questi fedeli, che col passare del tempo si incorporano nella Chiesa Cattolica locale, ci sono altre migliaia di cattolici di ‘permanenza provvisoria’ (da alcuni mesi fino a parecchi anni) che sono immigranti in cerca di lavoro o di asilo politico. In questo caso abbiamo: i polacchi, che alcuni anni fa erano giunti fino a 120.000, ora si reputa siano 40.000; i filippini, circa 45.000, di cui 15.000 nella zona d’Atene; gli iracheni, circa 4.000, (di rito caldeo), soprattutto nella zona d’Atene; gli albanesi sono sparsi in tutto il paese ed è difficile determinarne il numero; gli ucraini, i rumeni ed altri cattolici dai paesi dell’ex Unione Sovietica; altri cattolici dal Vicino e Medio Oriente, come pure da diversi paesi dell’Africa. Così il numero totale dei cattolici presenti in Grecia supera di gran lunga le 250.000 anime. Le statistiche esatte sono impossibili dato che molti tra questi fedeli sono ‘illegali’».
Mons. Foskolos sottolineava che: «Negli ultimi decenni è in continuo aumento la presenza di cattolici provenienti da diverse parti del mondo, che si sono insediati in maniera definitiva in Grecia. Il loro numero oggi dovrebbe superare quello dei cattolici greci. Per lo più sono donne (moltissime le italiane) che si sono sposate con un greco conosciuto quando questi frequentava gli studi o lavorava all’estero. Anche il turismo ha favorito molti matrimoni misti. Oltre a questi fedeli, che col passare del tempo si incorporano nella Chiesa Cattolica locale, ci sono altre migliaia di cattolici di ‘permanenza provvisoria’ (da alcuni mesi fino a parecchi anni) che sono immigranti in cerca di lavoro o di asilo politico. In questo caso abbiamo: i polacchi, che alcuni anni fa erano giunti fino a 120.000, ora si reputa siano 40.000; i filippini, circa 45.000, di cui 15.000 nella zona d’Atene; gli iracheni, circa 4.000, (di rito caldeo), soprattutto nella zona d’Atene; gli albanesi sono sparsi in tutto il paese ed è difficile determinarne il numero; gli ucraini, i rumeni ed altri cattolici dai paesi dell’ex Unione Sovietica; altri cattolici dal Vicino e Medio Oriente, come pure da diversi paesi dell’Africa. Così il numero totale dei cattolici presenti in Grecia supera di gran lunga le 250.000 anime. Le statistiche esatte sono impossibili dato che molti tra questi fedeli sono ‘illegali’».
Le tre confessioni religiose rilevanti, a livello legislativo, risultano essere: la Chiesa greco-ortodossa, gli ebrei e i musulmani. Altre comunità religiose, tra cui la Chiesa cattolica, i metodisti,
i mormoni, sono denominate “religioni conosciute”: il che significa che possiedono un nucleo dottrinale definito e pubblico, con riti e momenti di preghiera aperti a tutti, con una
natura di per sé non lucrativa e una gerarchia ben definita.
Il rapporto della Fondazione di diritto pontificio Aiuto alla Chiesa che soffre sottolinea che la Costituzione e la legge proibiscono l’attività missionaria nel Paese e i leader di molti gruppi religiosi si lamentano per il permanere di questa norma. I gruppi cristiani non ortodossi talvolta evidenziano ostacoli di natura amministrativa o restrizioni legali alle loro pratiche religiose e riferiscono di essere trattati con sospetto dai concittadini o accusati di non essere veri greci a causa della loro scelta religiosa.
Il governo supporta anche economicamente la Chiesa greco-ortodossa, fornendo un salario ai membri del clero e mantenendone le proprietà. Vengono pagati salari e altre spese ai tre maggiori muftì islamici e a 183 imam. Dal 2007, infine, il governo porta avanti un progetto di estensione di questo supporto economico alle figure spiritualmente più importanti della comunità musulmana. Dall’ inizio di marzo del 2009 vengono pagati salari ad altri 240 imam. Nessun altro gruppo religioso riceve sostegno economico.
Nel corso del 2009, per la quarta volta, è stato profanato il cimitero di Chanià, a Creta. Alcune comunità riferiscono anche di difficoltà a relazionarsi con le autorità per risolvere problematiche di ordine amministrativo; anche in questo caso viene sottolineata la posizione privilegiata della Chiesa greco-ortodossa, le cui gerarchie godono di un rapporto esclusivo e istituzionalizzato con il Ministero dell’Educazione e della Religione per il trattamento di questioni amministrative.
Continua la disputa tra il monastero di Esphigmenou e il Patriarcato greco-ortodosso. Il monastero ha cessato di riconoscere l’autorità del Patriarcato nel 1972, ma quest’ultimo ne rivendica il controllo, dato il suo ruolo di amministratore della regione dal 1924 sotto l’autorità del capitolo del Monte Athos. Il Patriarcato, cui è stata già riconosciuta l’autorità in ordine all’operato del monastero, ha chiesto lo sfratto dei monaci che attualmente però, dopo svariate controversie legali, lo occupano ancora anche se non possono accedere legalmente ai conti bancari e ad altri beni del monastero.
La Chiesa greco-ortodossa inoltre è oggetto di accuse da parte di alcune confessioni minoritarie, in quanto attuerebbe un atteggiamento discriminatorio nei loro confronti. Infatti affermano che alcuni vescovi ortodossi avrebbero chiesto ai loro fedeli di non relazionarsi con i membri dei gruppi religiosi più piccoli; e avrebbero anche chiesto alla polizia di arrestare missionari di altre confessioni che facevano proselitismo.
Tra il 2009 e il 2010, si è registrato un incremento degli atti di natura antisemita. Per esempio, il cimitero ebraico di Ioannina è stato oggetto di atti vandalici a gennaio, marzo e giugno 2009. Gli ebrei lamentano anche lo stato di abbandono in cui versano i cimiteri ebraici nel Paese, a fronte dell’obbligo di un mantenimento decoroso, previsto dalla legge.
La comunità ebraica segnala anche brani da essa giudicati antisemiti all’interno della liturgia della Settimana Santa del rito greco-ortodosso. Anche se si sottolinea l’esistenza di un dialogo che possa portare alla rimozione di tali passi.