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il caro estinto

Cremazione: istruzioni per l'uso

Dalla diocesi di Nuoro un documento che ribadisce la sepoltura, che meglio esprime la fede cristiana nella risurrezione, e detta le condizioni per le esequie religiose per quanti scelgono di farsi cremare.

Borgo Pio 01_03_2023

La diocesi di Nuoro pubblica un documento sulle ceneri, ma non si tratta di quelle imposte all'inizio della Quaresima, bensì dei defunti che scelgono la cremazione.

Una pratica che si va diffondendo, mentre la Chiesa continua a raccomandare l'antichissima tradizione della sepoltura, che – ricorda il vescovo mons. Antonio Mura – resta «la forma più idonea per esprimere la fede e la speranza nella risurrezione corporale; inoltre, corrisponde adeguatamente alla pietà e al rispetto dovuti ai corpi dei fedeli defunti», ne favorisce il ricordo nella preghiera e impedisce la «privatizzazione della morte e del suo autentico significato per i cristiani».

Non uno stop, ma un'opportuna catechesi si rende necessaria a fronte di quanti desiderano che il proprio corpo venga ridotto in cenere, ricordando alcune condizioni senza le quali non è possibile celebrare esequie religiose (e la modalità di celebrazione in questi casi). A cominciare dal fatto «che tale scelta non sia stata fatta per ragioni contrarie alla fede cristiana» (occorre ricordare, infatti, che tale pratica fu riportata in auge nell'Ottocento da ambienti clericali e proprio in opposizione alla sepoltura cristiana). E le ceneri vanno comunque «conservate nel cimitero o altro luogo sacro». Non in casa né disperse nel mare o in montagna, magari (aggiungiamo) nella prospettiva di un ritorno alla "madre terra" piuttosto che al Padre eterno.