Covid, migliaia di morti sull'altare del vaccino
Mentre i dati dimostrano l'efficacia delle terapie domiciliari precoci, il governo punta esclusivamente sull'obbligo vaccinale, cominciando dagli operatori sanitari. E con l'ausilio di una stampa di regime (vedi il caso Bruno Vespa) che legittima l'autoritarismo. Ma è sempre più chiaro che questa politica sanitaria è responsabile di migliaia di decessi che si potevano evitare.
La ricerca compiuta dall’Istituto Mario Negri di cui diamo conto oggi (clicca qui), non solo dimostra in modo definitivo la bontà e la necessità delle terapie domiciliari per contrastare il Covid-19; essa certifica anche il colpevole comportamento della politica (governi in primis) nell’aver contrastato in ogni modo i tentativi di cura per puntare esclusivamente sul vaccino. È da un anno che diamo puntualmente conto dei vari metodi di cura sperimentati con successo e che presentiamo le testimonianze dei dottori che, rischiando in proprio, dimostrano come curando in casa sin dai primi sintomi si evitano la stragrande maggioranza delle ospedalizzazioni e delle morti. Ma nello stesso tempo dobbiamo registrare la totale sordità e cecità delle autorità sanitarie, più preoccupate di alimentare lo stato di emergenza funzionale alla promozione della campagna vaccinale.
Da dove nasca questa politica sanitaria lo ha chiarito l’intervista da noi pubblicata nei giorni scorsi al professor Francesco Belli, che ha mostrato come negli ultimi venti anni ci sia stata una progressiva e generale cessione di sovranità sanitaria a favore di una Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) pesantemente condizionata dalle lobby vacciniste.
Ma il risultato con cui dobbiamo confrontarci è un bilancio di decine di migliaia di morti da Covid – causati dalla strategia “paracetamolo e attesa vigile” - che potevano e dovevano essere evitati; per non parlare delle conseguenze nefaste per malati di altre patologie gravi, della crescita esponenziale del disagio psichico soprattutto fra i giovani, della rovina economica di tanti settori che avrà drammatiche ricadute anche sul lato sanitario. Un vero e proprio disastro perseguito con cinica determinazione dalle autorità politiche e sanitarie con l’ausilio di una stampa di regime, più realista del re.
Dell’arroganza e della faziosità di certo giornalismo se ne è avuta l’ennesima dimostrazione l’altra sera quando Bruno Vespa, a Porta a Porta, ha bruscamente tolto la parola al dottor Mariano Amici – che contestava l’obbligatorietà della vaccinazione – dicendogli che «se lei non si vaccina io spero vivamente che lei venga radiato». È un atteggiamento che - aldilà della condivisibilità o meno di certe affermazioni del dottor Amici, e dando per scontato che nessuna sanzione arriverà a Vespa - dimostra con chiarezza l’avvenuta instaurazione di un regime che persegue la vaccinazione di massa. E più i provvedimenti sono irrazionali, più c’è bisogno di ricorrere a violenza e intimidazione per applicarli. La sparata di Vespa, ad esempio, accompagna il decreto del governo che rende obbligatoria la vaccinazione per gli operatori sanitari e i farmacisti, pena il trasferimento ad altre mansioni (anche dequalificanti) o la sospensione dello stipendio fino al 31 dicembre 2021.
Si tratta di un provvedimento grave, ingiusto e irrazionale che viola la libertà personale (complimenti al ministro della Giustizia ed ex presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia) senza oltretutto un evidente beneficio per la salute pubblica, dato che – lo dice lo stesso Istituto Superiore di Sanità – anche i vaccinati possono contagiare (sta già succedendo).
Molto si è detto e molto si dirà sui reali interessi e piani che stanno dietro a questa deriva autoritaria, cose che troppo facilmente vengono etichettate come cospirazionismo. Qui non ci interessa addentrarci in questo discorso, che pure è necessario affrontare, ma vogliamo restare ai fatti gravissimi facilmente documentabili. E i fatti sono che le autorità sanitarie continuano a ignorare la possibilità e la necessità delle cure domiciliari, la cui efficacia è ampiamente dimostrata dall’esperienza sul campo di centinaia di medici che lo stanno facendo per loro iniziativa personale, e ora anche da una ricerca autorevole. Il tutto per promuovere una discutibile vaccinazione di massa, dagli esiti tutt’altro che certi e sicuri. Senza considerare che l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari crea un precedente che facilmente potrà essere applicato ad altri comparti, vedi obiezione di coscienza per l’aborto (ci pensino bene quei pro life così entusiasti dell’obbligo vaccinale). I fatti sono che in questo modo si sono provocati migliaia di decessi che si potevano evitare. E si continua a farlo. I fatti sono che si può anche proporre la vaccinazione (che è comunque un'opportunità) senza per questo negare le cure. Eppure non lo si fa.