Cresce la tratta di esseri umani organizzata da trafficanti cinesi
Sono giovani donne e ragazzine la maggior parte delle vittime dei trafficanti cinesi che le raggirano per portarle in Cina e avviarle alla prostituzione
In Vietnam è in aumento la tratta di esseri umani verso la Cina, soprattutto nelle sette regioni di confine, ma da qualche tempo anche in altre parti del paese. La provincia di Quảng Ninh – spiega l’agenzia di stampa AsiaNews – è diventata per molti vietnamiti “la provincia degli sfruttatori” per l’andirivieni di trafficanti che se ne servono per entrare nel paese. Il traffico di donne e bambini è gestito da criminali che si procurano la merce umana acquistando o raggirando giovani donne e ragazzine che poi portano in Cina per venderle. Le vittime in genere vengono poi costrette a prostituirsi. Una ragazza salvata con altre compagne da alcuni vietnamiti che sono riusciti a riportarle a casa ha raccontato che per due anni ha dovuto “servire” da cinque a sette clienti al giorno. Era stata adescata e poi venduta all’età di 17 anni. Un altro business in crescita è quello che in Vietnam viene chiamato “compravendita di feti”. I criminali in questo caso di solito preferiscono servirsi di intermediari locali che convincono delle donne povere – spesso appartenenti a minoranze etniche – ad andare in Cina a partorire e poi vendere i neonati. Alcune madri fermate lo scorso novembre dalle autorità vietnamite prima di essere trasferite oltreconfine hanno raccontato che in cambio del figlio era stato loro promesso un compenso da 3.000 a poco più di 5.000 euro, cifre notevoli per le popolazioni tribali. Secondo le statistiche del Ministero del lavoro, degli invalidi e degli affari sociali vietnamita tra il 2012 e il 2017 le autorità hanno salvato circa 7.500 vittime di tratta, quasi tutte donne giovani e bambine. Nel 2018 e nel primo trimestre del 2019, nella sola provincia del Quand Ninh le autorità sono riuscite a riportare in Vietnam 60 tra donne e neonati vittime di tratta in Cina.