Crescono le voci su Gänswein nunzio in Costa Rica
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Il destino del segretario di Benedetto XVI potrebbe essere a una svolta: secondo il portale in lingua spagnola Religión Digital per l'arcivescovo sarebbe pronta la nunziatura nel Paese centroamericano. Se confermata, questa eventuale nomina esprimerebbe un trattamento ben diverso da parte di Papa Francesco rispetto a quello che Ratzinger riservò al segretario di Wojtyla.
La telenovela relativa al futuro di monsignor Georg Gänswein potrebbe essere vicina alle puntate finali. Da due giorni, infatti, non si parla d'altro in Vaticano. Il sasso nello stagno lo ha lanciato il portale in lingua spagnola Religión Digital con un articolo firmato da Jesús Bastante nel quale viene data per imminente la nomina del segretario particolare di Benedetto XVI a nuovo nunzio apostolico in Costa Rica, salvo sorprese dell'ultima ora.
L'indiscrezione in poche ore ha fatto il giro del mondo ed è stata ripresa anche da Die Tagespost, rivista tedesca che gode notoriamente di buon entrature negli ambienti ratzingeriani. Ormai data per certa, la notizia è stata messa in discussione ieri da Il Sismografo che ha bollato come «poco probabile» la destinazione centroamericana, spiegando che fonti da loro consultate la ritenevano un'ipotesi non vera perché «sono rari i casi in cui si entra nel servizio diplomatico della Santa Sede senza aver ricevuto una preparazione specifica e specializzata».
L'autorevolezza da cui arriva la smentita, in assenza di comunicazioni ufficiali, richiede di non dare per scontato l'epilogo annunciato in esclusiva da Religión Digital. Tuttavia, occorre ricordare che tra i «rari casi» menzionati dalla fonte de Il Sismografo ce n'è uno che merita di essere preso in considerazione: è quello di monsignor Alfred Xuereb nominato nunzio apostolico in Corea e in Mongolia nel 2018 senza formazione ed esperienza diplomatica alle spalle. Il prelato maltese, infatti, creato arcivescovo all'indomani dell'annuncio della nomina, ha in comune con Gänswein il suo servizio al fianco di Benedetto XVI di cui fu secondo segretario particolare fino alla rinuncia, prima di diventare segretario di Francesco.
Per quanto è riuscita ad apprendere La Nuova Bussola Quotidiana, l'indiscrezione relativa all'approdo dell'attuale prefetto della Casa Pontificia in Costa Rica ha più di un fondamento e da molti viene ormai considerata certa. Domenica scorsa, in occasione dell'inaugurazione della targa in onore di Benedetto XVI nella parrocchia romana di Santa Maria Consolatrice, monsignor Gänswein è stato sincero quando ha detto ai giornalisti che il Papa non aveva ancora deciso quale incarico assegnargli. É la stessa versione, infatti, che l'arcivescovo tedesco ha fornito a chiunque gli chiedesse delucidazioni sul suo futuro all'indomani dell'udienza di inizio marzo al Palazzo Apostolico: Francesco si era riservato del tempo per pensare alla soluzione migliore per lui.
Durante la permanenza a Monaco per l'uscita in Germania del suo discusso libro Nient'altro che la verità, Gänswein ne aveva parlato anche con il pubblico tedesco ed aveva scherzato su chi gli prospettava una destinazione molto lontana da Roma, un po' sulla stregua della scena in The Young Pope dove Pio XIII interpretato da Jude Law spediva un cardinale sgradito in Alaska. L'ipotesi della missione come nunzio apostolico, dunque, era stata compagna di viaggio anche in Baviera, così come appariva lo scenario più gettonato all'indomani della malattia e della morte di Benedetto XVI. Poi le polemiche del libro avevano reso più complicata qualsiasi previsione, lasciando aperta anche la possibilità che la situazione rimanesse indefinita proprio come lo è dal 2020 dopo il suo allontanamento dalle attività legate all'incarico di prefetto della Casa Pontificia. Anche in quel caso ad essergli fatale fu un libro, quello sul sacerdozio firmato dal cardinale Robert Sarah con il contributo di Ratzinger.
Dopo che ciò che resta della famiglia pontificia di Benedetto XVI ha lasciato il monastero Mater Ecclesiae ed ha trovato ospitalità nel nuovo appartamento situato nella vecchia Casa Santa Marta, la speranza di rimanere a Roma o quantomeno in Europa sembra ora svanire con l'indiscrezione pubblicata da Religión Digital. Una notizia, quella iniziata a circolare due giorni fa, che parrebbe aver colto di sorpresa i più vicini all'arcivescovo tedesco e che dunque non possono essere all'origine di questo leak.
Se veramente dovesse concretizzarsi questo scenario, come ormai sembrano credere in molti in Vaticano attendendo solamente l'ufficialità a giorni, Gänswein prenderebbe il posto del 75enne monsignor Bruno Musarò noto tristemente alle cronache per aver sgarbatamente obbligato alcuni fedeli a non ricevere la Comunione in ginocchio e sulla lingua, peraltro proprio in occasione di una Messa in suffragio per Benedetto XVI. Non è un caso che l'indiscrezione abbia reso felice la comunità affezionata alla celebrazione nella forma straordinaria dell'unico rito romano e che non se la passano bene dopo la promulgazione di Traditiones Custodes, come documentato dal blog specializzato Messainlatino.it.
Pochi mesi dopo la morte di San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI nominò il suo storico segretario particolare Stanisław Dziwisz come arcivescovo di Cracovia e lo creò cardinale nemmeno un anno dopo. Francesco, pochi mesi dopo la morte del suo predecessore, potrebbe invece riservare al successore di Dziwisz un trattamento ben diverso, in una nunziatura di periferia e certamente non in cima alla lista dei desideri di Gänswein che avrebbe preferito rimanere a Roma. Ma l'attuale pontificato non ha risparmiato colpi di scena e fino all'ufficializzazione non è da escludere che l'ipotesi del Costa Rica possa rimanere soltanto un'indiscrezione tra le tante circolate in questi tre mesi.