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Migrazioni irregolari

Cresce in Thailandia il traffico illegale di emigranti

Dall’inizio del 2019 la polizia thailandese ha già intercettato e fermato 974 emigranti che tentavano di raggiungere illegalmente la Malaysia grazie a organizzazioni di trafficanti

Migrazioni 22_07_2019

La richiesta di manodopera a basso costo in Malaysia è all’origine di un fiorente traffico di persone in Thailandia. Intermediari e agenzie si impegnano a portare fuori dal paese gli emigranti e trovar loro lavoro chiedendo da 20.000 a 30.000 baht (da 650 a 975 dollari). Gli emigranti, spiega il vicecomandante della divisione antitratta thai Mana Kleebsattabudh, vengono di solito impiegati nelle industrie malesi: “quello che vediamo è che queste persone sono segregate in pessime condizioni in foreste e baracche lontane dalle comunità, a conferma delle cattive intenzioni di quanti li portano”. Ma, aggiunge il vicecomandante Kleebsattabudh, “le vittime non si considerano ingannate e spesso sopportano le difficoltà per arrivare a destinazione”. Le unità antitratta thai nel 2018 hanno soccorso 622 persone, intercettate prima di lasciare il paese, quasi tutte dirette appunto in Malaysia. Dall’inizio del 2019 gli emigranti fermati sono già 974. Non si tratta solo di cittadini thailandesi. Da anni dal Myanmar e dal Bangladesh entrano illegalmente in Thailandia, ricorrendo a reti di trafficanti, degli emigranti – musulmani Rohingya nel caso di Myanmar – che cercano di raggiungere a loro volta la Malaysia, paese a maggioranza islamica. Mentre dei thailandesi emigrano, anche affidandosi a trafficanti, molti stranieri arrivano in Thailandia per lavorare. Secondo le Nazioni Unite nel paese vivono circa 4,9 milioni di immigrati, pari a più del 10% della forza lavoro. In maggioranza provengono da paesi poveri della regione tra cui Myanmar, Cambogia, Laos e Vietnam. Si stima che producano dal 4,3% al 6,6% del Prodotto interno lordo del paese.