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L'ANALISI

Cosa nasconde l'immenso debito della Cina

Il McKinsey Global Institute ha appena pubblicato un interessantissimo studio sul debito cinese . È importante capire che sta succedendo in Cina poiché questo debito è quasi vicino al 300% del Pil cinese e supera il debito americano. Dallo scoppio della crisi (2007) a oggi il debito totale cinese è quasi raddoppiato sul Pil.

Economia 27_07_2015
La sede della Bank of China

Il McKinsey Global Institute ha appena pubblicato un interessantissimo studio sul debito cinese. È importante capire che sta succedendo in Cina poiché questo debito è quasi vicino al 300% del Pil cinese e supera il debito americano. La sua soluzione potrebbe interessarci. Di seguito farò una sintesi ragionata. Dallo scoppio della crisi (2007) a oggi il debito totale cinese è quasi raddoppiato sul Pil. Ma la crescita non è tanto quella di debito pubblico o debito delle famiglie, bensì delle imprese (non banche) soprattutto operanti direttamente e indirettamente nel settore immobiliare (quasi la metà del debito).

Quali sono quindi i rischi di questo debito? Primo rischio è il debito associato direttamente o indirettamente al settore immobiliare (dalle famiglie alle imprese). Il secondo rischio sta nella crescita del debito dei governi locali, crescita che potrà impedire il pagamento dei debiti precedenti se non si facessero disinvestimenti di terreni e immobili pubblici (noi, in Italia, ne sappiamo qualcosa se pensiamo a Roma). Il terzo rischio è spiegato dalla crescita del debito nel sistema finanziario non-bancario non trasparente (in Cina le banche appartengono allo Stato) . Ora, gli esperti spiegano che pur rappresentando questo debito un rischio da monitorare, la Cina ha tutte le capacità, risorse e liquidità, per gestirlo. Certo, anche per la Cina si pone ora il tema delle riforme. Quella dei sistemi finanziari soprattutto .

Ma il tema prioritario resta quello immobiliare, su cui grava quasi la metà del debito totale. Questo problema è conseguente al boom immobiliare delle nuove costruzioni acquistate soprattutto a debito per far fronte alla domanda nelle aree a maggior intensità di popolazione urbanizzata (Pechino, Shanghai..). Fenomeno parallelo di preoccupazione è stata la crescita dei prezzi delle case stesse, che ha visto crescere l’investimento finanziario nell’immobiliare, alla ricerca di rendimenti (tra il 2008 e il 2014 i prezzi sono cresciuti tra il 60 e il 90% circa, secondo località, arrivando a prezzi vicini a quelli di New York o Parigi). A questi prezzi il fenomeno naturale è il rallentamento degli acquisti e le conseguenze sul debito e sui mercati sono immaginabili. Il problema della crescita del debito dei governi locali è comprensibilmente  legato a progetti accelerati per creare benessere in periferia ed evitare urbanizzazione eccessiva in pochi centri. Questi debiti sono garantiti soprattutto da valori immobiliari, è evidente.Ora, le problematiche sono differenti secondo i caratteri dei governi locali, della bontà progetti ecc. A garantire la soluzione di questi debiti locali è comunque soprattutto la China Development Bank e le altre quattro grandi banche cinesi (controllate dallo Stato). Gli esperti non vedono rischi ingestibili neppure in questa area. 

Un vero problema probabilmente sta nella esposizione del sistema  finanziario non-bancario ufficiale che, differentemente dal resto del mondo, in Cina cresce, arrivando a rappresentare il finanziamento del 30% del debito totale nel Paese. Sempre gli esperti assicurano che il governo cinese ha le capacità per affrontare ogni rischio di salvataggio che si rendesse necessario per queste entità definite shadow-banking. Dicevamo che anche la Cina devono ora affrontare riforme, soprattutto di liberalizzazione finanziaria e bancaria, ma anche adottare sistemi di gestione finanziaria, di gestione del rischio, trasparenza. E magari anche prevedere soluzioni che assicurino vera libertà religiosa, soprattutto per la Chiesa cattolica ?